Rievocato dal superstite il naufragio del sottomarino
Rievocato dal superstite il naufragio del sottomarino Rievocato dal superstite il naufragio del sottomarino Il relitto è stato agganciato ieri ; lo stanno trainando verso il porto di Helgoland (Dal nostro corrispondente) Bonn, 21 settembre. Dopo tre giorni di tentativi, i palombari del pontone-gru «Magnus 3», sono riusciti ad agganciare il relitto del sommergibile tedesco «Hai», affondato mercoledì della scorsa settimana nel Mare del Nord,/ e a sollevarlo di una ventina di metri. Ora il « Magnus 3 » sta trainando lo scafo verso Helgoland alla velocità di 3 miglia l'ora. Si conta che arrivi in porto venerdì mattina, cioè nel momento ih cui a Neustadt si svolgeranno i funerali dei sette marinai le cui salme sono state ripescate nei giorni scorsi. Su incarico del ministero della Difesa, la Marina militare ha nominato una commissione d'inchiesta, composta di tecnici, la quale chiarisca insieme con la commissione nominata dalla magistratura, le cause del naufragio. Membri delle due commissioni saliranno a bordo del relitto non appena questo giungerà a Helgoland. Si spera che i libri di bordo, nonostante i molti giorni in cui sono rimasti in acqua, gio- vino a gettare luce sul disastro. Le notizie finora raccolte (e pubblicate dai giornali) accennano a responsabilità di alcuni ufficiali che avrebbero obbligato lo «Hai» e altri due sommergibili a navigare in superficie nonostante una violenta tempesta. Queste notizie sono state confermate in parte dall'unico superstite della sciagura, il cuoco di bordo Peter Silbernagel, il quale è stato dimesso dall'ospedale e prima di rien trare al suo comando a Neustadt, ha rievocato i minuti dell'affondamento. « ili"i ero coricato in cuccetta — ha raccontato — perché non si riusciva a stare in piedi. Lo "Hai" era emerso nella tempesta e veniva sbattuto come una noce. Non era neppure possibile servire la cena. Nella torretta erano l'ufficiale di guardia e un marinaio. Dall'alto, a causa delle ondate, entrava una grande quantità d'acqua, ma le pompe bastavano a espellerla. La situazione non era normale, ma neppure tragica. D'improvviso il capo delle macchine gridò nell'altoparlante che vi era una falla, che vi era un allagamento. Subito il comandante ordinò con voce ferma "Indossare i salvagente, tutti gli uomini fuori bordo"». « Sulle prime rimasi perplesso per quest'ordine improvviso — ha raccontato Silbernagel —. Tuttavia i7idossai il salvagente e corsi verso la torretta, nella quale vi erano sci.o sette uomini. " Spicciatevi ", gridò ancora il comandante, e gli uomini che non avevano il salvagente a portata di mano corsero attraverso lo scafo per prenderlo. Non fecero in tem po a indossarlo, che l'Hai an dò a picco con i motori e le luci ancora accesi ». Era ancora giorno. Nel mare in tempesta si ritrovarono in cinque uomini, che si tenevano aggrappati ad un'unica corda. Soltanto uno di loro, l'ufficiale di guardia, tenente Weise, era senza salvagente, gli altri quattro lo sostenevano. Vi era anche il comandante, che diceva: «Coraggio, ragazzi, le. altre navi del convoglio si sono accorte dell'affondamento e stanno venendo a salvarci ». Per primo scomparve l'ufficiale di guardia, strappato da un'onda; poi il comandante, che aveva perso i sensi. « Per due o tre ore rimasi con gli altri — ha detto lo scampato —. Infine le onde ci separarono ». t. S.
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