In Alto Adige fermate quattro persone giovane ammette di avere sparato

In Alto Adige fermate quattro persone giovane ammette di avere sparato Le indagini per le ultime azioni criminali In Alto Adige fermate quattro persone giovane ammette di avere sparato Il ragazzo, 17 anni, aveva in tasca un sacchetto di pepe: serve ai terroristi per deviare i cani-poliziotti spargendolo in terra - La popolazione di lingua tedesca sembra non più ostacolare l'opera della polizia: positiva la loro reazione al discorso di Moro - Nuove piccole esplosioni in valli deserte (Dal nostro inviato speciale) Bolzano, 12 settembre. Protesi nel tentativo di far naufragare ogni accordo per l'Alto Adige i terroristi insistono nella loro attività. E poiché lo stato di allarme suscitato dall'attentato di Malga Sasso ha reso più ostico il loro compito, essi hanno ripiegato su un programma minore: punteggiare il dibattito del Parlamento italiano con una serie di scoppi e di esplosioni che talvolta mirano a far saltare i tralicci delle linee elettriche, tal altra non hanno alcun bersaglio concreto ma vogliono soltanto destare di soprassalto l'intera popolazione di una val¬ lata diffondendo la. tensione e il panico. L'altra notte, una di queste esplosioni « in bianco » aveva dato l'allarme a tutta la zona di Passo Resia; ieri un secondo scoppio ancora più potente, avvenuto alle 0,45 a San Leonardo di Passiria in località Grafies, ha fatto saltare un traliccio della linea ad alta tensione — 130 mila volt — che attraverso il Passo del Giovo va da Prato Vizze a Merano per poi proseguire fino a Mezzocorona. I carabinieri arrivati sul posto hanno potuto constatare che alla base del traliccio erano state poste tre cariche di alto esplosivo (do- narite) collegate ad un unico congegno ad orologeria. I danni materiali ammontano a circa 300 mila lire, ma più che a quelli i terroristi mirano agli effetti psicologici; sperano cioè che l'opinione pubblica italiana e specialmente il Parlamento, nel calore di una sacrosanta indignazione, finiscano per considerare tutti i 240 mila altoatesini di lingua tedesca come una masnada di fanatici e chiudere definitivamente ogni trattativa per un accordo. Che una tale assimilazione sia arbitraria, ingiusta e inopportuna è confermato da due fatti. Il primo è la sostanziale approvazione del gruppo di lingua tedesca per il discorso pronunciato stasera da Moro al Parlamento, per lo meno in quella parte che è stata trasmessa dal telegiornale. II secondo episodio che conferma la necessità di distinguere fra terroristi e popola zione altoatesina è dato dal comportamento dei valligiani di Prato Vizze durante la seconda cerimonia funebre del vice-brigadiere Eriberto Volg ger svoltasi stamattina nel lo ro villaggio. C'era la banda lo cale nel caratteristico costume tirolese, il tricolore dei com battenti e reduci, cinque sin daci dell'alta valle d'Isarco, e poi tutta la popolazione del paese in mesto corteo. Certo è difficile leggere negli animi della gente soprattutto quando appartiene a una civiltà montanara, riservata e chiusa come questa. Tuttavia è certo che a nessuno dei valligiani di Prato Vizze è passato per la testa di «boicottare» ì funerali perché il povero Eriberto Volgger aveva deliberata mente scelto di indossare la divisa delle guardie di finanza italiane. Polizia e carabinieri, nono stante le evidenti difficoltà del loro compito, stanno facendo ogni sforzo per fare luce sull'attentato di Malga Sasso. Non si cade più nell'errore di muovere grandi unità, di «lanciare elefanti alla carica contro le pulci », al contrario si sta compiendo un pazientissimo lavoro capillare che prima o poi si spera possa dare qualche frutto. Decine e decine di interrogatori, silenziose puntate, sopralluoghi improvvisi nelle località più diverse. Le persone fermate dopo questa lunga azione di setacciamento sono per ora soltanto quattro: due altoatesini bloccati a Campo Tures poco dopo l'attentato di Malga Sasso e due giovani fermati dai carabinieri l'altra notte a Falzes nelle vicinanze di Brunico. Uno di questi due giovani, appena diciassettenne, è stato trovato in possesso di tre etti di pepe. Egli ha dichiarato che gli servivano per « conciare » lo speck, il caratteristico prosciutto affumicato altoatesino. Ma poiché il pepe serve anche ai terroristi per far deviare i cani-poliziotti dalle loro tracce, il giovane è stato sottoposto ad un interrogatorio più minuzioso. Alla fine egli ha confessato di avere partecipato ad una sparatoria ed ha ammesso di essersi sbarazzato poco prima di una rivoltella. I carabinieri infatti poco dopo hanno ritrovato l'arma, al caricatore della quale mancavano alcuni colpi. Gaetano Tumiati

Persone citate: Gaetano Tumiati, Malga Sasso, Moro

Luoghi citati: Alto Adige, Bolzano, Brunico, Campo Tures, Falzes, Grafies, Mezzocorona, Prato, San Leonardo