Interrogati i medici che operarono il paziente folgorato dai raggi X di Luciano Curino

Interrogati i medici che operarono il paziente folgorato dai raggi X Le indagini sullo sconcertante caso di Firenze Interrogati i medici che operarono il paziente folgorato dai raggi X Il magistrato ha compiuto un sopralluogo nella sala operatoria - Due ingegneri, per ordine della Procura, esaminano l'apparecchio dal quale partì la scarica - Massimo riserbo sulla grave vicenda (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 12 settembre. Continua l'indagine della magistratura sulla morte di Ulfìo Mordini, folgorato in sala operatoria mentre era sottoposto ai raggi X. L'episodio è grave e delicato, e nessuno vuole fare dichiarazioni prima della conclusione dell'inchiesta. Nemmeno la vedova della vittima vuole parlare. Si chiama Liliana Volponi ed è lei che ha chiesto l'intervento della magistratura prima ancora che il marito morisse. Per la tranquillità di molta gente si spera che l'inchiesta sia rapida e faccia completa luce sul caso. Ci sono stati ammalati, oggi, che hanno avuto paura dell'apparecchio a raggi X. Domandavano: «Non c'è pericolo? Non resterò fulminato? ». Mai i radiologi avevano sentito simili domande. Di questa sconcertante vicenda si conosce bene soltanto la prima parte. Si sa che il 29 agosto Ulfio Mordini, di anni, sbanda con la propria moto e cade, quasi davanti a casa, in via Aurelio Saffi, a Sesto Fiorentino. Ha il femore destro fratturato. Un'ambulanza lo trasporta al Centro traumatologico dell'Inali di Firenze, dove è ricoverato con una prognosi di quaranta giorni. Il primo settembre i medici decidono di aggiustare l'allineamento delle due estremità dell'osso per assicurare una guarigione perfetta. Mordini entra in camera operatoria per un intervento che non è difficile e che al Centro traumatologico viene praticato quotidianamente. I medici seguono l'operazione attraverso un apparécchio a raggi X. Da questo punto, tutto quello die si sa è impreciso e confuso. C'è uno scoppio, una vampata. Mordini viene colpito alla gamba sinistra da una scarica elettrica scaturita dall'apparecchio. Qualcuno è rapido a staccare la corrente. Si ignora però se l'incidente è avvenuto per un corto circuito o perché mancava il cavo di « messa a terra» o per qualche altra ragione. Il Mordini ha riportato ustioni di terzo grado. Lo curano, ma probabilmente non riescono ad evitare la cancrena. Se non è cancrena è qualche altra complicazione, infatti martedì della scorsa settimana si è costretti ad amputare la gamba sinistra. Non è finita. Mordini non si riprende, sta peggio. I medici si affannano attorno a lui. La moglie venuta a trovarlo c a portargli un po' di frutta, 10 trova senza una gamba, con 11 volto tirato e gli occhi accesi dalla febbre. La donna piange, non capisce cosa sta accadendo e quando esce dall'ospedale va alla Procura e chiede l'intervento di un magistrato. Giovedì sera Mordini agonizza. Muore alle 10,30 di venerdì. L'inchiesta è affidata al Sostituto Procuratore dott. Guttadauro. Il magistrato ha compiuto un sopralluogo nella sala operatoria del Centro traumatologico ed ha interrogato i medici dell'equipe che ha operato il Mordini. Ha poi assistito all'autopsia del cadavere e ha chiesto che venga esaminata anche la gamba amputata. L'apparecchio a raggi X ò sotto sequestro. Su di esso verrà eseguita una perizia tecnica degli ingegneri Giani e Bolacchi. Il prof. Scotti, direttore sanitario del Centro dell'Inali, ha detto che la direzione ha rimesso un dettagliato rapporto alle autorità giudiziarie. Impegnato dal segreto istruttorio, non ha voluto fare alcuna dichiarazione sulla vicenda. Nessimo fa dichiarazioni. Il primo a parlare sarà il magistrato e dirà se vi è stato errore o se si è trattato di fatalità. Luciano Curino

Persone citate: Guttadauro, Liliana Volponi, Mordini

Luoghi citati: Firenze, Sesto Fiorentino