Chi è il generale Lin Piao il futuro padrone della Cina

Chi è il generale Lin Piao il futuro padrone della Cina II destino di 700 milioni di nomini in mano a nn militare Chi è il generale Lin Piao il futuro padrone della Cina Ha 58 anni, è un soldato di professione, a 20 anni era colonnello - E' il più giovane della «vecchia guardia» cinese - Compagno devoto di Mao durante la « lunga marcia », si meritò la fama di grande stratega vincendo battaglie difficilissime - Teorico della guerriglia, vuole un esercito dotato di bagaglio ideologico più che di armi moderne: è convinto che le guerre devono essere combattute dal popolo e si vincono con la forza dello spirito - E' un nemico acerrimo dell'Urss, e ha imposto al paese il rifiuto di ogni modello sovietico Malato ai polmoni, ma con una volontà di ferro, ha saputo rimanere per anni nell'ombra balzando alla ribalta quasi d'improvviso Le manifestazioni di massa del 18 agosto scorso a Pechino segnano una data importante della rivoluzione cinese: quel giorno il ministro della Difesa Lin Piao fu presentato al popolo da Mao Tse-tung ed acclamato come il suo nuovo delfino. Sulle mura rosse della «Porta della pace celeste » — gigantesca tribuna in cui il regime allinea nelle grandi occasioni i suoi dirigenti per mostrarli alle moltitudini — Lin Piao spiccava tra gli altri, proprio a fianco di Mao, del quale era definito « il più intimo dei compagni d'arme ». Nello stesso tempo la folla applaudiva freneticamente, coincidenza significativa, alla « rivoluzione culturale », nuovo « balzo in avanti » del partito ed altra pietra miliare della sua storia. Con il milione di dimostranti che sfilavano sotto le alte mura, tutta la Cina sapeva ormai che il successore designato da Mao non era più il Presidente della Repubblica Liu Sciao-ci, ma Lin Piao, maresciallo, comandante dell'esercito, ministro della Difesa. Lin Piao ha cominciato la carriera con il regime ed il suo capo supremo. E' stato per Mao un compagno di lotta devoto e fedele. E tuttavia, fin quasi al momento del trionfo, è vissuto nell'ombra, tra i capi « invisibili ». Atteggiamento dell'uomo superiore che sa rimanere modesto quando il suo valore ed il suo zelo di militante lo spingono sempre più in alto? O simulazione dell'ambizioso geniale, capace di armarsi di pazienza e di restare a lungo appartato? Neppure i cinesi sono in grado di rispondere. E gli osservatori stranieri per parecchio tempo non hanno considerato Lin Piao più che un nome su una lista, un personaggio importante ma estraniato dalla vita attiva, forse a causa dell'inferma salute. La sua data di nascita, il 1908, fa di lui un «giovane» nel gruppo dei dirigenti cinesi, dei quali più d'uno ha superato i 70 anni. Oggi Lin Piao ne ha 58. E' nato in un sobborgo della provincia di Hupeh, nella Cina centrale, secondo di sei figli. Il padre possedeva ad Hankow una filanda ed un po' di terra. Il ragazzo potè andare a scuola. Con gli studi, si lanciò nell'azione politica seguendo l'esempio del fratello più anziano, che aveva fatto l'agitatore contro la dinastia Manciù. Dopo di lui un altro fratello ed una sorella si iscrissero al partito comunista fin dagli inizi. " Lin Piao entra adolescente all'Accademia militare di Whampoa (Canton) e ne esce nel 1925. E' il più giovane ufficiale della sua leva. Colonnello a meno di vent'anni, diserta dall'Armata del Kuomintang durante la rivolta di Nanchang e si unisce ai comunisti. Con uomini che diventeranno famosi come Ciu Teh e Ho Lung, eccolo accanto ad un altro ribelle segnato dal destino, Mao Tse-tung. La Quarta Armata Rossa prende corpo ; egli ne diviene il comandante. A 27 anni partecipa all'epopea della «lunga marcia ». Giunto a Yenan, organizza nelle grotte una scuola politica e militare in funzione anti - giapponese. Sposa una giovane comunista, Liu Si-ming, che gli darà due figli, un maschio ed una femmina. Nel 1937 divampa la guerra cino-nipponica. Lin Piao vince la prima importante battaglia contro i giapponesi a Ping Sing-kuan, nella Cina settentrionale. Ma è seriamente ferito in combattimento. Viene mandato a Mosca per curarsi e ci rininne dal '38 al '41, imparando a parlare il russo correntemente. Al ritorno dall'Urss, la sua salute non si è del tut to rimessa. A Mosca l'han no curato di tbc, e la ma lattia non è completamente guarita. Lin Piao deve adat tarsi. Gli affidano (insieme con Ciu En-lai) una missione di collegamento presso Ciang Kai-scek a Ciungking. Prende lezioni di in glese da un missionario americano. Nel maggio del '43, a Yenan, si dedica all'addestramento delle truppe o a n d o e a è a a e e o o l e comuniste, che fin allora avevano combattuto disordinatamente al di là delle linee giapponesi: insegna loro la guerriglia organizzata e sostenuta dalla popolazione civile, la lotta a corpo a corpo, il tiro. Quando l'Impero del Sol Levante capitola nel- '45, l'Armata Rossa cinese ha migliorato notevolmente i quadri dirigenti e gli effettivi. Lin Piao la perfeziona ancora per due anni, e la impiega con rapidi successi in una brillante operazione che è il suo primo grande titolo di gloria: la conquista della Manciuria (1948), di dove, partendo dalle campagne tenute in parte dalle sue truppe, si impadronisce delle città difese dalle forze di Ciang Kai-scek. La sua reputazione di grande stratega e di capo militare è al colmo con la guerra in Corea, scoppiata nel 1950, meno d'un anno dopo la presa del potere da parte di Mao. Le forze cinesi e nord-coreane non possono tuttavia tener testa al potente esercito americano se non grazie al poderoso aiuto dell'Urss, che ha dotato le truppe comuniste di un armamento più pesante e moderno. Finita la guerra, si doveva continuare sulla stessa strada, puntare sulla tecnica e l'equipaggiamento e di conseguenza dipendere largamente dall' assistenza militare sovietica? Sapevamo già in Occidente che, a questo proposito, vn furono negli anni '50 a Pechino due correnti di pensiero. Ma di recente ne abbiamo avuto la conferma, con la « rivoluzione culturale » e le « purghe ». Dai testi ufficiali sappiamo pure che. all'indomani del conflitto coreano, vi fu in seno all'esercito una dura lotta tra le opposte tendenze. Bisogna — dicevano gli uni — che l'Armata cinese abbandoni definitivamente la mentalità ed i metodi della guerriglia, ormai superati, per diventare un esercito moderno ispirato al modello sovietico. Occorre invece — sostenevano gli altri — procedere sì ad una certa modernizzazione, sicuramente necessaria, ma senza venir meno ai sistemi ed allo spirito che avevano reso invincibile da un quarto di secolo l'Armata gloriosa di Mao Tse-tung. I metodi maoisti della « guerra popolare » devono avere il sopravvento nell' addestramento degli uomini, perché le armi hanno minore importanza del bagaglio spirituale, cioè della formazione ideologica dei combattenti. Era il tempo in cui il regime, lanciando il suo primo piano quinquennale (1053), si rimetteva largamente all'aiuto sovietico. Per marciare più spediti, i cinesi imitavano in parec¬ cAulPDplc«ntsadzSlca chi settori i modelli russi. A Mosca invece si apriva un'epoca nuova, il post-stalinismo, ed i rapporti con Pechino si raffreddavano. Data la situazione, non sorprende che la lotta nell'esercito cinese si sia conclusa con la vittoria dei « professionisti », che erano filo-sovietici e promettevano, per di più, l'assistenza dell'Urss nel campo atomico. Era infatti la vittoria del comandante delle forze armate Peng Ten-huai. Se ragioni di salute spie¬ gano in parte la sconfìtta di Lin Piao, esse non sono le sole. Lin Piao era uno dei capi della scuola opposta, quella degli antichi partigiani della rivoluzione, sostenitori accaniti dei metodi della guerra popolare. La sua disgrazia durerà fin quando brillerà la stella di Peng Ten-huai. La modernizzazione dell'esercito cinese e la sua trasformazione sul modello sovietico incominciano nel 1954 sotto la direzione di Peng. Un nuovo regolamento militare crea per la prima volta gradi, carriera, decorazioni, paghe differenziate. L'uniforme perde la sua1 semplicità. L'Armata Rossa sforna marescialli che sembrano rifatti, coi petti coperti di medaglie, su quelli di Mosca. Nel '55 il volontariato è sostituito dalla coscrizione obbligatoria. Questi mutamenti non avvengono senza contrasti. I fautori del nuovo esercito si scontrano con i partigiani dell'antico. I commissari politici, rimasti in carica, si intendono male con gli ufficiali. L'Armata critica le milizie rurali; si creano fratture e distanze tra le truppe ed il popolo, tra ufficiali e soldati. Una certa reazione avviene nella primavera del '58. Peng Ten-huai è messo sotto accusa davanti alla commissione militare del Comitato centrale, l'organo-chiave che trasmette all'esercito la volontà del partito. Ricompare Lin Piao, che risale la corrente ed è nominato vice-presidente del Comitato centrale. Di più: egli diviene uno dei « sette grandi » della Cina entrando nel comitato permanente dell'ufficio politico, organo supremo del potere. Siamo nel maggio 1958, mentre il congresso del partito prepara il lancio delle « comuni popolari » e del «grande balzo» economico. Questo indirizzo nuovo provoca una scossa profonda e suscita dissensi vivissimi. Chi è il principale oppositore? Il maresciallo Peng Ten-huai, come documenti ufficiali confermano. Sfortunatamente per lui, lo smacco subito dalla Cina alle Quemoy in settembre accentua la sua disgrazia. L'Urss non vuole correre rischi e rifiuta l'aiuto atomico; Kruscev teme di avventurarsi in un conflitto che trascinerebbe gli Stati Uniti. La disputa cino-sovietica si aggrava nel '59. In giugno il Cremlino annulla un accordo dell'ottobre '57 che lo impegnava a fornire ai cinesi la bomba atomica. Peng Ten-huai visita in estate Mosca e l'Europa dell'Est ed ha un colloquio con Kruscev. In agosto si scatena una violenta battaglia nel Comitato centrale riunito a Lushan in un'atmosfera di crisi provocata dalle difficoltà iniziali delle « comuni » e del « balzo in avanti ». Peng si fa portavoce di quanti vorrebbero interrompere l'esperimento e salvare l'alleanza con l'Urss: lo accusano di « crimini di destra », ed è destituito da tutte le funzioni con parecchi dei suoi collaboratori più vicini. Un mese dopo Lushan, il 17 settembre '59, la disgrazia di Peng è annunciata senza spiegazioni. Lin Piao è nominato al suo posto ministro della Difesa e capo dell'esercito dal nuovo presidente della Repubblica, Liu Sciao-ci. Ma per altri sette anni l'astro sorgente avrà la modestia, o l'abilità, di far parlare assai poco di sé. L'importanza delle forze armate nella vita del paese crescerà più rapida e visibile dell'ascesa dell'uomo che le comanda. Robert Guillain Copyright di « Le Monde » e per l'Italia de «La Stampa» Il ministro cinese della Difesa, Lin Piao, a Pechino durante una manifestazione delle «guardie rosse» (Tel.)