Il ministro degli esteri rumeno a Roma parla del Vietnam con Moro di Fausto De Luca

Il ministro degli esteri rumeno a Roma parla del Vietnam con Moro La visita in Italia di Corneliu Manescu Il ministro degli esteri rumeno a Roma parla del Vietnam con Moro Per riportare la pace, dice, sono necessari «passi da tutte le parti» e inoltre che « tutte le parti si attengano al principio della non interferenza » - Lungo colloquio con Fanfani sulla politica internazionale e sui rapporti economici tra Romania e Italia Si prevedono accordi per importanti commesse affidate alle nostre maggiori industrie (Nostro servizio particolare) Roma, 5 settembre. H ministro degli Esteri rumeno Corneliu Manescu, giunto questo pomeriggio a Roma-Ciampino, dove è stato ricevuto dal ministro degli Esteri italiano Fanfani, ha iniziato immediatamente i suoi colloqui politici, con un primo incontro alla Farnesina e successivamente con una visita al presidente del Consiglio Moro. Il colloquio a Palazzo Chigi, cui era presente il ministro Fanfani, è stato cordialissimo e di rilevante interesse per le due parti. Il ministro Manescu ha manifestato subito il carattere dell'attuale linea politica della Romania, che è aperta al colloquio con gli altri Paesi, è caratterizzata da molto equilibrio all'interno del mondo comunista, rivela curiosità e prontezza per il dialogo con l'Occidente. Per tali suoi caratteri la Romania risulta un interlocutore particolarmente efficace per l'Italia che a sua volta persegue una linea estremamente aperta verso i Paesi dell'Est europeo sensibili al dialogo, come la Jugoslavia anche per vicinanza geografica, e la Polonia anche per la presenza della forte componente cattolica della popolazione. Nel corso della conversazione si è parlato anche del conflitto vietnamita (le tensioni internazionali e gli sforzi per attenuarle figurano al primo punto nell'agenda dei colloqui). Il ministro Manescu ha ricordato che nella recente conferenza di Bucarest fu manifestata la solidarietà dei Paesi comunisti per il Vietnam, precisando poi che la Romania ritiene necessario per la soluzione del conflitto che siano fatti « passi da tutte le parti » e che « tutte le parti si attengano al principio della non interferenza ». La prima giornata si è conclusa con un pranzo a Villa Madama offerto dal ministro Fanfani. Sono intervenuti i ministri Piccioni, Pieraccini e Tremelloni, i sottosegretari Lupis, Oliva e Zagari, il capo del ce rimoniale diplomatico della Repubblica Corrias, Tarn basciatore d'Italia a Buca rest Moscato, i consiglieri diplomatici del presidente della Repubblica Malfatti e del presidente del Consiglio Pompei, alti funzionari della Farnesina e numerosi esponenti del mondo econo mico, tra i quali il presidente dell'In, Petrilli; dell'Eni, Boldrini; dell'Ice, Donati; della Fiat, Agnelli; dell'Alfa Romeo, Luraghi ; il consigliere delegato dell'Olivetti, Peccei. Da parte rumena, con il ministro de gli Esteri e la signora Manescu, vi erano l'ambascia tore a Roma Bortica, i di rettori generali del ministero degli Affari esteri Bogdan e Oancea, il direttore generale del ministero del Commercio estero Leonte Il ministro Fanfani brindando in onore dell'ospite ha messo in rilievo l'impor tanza della ripresa dei rap porti tra i due paesi nono stante il diverso sistema po litico e la diversa ispirazio ne ideologica dei rispettivi sistemi economici e sociali. « Questa cooperazione — ha aggiunto Fanfani — differenziata a seconda dei settori, potrà certo inserirsi in un dialogo che ci auguriamo sempre meno difficile e più articolato ed approfondito, diretto a consolidare le basi dell'attuale assetto europeo^ anche attraverso l'attenta ricerca dei tempi, dei modi, dei metodi, degli obiettivi, dei promotori delle iniziative capaci di consolidare la pace nella sicurezza e la cooperazione nella prosperità per tutti i popoli ». I colloqui continueranno domani e mercoledì, inve stendo non soltanto i temi politici ma anche i rapporti economici e culturali, con la partecipazione di esperti dei due paesi. Oltre al Vietnam, si par lerà dei problemi dell'Onu del disarmo, della sicurezza europea. Sul piano bila ferale, saranno esaminati i possibili favorevoli sviluppi dmbtgbcdLplci della collaborazione economica e tecnico-scientifica in base all'accordo già esistente tra Italia e Romania. Negli ultimi anni l'interscambio italo-rumeno è andato crescendo con reciproca soddisfazione delle due parti. Le nostre esportazioni (soprattutto impianti industriali completi, chimici, petrolchimici, meccanici) ammon¬ tarono nel 1964 a 26 miliardi di lire e, nel 1965, a 29 miliardi ; le nostre importazioni (soprattutto derrate alimentari, carne, materie prime e in primo luogo legname) ascesero a 34 miliardi di lire nel 1964 e, l'anno dopo, a 38 miliardi. Nel quadro dell'accordo di cooperazione sono stati conclusi diversi affari e al¬ tri se ne prospettano ai quali sono interessate importanti industrie italiane. Da parte rumena sarà anche sollecitato lo sviluppo degli scambi culturali tra i due paesi. Sarebbe proposta, in particolare, l'apertura di un istituto italiano di cultura a Bucarest e dell'Accademia rumena a Roma. Fausto De Luca