In palio nel Giro del Lazio il titolo italiano di ciclismo
In palio nel Giro del Lazio il titolo italiano di ciclismo In palio nel Giro del Lazio il titolo italiano di ciclismo La corsa odierna è lunga 256 chilometri, con molte salite non troppo ripide - Tre i favoriti: Motta, Gimondi e Zilioli - Quest'ultimo, secondo un'indiscrezione, passerebbe il prossimo anno alla Salvarani (Dal nostro inviato speciale) Santa Marinella, 16 settembre. Il campionato italiano di ciclismo torna a disputarsi quest'anno su una sola prova, in programma domani sulle strade del Lazio, con partenza ed arrivo a Santa Marinella, ridente paese di mare posto a circa sessanta chilometri da Roma. Chi vince è campione; e la gara che decide del titolo vive ore ansiose di vigilia, ore scaldate da un tifo che è nato quasi in sordina, riproponendo alternative che parevano impensabili nel moderno mondo delle due ruote. Tutta la lunga storia del nostro ciclismo è intessuta di questi contrasti fra personaggi famosi. Adesso, a dominare la scena sono in tre, tre ragazzi verdi di età, ma già discretamente ricchi di esperienza, tre ragazzi che, nel volgere di poche stagioni, hanno imparato l'arte di stuzzicare la curiosità del pubblico. Motta, Gimondi, Zilioli: per amore della maglia azzurra la loro rivalità si è assopita al circuito mondiale del Nurburgring, ma è bastata una corsa sola, il Giro dell'Appennino di domenica, per risvegliarla in termini quasi crudeli. I tifosi ricorderanno. Dancelli davanti, in fuga, dietro, a un paio di minuti, Zilioli, Motta e Passuello. Sarebbe bastato un sia pur relativo impegno da parte d! Motta e i sogni di Dancelli sarebbero andati in fumo. Motta, però, è compagno di squadra di Dancelli, il suo compito era quello di restare nella scia di Zilioli per aiutare l'azione del bresciano. Nulla da eccepire, ma a Zilioli è rimasto l'amaro in bocca. Non che Italo si lamenti o si sprechi in critiche inutili e ingiuste, Motta proprio non poteva comportarsi altrimenti. Però, quanto darebbe il torinese, per rendere domani la pariglia al brianzolo? Accanto ai due, Gimondi. Un Gimondi reduce da una stagione ad alti e bassi. Parigi-Roubaix e Parigi-Bruxelles, in apertura, un vero trionfo. Poi, una parentesi grigia, fiorita qua e là da polemiche e da critiche, una parentesi che nemmeno si è chiusa ai campionati del mondo. Quel giorno, il bergamasco è scattato in una fuga solitaria, che, nei piani del commissario tecnico Magni, era tecnicamente valida: o il tentativo miracolosamente riusciva, o gli altri capitani azzurri — Motta e Zilioli — avrebbero potuto trarre profitto per il dispendio di energie degli avversari, obbligati a un duro inseguimento. La tesi, ripetiamo, era tecnicamente valida. Ma il suo fallimento ha suscitato perplessità L'interessato non si è lasciato trascinare in pericolose polemiche. Dai «Mondiali » sino ad oggi, Felice ha gareggiato molto all'estero, in otto corse è finito due volte primo, tre volte secondo, due volte quarto e una volta quinto ed è rientrato mercoledì In Italia. Non sì è sprecato in chiacchiere, rifacendosi al passato. Motta, Zilioli, Gimondi, i tre nomi nuovi del nuovo ciclismo italiano, prendono sul serio la lotta per il titolo. Oggi le promesse di impegno sono promesse genuine. Per domani esiste soltanto il pericolo che una rivalità esasperata induca a qualche eccesso di cautela, capace di lasciar via libera agli «outslders». Il tracciato del Giro del Lazio, per non restringere a pochi concorrenti le possibilità di vittoria, è duro, ma non durissimo, i 256 chilometri di corsa sono ondulati da parecchie salite, nessuna delle quali, però, accusa micidiali pendenze. Molti, quindi, sono i ciclisti che hanno mezzi tali da tentare con buone prospettive una fuga, nel caso che Motta, Zilioli e Gimondi riducessero il loro slancio ad uno stucchevole reciproco marcamento. Dancelli e De Rosso. Bitossi e Mugnaini Taccone e Mealli, Balma mion e Vicentini, Zandegù e Armani, sono pronti a cogliere l'occasione favorevole Oggi, intanto, le ore della vigilia sono riempite dalle voci sui trasferimenti, in vi- sta della prossima stagione. Si dice che Dancelli considererebbe l'eventualità di cambiare compagine. Si sottolinea un colloquio che Zilioli ha avuto ieri con uno dei fratelli Salvarani: a questo riguardo, Luciano Pezzi, direttore sportivo della Casa emiliana, si è affrettato a dichiarare che si è trattato di una semplice chiacchierata amichevole, altri sostengono invece che, nei bel mezzo della chiacchierata, si è parlato anche del futuro. Francamente, propendiamo per questa seconda ipotesi e senza gridare allo scandalo. Se davvero Sanson, come è molto probabile, dovesse ritirarsi nel 1967 dall'attività agonistica, questi cauti approcci rientrano nella logica delle cose. Gigi Boccacini
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