Fanfani invita l'Onu a fare la pace nel Vietnam di Nicola Caracciolo

Fanfani invita l'Onu a fare la pace nel Vietnam Fanfani invita l'Onu a fare la pace nel Vietnam Il nostro ministro ha aperto come presidente la 21° Assemblea generale - Il suo mandato è scaduto: sostituito da un afghano - Ricordando il mònito di Paolo VI, Fanfani ha detto: «Abbiamo il dovere di esplorare con tenacia le vie di una pace ormai assolutamente necessaria » - Appello alle N. U. ad estendere la loro autorità « in tutte le regioni del mondo » (chiaro accenno alla Cina) (Dal nostro corrispondente) Washington, 20 settembre. La ventunesima Assemblea delie Nazioni Unite è stata inaugurata oggi a New York da Amintore Fanfani, presidente della precedente sessione. Il primo punto all'ordine del giorno è stato l'elezione del nuovo presidente, l'afghano Abdul Rahman Pazhwak. I lavori andranno avanti, è previsto, fino al 20 dicembre e avranno per oggetto essenzialmente tre questioni principali: il disarmo, il controllo nucleare e l'ammissione della Cina comunista sulle quali si prevede che ci sarà in Assemblea battaglia aperta. Il problema del Vietnam non è nell'agenda dei lavori, ma costituisce egualmente il punto dolente dell'attuale situazione mondiale, l'ostacolo che blocca il processo della distensione. II discorso inaugurale di Fanfani con il quale sono esorditi i lavori è cominciato con un riferimento al Vietnam. i L'anno scorso — ha detto Fanfani — l'Assemblea generale si è riunita in circostanze che parvero di buon augurio. Al momento di cominciare i lavori della 20' sessione gli sforzi di numerosi paesi e dell'Onu avevano permesso a due Stati membri (cioè all'In dia e al Pakistan) di porre fine ad aspri combattimenti « Quest'anno — ha proseguito Fanfani — i nostri lavori cominciano in un momento in cui né la sospensione dei bombardamenti intervenuta dopo la fine della 20" sessione, né le iniziative e gli sforzi successivi hanno posto fine a un altro conflitto generatore di preoccupazioni, di miserie e di lutti. All'inizio della ventunesima sessione sorge spontaneo l'ardente voto che compaiano all'orizzonte sicuri segni di pace, in modo da intravedere l'inizio di costruttivi negoziati per arrivare onorevolmente per tutti a una soluzione che permetta alle popolazioni del Vietnam, libere e indipendenti, di vivere in pace, prospere e serene ». Fanfani ha concluso questa parte del suo discorso citando Paolo VI: «Il !, ottobre 1965 tutti applaudimmo il Papa venuto per anticiparci l'ammonimento ripetuto ieri al mondo: "Mai più la guerra". Anche per coerenza all'applauso tributato un anno fa al solenne ammonimento ci incombe il dovere di esplorare con tenacia e costanza le vie di una pace ormai assolutamente necessaria per la libertà; il progresso ed il benessere di tutte le genti ». Il presidente Fanfani ha tuttavia ammesso che l'Onu in questo momento non ha la possibilità di influire diretta¬ mente sulla soluzione del conflitto. Ed è questo in sostanza il nocciolo delle difficoltà attuali dell'organizzazione che, nata per bloccare il sorgere di conflitti, non ha strumenti politici per intervenire nella più grave crisi mondiale dopo la guerra di Corea. Fanfani ha chiesto quindi a Thant di rimanere Segretario delle Nazioni Unite. Ha continuato indicando quelli che sono, a suo avviso, i principali problemi che l'Onu deve in questa sessione affrontare: cioè nell'ordine la questione finanziaria, quello delle missioni di pace dell'Onu e quello di estendere l'autorità dell'Onu « a tutte le regioni del mondo », secondo i principi di universalità della Carta di San Francisco. In sostanza quest'ultimo è il problema dell'ammissione della Cina alle Nazioni Unite, che potrà essere risolto, secondo Fanfani, senza derogare dai principi dell'Onu, se tutti i Paesi membri dell'organizzazione daranno prova « di saggezza e di senso di responsabilità ». A questo punto saranno realizzate le condizioni indispensabii: per il rinvigorimento dell'organizzazione, che dovrà quindi passare all'attuazione di un programma- per < l'equilibrato sviluppo economico e sociale di tutti i po- poii». GÌ: aiuti ai Paesi in via di sviluppo sono ancora insufficienti e i crediti me.-:si a loro disposizione lo sono ancora a condizioni troppo onerose. Per quanto riguarda il disarmo, Fanfani ha notato come ci si sia molto avvicinati alla conclusione di un trattato per la non utilizzazione a fini militari delle esplorazioni spaziali, il che lascia bene sperare per la conclusione di un trattato più Impegnativo: quello sul disarmo atomico e la non proliferazione. All'inizio dei lavori, è stata ammessa all'Orni la Guyana, che diviene il 118° paese membro dell'organizzazione. Domani avrà inizio la discussione sul rapporto del Segretario generale e il dibattito politico vero e proprio. Nicola Caracciolo