Un giudice accusa il P. G. della Cassazione di aver mancato ai doveri del suo ufficio

Un giudice accusa il P. G. della Cassazione di aver mancato ai doveri del suo ufficio In una lettera aperta al ministro della Giustizia Un giudice accusa il P. G. della Cassazione di aver mancato ai doveri del suo ufficio 11 giudice aveva denunciato il Primo Presidente di una Corte di appello affermando che aveva promesso ai difensori di un imputato di « appianare ogni cosa » • La Procura, secondo il denunciante, avrebbe dovuto aprire un'inchiesta sull'episodio, oppure punire il magistrato che aveva calunniato un suo superiore ■ Invece non avrebbe fatto né l'una né l'altra cosa ■■; ! ! ! __ (Nostro servizio particolare) Roma, 7 settembre. Un consigliere di Corte d'Appello, il dott. Cesare D'Anna, promosso recentemente dopo avere svolto per numerosi anni la funzione di giudice presso il Tribunale di Roma, ha accusato il Procuratore generale presso la Cassazione dott. Enrico Poggi di non avere dato corso ad una sua denuncia contro un Presidente di Corte d'Appello, che ha lasciato la Magistratura poche settimane or sono per avere raggiunto i limiti di età. E si è rivolto al ministro della Giustizia Reale protestando perché il Procuratore generale dott. Poggi, non avendo ritenuto fondata la sua denuncia, non ha iniziato un procedimento disciplinare contro colui che avrebbe presentato questa denuncia con tanta faciloneria. Il ministro della Giustizia, e la Procura Generale della Cassazione (il dott. Poggi in verità è ancora in vacanza) non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Pertanto non è possibile stabilire se il ministro della Giustizia intende assumere qualclie iniziativa, né per quale motivo il P.G. non abbia compiuto la indagine sollecitata dal dott. D'Anna né per quale motivo non abbia, comunque, sottoposto il magistrato denunciante ad un procedimento disciplinare. Il dott. Cesare D'Anna, nato a Napoli nel giugno 1915, sposato con due figli, in carriera da oltre ventiquattro anni, si è rivolto al ministro della Giù- stizia attraverso una « lettera aperta » pubblicata su un periodico, Pensiero nazionale. Non è questa la sua prima iniziativa del genere perché già in altre occasioni intervenne con alcune denunce per episodi, a suo dire « incresciosi » avvenuti nell'ambito della Magistratura. Innanzi tutto, il dott. D'Anna ha spiegato di essersi indotto a scrivere la lettera perché il ministro, al Quale si era personalmente rivolto, non lo ha mai voluto ricevere. Dopo questa premessa, ha ricordato che qualche mese fa presentò un esposto al P. G. della Cassazione avvertendolo che il Primo presidente di una Corte d'Appello molto importante « ebbe a promettere ai difensori di un imputato che avrebbe appianato la cosa ». « E — commenta il dott. D'Anna nella sua lettera — trattavasi di un reato perseguibile d'ufficio ». «Il dott. Poggi nella veste di P. G. della Cassazione — ha sottolineato nella sua lettera — ha il potere nonché il dovere di promuovere azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Per conseguenza, il dott. Poggi, ufficialmente informato di un fatto gravemente compromissìvo del prestigio e della indipendenza della Magistratura, avrebbe dovuto promuovere azione disciplinare contro il responsabile ancorché questi fosse un ex terzo grado. Ciò non facendo — sembra lecito intuire — il dott. Poggi ebbe a trascurare specifici doveri del suo ufficio ». «Ma, on. ministro — prosegue il dott. D'Anna nella sua lettera — essendo stato l'infor matore ufficiale del dott. Pog si non intendo giudicare. Lascio quindi alla sua saggezza questo delicato compito. Prima di terminare però mi sia consentito di prospettare alcune spontanee considerazioni: il dott. Poggi ha probabilmente ritenuto manifestamente infondata la denuncia. Ebbene, perché non ha fatto in maniera (e ne aveva il potere e il dovere a salvaguardia del pubblico interesse) che un giudice il quale fa denunce manifestamente infondate smetta di fare il giudice per darsi alla raccolta dei vuoti della Coca Cola? ». Il primo presidente di Corte d'Appello che, secondo il dott. D'Anna, avrebbe violato la legge promettendo ai difensori di un imputato che « avrebbe appianato ogni cosa * è il dott. Bruno Liguori di Roma, che è andato in pensione di recente. Alcuni anni or sono il dott. D'Anna, nella funzione di Pretore, incriminò un avvocato durante un dibattimento per oltraggio. Il procedimento fu celebrato all'Aquila perché la legge stabilisce che un processo nel quale è in- teressato come imputato o come parte un magistrato deve esser preso in esame da giudici di una Corte di Appello diversa da quella di cui fa parte il magistrato stesso. Il Tribunale dell'Aquila prosciolse l'avvocato incriminato per insufficienza di prove. « Sono in grado di poter affermare — ha detto questa sera il dott. D'Anna — che l'allora primo presidente della Corte d'Appello di Roma dott. Bruno Llguori assicurò ai difensori dell'avvocato imputato che avrebbe appianato ogni cosa». S- S fi Procuratore generale dott. Enrico Poggi (Telef.)

Luoghi citati: Napoli, Roma