Crisi di oggi e rimedi per il futuro

Crisi di oggi e rimedi per il futuro Crisi di oggi e rimedi per il futuro Indispensabile (e giusto) il controllo antidoping - Occorrono tuttavia maggior chiarezza e norme più precise Due notizie nel confuso momento che il ciclismo ?nondialc sta rivendo. Una viene da Genova, l'altra da Milano. A Genova, gli organizzatori del circuito dell'Appennino, in programma per domenica prossima, trascorrono ore di ansia per la loro manifestazione. Motta e Zinoli .•.olio squalificati, Gimondi, Bitossi e Mugnaini, a quanto pare, sono impegnati in una riunione in Francia; due sole squadre, finora, hanno inviato l'adesione ufficiale. I responsabili del circuito dell'Appennino fanno i conti, prospettando anche la amara eventualità di rinunciare alla loro bella manifestazione. Nulla di deciso, comunque: un semplice timore clic speriamo le circostanze facciano svanire nei prossimi giorni. La seconda notizia è di fonte milanese e precisa la posizione della Lega italiana del professionismo di fronte alla dura sanzione presa dalla Uci contro Altig, Anquetil, Motta, Zilioli, Stablinski e Poulidor. Si tratta di un lungo comunicato che ribadisce, in tono calmo e misurato, l'opinione secondo la quale l'Unione Ciclistica Internazionale ha giudicato e punito i sei ciclisti colpevoli di non essersi presentati al controllo antidoping predisposto al Niirburgring violando il regolamento stabilito a Ginevra il marzo scorso. Regolamento che prevede come le due branche in cui si divide il ciclismo internazionale, vale a dire la Federazione professionistica e la Federazione dilettantistica, siano le sole ad esser autorizzate ad esaminare ed eventualmente a colpire i propri affiliati. L'opinione di Rodoni, na¬ turalmente, è contraria, sta di fatto che la Lega del Professionismo italiana, sabato a Bruxelles presenterà le sue conclusioni alla riunione della Federazione internazionale del Professionismo: se queste conclusioni verranno accettate dalla maggioranza, le punizioni stabilite a Francoforte dall'Uci potrebbero venire considerate come ine¬ sistenti. O, meglio, si potrebbe stabilire una sospensione della pena sino al 21, di novembre, quando, al congresso dell'Uci di Ginevra, l'intera vertenza verrà riesaminata per un verdetto definitivo. E in quel giorno, a Ginevra, se risultasse esatto il punto di vista del Professionismo, sarebbero inevitabili le dimissioni del con¬ siglio direttivo della Uci, presieduto, come è noto, da Rodoni. Già al primo commento delle decisioni prese a Francoforte, s'era sottolineata la mancanza di chiarezza in una materia tanto delicata, specie in un momento in cui si stabiliva una prora di forza che investiva notevoli interessi. Una settimana di discussioni e di ricerca di esatta interpretazione di regolamenti non ha certo concorso a chiarire le idee in maniera definitiva. Al contrasto fra interpretazioni diametralmente diverse, si è aggiunto un ulteriore motivo di dissidio tra un ente che Ita giudicato severamente (e che sostiene come corridori e commissari tecnici fossero informati del controllo antidoping e della possibilità di seri guai in caso di evasione) e gli atleti giudicati che, invece, sostengono di non aver mai appreso in via ufficiale dell'esistenza della norma e delle sanzioni che tale norma prevedeva. Nessuno dice che la Uci abbia torto nella sua guerra all'uso ed all'abuso di eccitanti. Però, da parte del professionismo, si ritiene che il comportamento della Uci è uscito dalla legalità delle norme che regolano proprio la vita della stessa Uci. Ma allora perché — e l'interrogativo sorge spontaneo — il signor Duchateau, presidente della Federazione Internazionale del Professionismo, che fa parte proprio in tale veste del Comitato Direttivo dell'Uci che ha stabilito le sanzioni, non s'è accorto della illegalità e non l'ha denunciata durante la seduta della Uci a Francoforte? Gigi Boccacini

Persone citate: Anquetil, Bitossi, Gigi Boccacini, Gimondi, Motta, Mugnaini, Poulidor, Stablinski, Zilioli