Morto anche il tenente Petrucci Sono già sei i finanzieri assassinati di Enzo Pizzi

Morto anche il tenente Petrucci Sono già sei i finanzieri assassinati L'attentato del 9 settembre nella caserma in Alto Adige Morto anche il tenente Petrucci Sono già sei i finanzieri assassinati Il giovane ufficiale (27 anni) era stato colpito in pieno dall'esplosione di Malga Sasso, col brigadiere Volgger e la guardia Cossu - Aveva il viso sfigurato senza rimedio - Si trovava nell'ospedale di Vipiteno, assistito dalla sorella e dalla fidanzata - Domani i funerali: non ci saranno i genitori anziani e malati Continuano a.Bolzano gli interrogatori dell'austriaco arrestato per gli esplosivi; rilasciato l'albergatore (Dal nastro corrispondente) Bolzano, 23 settembre. Nelle valli dell'Altoatesino, il silenzio della notte è stato ancora una volta lacerato dai crepitìo dei mitra. Poco prima delle 24' della scorsa notte presso lo scalo ferroviario di Fortezza, nell'alta Val d'Isarco, un finanziere, messo in allarme dai latrati di un cane da guardia, ha notato un individuo sospetto che recava sottobraccio un grosso involto. II militare ha intimato IV alt », ma l'uomo, anziché obbedire, si è dato alla fuga protetto dalle tenebre. Contro di lui sono stati esplosi alcuni colpi di fucile, che però sono andati a vuoto. Mentre era in corso questa sparatoria, a pochi chilometri di distanza, a Vipiteno, il tenente della Guardia di finanza Franco Petrucci, di 27 anni. che il 9 settembre scorso era rimasto orribilmente ustionato a causa dell'esplosione di Malga Sasso, era entrato ormai in agonia. Il giovane ufficiale di Monte Castrini, presso Terni, è spirato nella notte, alle ore 1,40, all'ospedale civile, tra le braccia della sorella Speranza, che l'aveva amorevolmente assistito, e della fidanzata Giulia Grisanti, di Milano. Il suo improvviso decesso ba fatto salire a tre le vittime dell'attentato dinamitardo compiuto nella casermetta delle Fiamme Gialle a Malga Sasso ed a sei complessivamente 1 finanzieri morti in attentati negli ultimi mesi. Domenica mattina alle 10, alla presenza del ministro Tremelloni, e di altre autorità, la salma del tenente, avvolta nel tricolore, passerà per le strade di Vipiteno, come le salme degli altri due caduti, il brigadiere altoatesino Herbert Volgger, ed il finanziere sardo Martino Cossu, nativo di Sassari. Lo spegnersi di questa nuova vita ha suscitato ovunque profonda emozione. Franco Petrucci sembrava destinato ad un grande avvenire. Serio, intelligente, preparato, aveva comandato con particolare capacità, per circa due anni, il nucleo operativo al Passo del Brennero, ed era alla vigilia del matrimonio, che doveva avvenire quasi contemporaneamente al suo trasferimento, per frequentare un corso di perfezionamento. Il giorno dell'attentato, il tenente aspettava la fidanzata, che si era recata a Roma, ma aveva voluto fare ugualmente un'ispezione al distaccamento di Malga Sasso, ove era giunto soltanto un'ora pri ma del tragico scoppio, dopo una lunga marcia in monta gna. Al momento dell'esplosione, che ha sventrato l'edificio, egli si trovava con il brigadiere Volgger, comandante del distaccamento, negli uffici della casermetta. Una bomba a mano, che era posata con altre su una scrivania, deflagrando gli aveva orribilmente ustionato il corpo ed il volto, che era diventato una macabra maschera sanguinolenta Quando lo avevano trasportato in elicottero, in gravissime condizioni, all'ospedale di Vipiteno, non era più riconoscibile. Se fosse sopravvissuto, sarebbe rimasto per sempre sfigurato. Il tenente Petrucci si manteneva ancora fiducioso nell'avvenire. La sorella, un'ombra smarrita che in questi quindici giorni non ha lasciato un istante le corsie dell'ospedale di Vipiteno, e la fidanzata, che gli aveva riconfermato la vo lontà di sposarlo, gli avevano ridato speranza nel futuro. Il dott. Niderkofler, che lo ha assistito, non aveva mai na scosto la gravità delle sue con dizioni. Il medico temeva so prattutto complicazioni di na tura renale o circolatoria, come infatti questa notte è avvenuto. Il tenente Petrucci ieri sera alle 21 aveva parlato per una mezz'ora con la fidanzata e la sorella, poi aveva mangiato qualcosa e si era assopito entrando improvvisamente in coma. Al suo capezzale, prima che egli spirasse, sono accorsi anche ufficiali della Guardia di finanza di Vipiteno, Fortezza e del Brennero. La salma del caduto questo pomeriggio è stata visitata dal vice-commissario del governo, Masci, e da altre autorità. Vestito con l'uniforme di gala, per desiderio della sorella, è stato deposto in una bara, che è stata trasportata nella chiesa di Santa Caterina. Nella veglia si avvicendano picchetti armati della Guardia di finanza, carabinieri e alpini. In serata sono giunti anche alcuni congiunti. Mancavano il padre e la madre, perché si è voluto risparmiare ai due genitori, che sono vecchi e sofferenti, il dolore di accompagnare il figlio nell'estremo viaggio verso la tomba. Oggi sono continuati presso l'ufficio della squadra politica della questura di Bolzano gli interrogatoli di Lorenzo Bado, il giovane cittadino austriaco, nativo di Trieste, che è stato arrestato tre giorni or sono all'albergo «Croce Bianca» di Bolzano. Il Bado nega ancora recisamente di essere stato un appartenente all'organizzazione terroristica e nega di aver saputo dell'esistenza degli esplosivi nella stanza numero 5 che egli occupava. Le sue dichiarazioni sono oggetto di attento controllo da parte degli organi inquirenti. Addosso gli è stata trovata un'agenda contenente numerosi indirizzi. La polizia sta controllando ora se tali indirizzi siano di clienti che il Bado, nella sua qualità di rappresentante di una casa editrice, frequentava, oppure se si tratta di persone che possano essere in contatto con l'organizzazione terroristica. Negli uffici della questura sono stati interrogati anche alcuni clienti dell'albergo « Croce Bianca^ che nei giorni precedenti alla venuta del Bado avevano occupato la stanza numero 5. Sono stati effettuati confronti, ma senza esito. E' stato rilasciato Rudi Cora, il proprietario dell'albergo «Croce Bianca», fermato assieme al giovane austriaco perché sospettato di essere in contatto con i dinamitardi. Alia polizia si è presentato spontaneamente il cittadino austriaco Ugo Konrad Holzer, di Wattens, nel Tirolo, che collaborava con il giovane Bado nella vendita di libri per la Casa editrice di Innsbruck. L'Holzer ha scagionato il suo collaboratore, "dichiarando che a suo parere egli non era in contatto con l'organizzazione dande stina. Nel pomeriggio si è appreso da Trento che la Giunta regionale, al termine di una riu nione, ha preso posizione sulla situazione altoatesina e sul recente dibattito al Senato. E stato auspicato che la controversia in atto possa essere composta in forma sollecita ed equa. Enzo Pizzi Il tenente Franco Petrucci, morto per le ferite riportate nell'attentato dinamitardo a Malga Sasso (Telef.)