Una nuova agricoltura nelle aziende collinari di Giuseppe Medici

Una nuova agricoltura nelle aziende collinari Tecniche moderne e impiego delie macchine Una nuova agricoltura nelle aziende collinari Fra un anno e mezzo entrerà In vigore In Europa il Mercato Comune Agricolo. E' un progresso importante, ma l'agricoltura italiana, per affrontare con successo la concorrenza Internazionale e per continuare a produrre a prezzi convenienti nell'interesse anche del consumatore italiano, ha bisogno di profonde trasformazioni. Sui vari aspetti di questo problema, e soprattutto sulla indispensabile meccanizzazione anche dell'agricoltura collinare, il senatore Medici, specialista di grande autorità, ha scritto per «.La Stumpa» questo articolo. Il grande e insoluto problema della nostra agricoltura — e si potrebbe perciò dire di gran parte della vita italiana — è rappresentato dalla collina, che, con la bassa montagna, copre più della metà del nostro paese. Si tratta di un territorio di oltre 15 milioni di ettari, dove l'agricoltura si trova nella crisi più profonda che ricordi la storia d'Italia. E ciò soprattutto perché, mentre nei sei milioni di ettari di piano l'agricoltura trova sempre un qualche equilibrio, nei territori collinari il costo di produzione si mantiene altissimo e tale da determinare il sia pur graduale abbandono di molte terre da semina. Ciò si deve al fatto che soltanto una parte della collina italiana può economicamente servirsi delle macchine agricole, dato che gli appezzamenti con pendenza superiore al 30 % non possono essere utilmente meccanizzati. Da ciò la necessità di trovare una soluzione tecnica ad un problema economico e sociale che si fa sempre più grave, tanto più che nelle colline italiane vive gran parte della nostra popolazione e si trovano gli investimenti rurali più cospicui, sia sotto forma di fabbricati rurali, sia sotto forma di impianti arborei. Nelle attuali condizioni di distribuzione della proprietà, di costituzione delle aziende e 'di risparmio disponibile per investimenti agrari, è difficile pensare ad una razionale trasformazione della collina italiana in grado di utilizzare i progressi della più recente tecnologia. E siccome non si può dall'oggi al domani costruire un'azienda agraria nuova dove le macchine si trovino a loro agio come in una fabbrica, bisogna adattarsi ad una soluzione transitoria e di compromesso. Perciò, conoscendo per esperienza quanto sia lungo, penoso e costoso il cammino della ricomposizione fondiaria e della ricostituzione di unità aziendali adeguate alle esigenze della tecnica moderna, vien fatto di indicare alla collina italiana alcune attività che meglio di altre si prestano ad utilizzare il prezioso lavoro dei suoi agricoltori. Già l'allevamento del pollo in batteria ci offre uno degli esempi più istruttivi del modo come la tradizionale agricoltura si possa trasformare in moderna industria, risolvendo alla radice il problema dell'approvvigionamento della carne di pollo, a prezzi di concorrenza internazionale. Dal pollaio rurale all'allevamento del pollame in batteria, passa la stessa differenza che intercorre fra la produzione artigianale e quella a catena. Infatti, il pollo allevato in batteria è una macchina trasformatrice dei prodotti dell'industria mangimistica, e come tale si inserisce in un sistema di attività industriale i cui rapporti con l'agricoltura tradizionale sono del tutto evanescenti. Ispirandosi allo stesso orientamento, l'allevamento del bovino da carne potrebbe essere praticato con successo in stalle-batteria per la produzione di animali di alto pregio, atti anche a soddisfare consumatori esigenti. E' il caso della razza piemontese e di quelle di tipo Chianino, così diffuse nelle nostre colline. Ma per far ciò, nelle attuali aziende e negli attuali fabbricati, non è tanto necessaria una meccanica moderna, quanto è necessario che la stessa tecnica degli allevamenti e dell'alimentazione venga seguita da centinaia di migliaia di piccoli allevatori, così da ottenere una sensibile riduzione del costo di produzione. * * Dove, invece, occorre incidere profondamente sulla azienda e quindi operare trasformazioni degli ordinamenti fondiari, è in altri settori di tradizionale agricoltura che possono avere un loro avvenire, anche in rapporto alle vicende del Mercato Comune, e cioè: la viticoltura ' e la frutticoltura. Sono questi i punti forti dell'agricoltura italiana. Le condizioni di clima e di terreno sono favorevoli alla prrauzione di vino e di frutta di ottima qualità, capaci di sostenere la concorrenza degli altri paesi. Purtroppo, però, se facciamo astrazione dalla recente frutticoltura emiliana, e dai nuovi impianti viticoli razionali, le coltivazioni arboree in atto non consentono un largo impiego delle macchine. Ecco perché i, nuovi impianti viticoli e frutticoli devono essere fatti in modo da accogliere le macchine per la lavorazione del terreno, per la lotta contro i parassiti e per la raccolta dei prodotti. Così sarà possibile una viticoltura e una frutticoltura in condizioni di sostenere la concorrenza internazionale e di fornire ai nostri coltivatori della collina un reddito adeguato alle loro fatiche. Nonostante le difficoltà che si incontrano a dare un minimo di consistenza all'azienda familiare, però non si è lontani dal vero quando si suppone che molte aziende di collina possano disporre di almeno uno-due ettari con pendenza inferiore al 30 %. Queste circostanze si debbono verificare abbastanza frequentemente nel nostro paese; quindi non si deve essere fuori della realtà quando si immagina un'azienda collinare, la quale trovi nella viticoltura e nella frutticoltura meccanizzate e razionali il punto di forza del suo bilancio. Giuseppe Medici

Luoghi citati: Europa, Italia