Detenuto sul frontone delle carceri grida: «Voglio parlare con il giudice»

Detenuto sul frontone delle carceri grida: «Voglio parlare con il giudice» Kpisotiia cfnmofoso ieri alle 89SO aile «ariVffoi*e» Detenuto sul frontone delle carceri grida: «Voglio parlare con il giudice» La scena a 18 metri da terra, testimone una piccola folla di curiosi, è durata un'ora - Il protagonista della protesta, un giovane in attesa di essere processato per concorso in rapina, è sceso soltanto quando è arrivato il sostituto Procuratore - A questo ha detto: «Ho un alibi» Altro fatto : convocalo dai carabinieri minaccia di buttarsi dal tetto Le persone che ieri mattina passavano in corso Vittorio hanno notato un giovane carcerato sul cornicione che sovrasta la porta delle « Nuove ». Da quella pericolosa posizione — 18 metri da terra — si sporgeva verso la strada. Ogni tanto gridava: « Voglio essere ascoltato ! ». In breve i curiosi sono diventati una piccola folla, è accorso ,il cappellano padre Ruggero con il vicedirettore rag. Saviozzi (11 direttore era assente) e l'amministratore rag. Gambera. Al frate che lo esortava a scendere il giovane ha risposto : « Mi muoverò di qui soltanto dopo aver parlato con il giudice istruttore. Dal colloquio dipende la mia sorte ». Padre Ruggero ha telefonato alla Procura della Repubblica ma il dott. Barbaro ora assente. In sua vece il Procuratore della Repubblica aggiunto dott. Rosso ha dato incarico al sostituto dott. Bonu di recarsi alle carceri. Nemmeno la sua venuta ha deciso in un primo tempo il giovane ad abbandonare il rifugio. Sul corso la folla assisteva all'insolito spettacolo, il traffico era quasi bloccato. Finalmente il detenuto si è deciso; con un salto ha raggiunto una finestra e ha seguito il magistrato nella sala degli interrogatori: la drammatica scena era durata oltre un'ora. 11 protagonista è'Pier Giorgio Chiaccherella, nativo di Orbassano e con un passato burrascoso. A 14 anni era stato arresta to sotto l'accusa di tentato omi- cidio nei confronti della sorellaMiranda (il drammatico episodioerà accaduto a Beinasco. il Chiaccherella aveva aggreditocon un coltello la donna chegli rifiutava del denaro). Dueanni dopo, era nuovamente fini-to in carcere perché guidavasenza patente — un'auto rubata. Nel '61 era emigrato in Francia, al rientro in Italia era stato ancora arrestato per furto. Nel '63, altra condanna per furto aggravato in una gioielleria, Il 7 giugno di quest'anno erastato scoperto con due complici mentre cercava di saccheggiare una villa in Val di Lanzo. L'auto dei ladri, inseguita dai carabinieri, si era schiantata contro un albero nei pressi di Fiano e gli occupanti, nella fuga a piedi, avevano sparato alcuni colpi limimi t iiiiimiiiiiiiiiim dt pistola contro i carabinieri. Tutti e tre erano stati catturati dopo un paio di giorni e rinchiusi nelle « Nuove ». Il Chiaccherella, nell'attesa del processo, aveva chiesto di essere adibito a qualche lavoro. La direzione delle carceri aveva inoltrato la domanda 'alla Procura della Repubblica e il permesso era stato accordato. Il giovane, che aveva sempre tenuto buona condotta, era stato assegnato a una squadra di muratori che esegue lavori nell'al¬ loggio del direttore. Il Chiaccherella e i due presunti complici avevano chiesto la libertà provvisoria, che la Magistratura aveva respinto. Allora il giovane, aveva chiesto un colloquio con il giudice istruttore dottor Barbaro, ora in ferie. Il Chiac cherella ieri mattina ha deciso di rompere gli indugi. Dai locali dove lavorava è uscito con un balzo improvviso sul cammino di ronda e di qui è passato sul frontone delle carceri. Nel colloquio con il dott. Bo mi pare che abbia prospettato un alibi per la. notte della sparatoria: non era con i ladri, ma con una donna. Avrebbe taciuto sinora per non compromettere l'amica. Il sostituto Procuratore ha trasmesso queste affermazioni al giudice istruttore: saranno vagliate e controllate. Noi confronti del giovane non saranno prese misure dì carattere giudiziario poiché non ha tentato di evadere. Incorrerà in qualche provvedimento disciplinare. — Un giovane convocalo dai carabinieri per un interrogatorio è salito su un letto, in piazza Cavour, e ha minacciato di gettarsi nel vuoto. Si chiama Antonio Peluso. 31 anni, corso Napoli 0. Ieri mattina una pattuglia del «Pronto intervento» lo ha fermato mentre usciva di casa e lo ha invitato in caserma. Non era accusato di reati gravi, doveva solo essere interrogato a proposito di un assegno rubato: perciò gli è stato concesso di venire con la sua automobile. Accanto a lui ò salito un carabiniere. Ma In piazza Cavour il Peluso, che appariva molto emozionato, ha fermato di colpo ed è scappato infilandosi nel portone dello stabile n. 14, E' salito lino in soffitta e, attraverso un abbaino, è sbucato sul tetto. Accoccolato sul cornicione, si ò messo a gridare: «Non toccatemi o mi butto giù. Mi ammazzo, ma non vengo in caserma». Il carabiniere di scorta si è fermato a qualche metro, ha cominciato a parlargli con calma, lo ha rassicurato. Finché il giovane è scoppiato in pianto e si è lasciato docilmente riprendere. Era già. stato protagonista di un episodio simile a Roma, cinque anni fa. Salito su una delle statue del terrazzo della Basilica di S. Pietro, aveva minacciato di uccidersi poiché era senza lavoro. Prima che i gendarmi pontifici lo raggiungessero, si era tagliato i polsi con una lametta. Ieri, dopo essere stato interrogato insieme con il suo coinquilino Francesco Martucci, 33 anni, anch'esso coinvolto nella vicenda dell'assegno rubato, è stato rimesso in libertà. Pier Giorgio Chiaccherella, fotografato con il teleobiettivo, sul cornicione delle Nuove

Persone citate: Antonio Peluso, Barbaro, Bonu, Francesco Martucci, Gambera, Giorgio Chiaccherella, Padre Ruggero, Peluso, Pier Giorgio Chiaccherella, Saviozzi

Luoghi citati: Beinasco, Fiano, Francia, Italia, Orbassano, Roma