I prezzi in Italia sono quasi stabili di Ferdinando Di Fenizio

I prezzi in Italia sono quasi stabili// miglioramento è confermato da tutti gli inditi I prezzi in Italia sono quasi stabili Alla ripresa autunnale, lmentre si stanno iniziando nuove trattative sindacali che interessano milioni di lavoratori, può avere interesse il seguire l'andamento dei prezzi nel nostro paese. Vediamone le variazioni di anno in anno, ponendo a raffronto, per evitare fluttuazioni poco significative, i dati medi del primo semestre del '66 con quelli del primo semestre del '65. E così per ogni periodo precedente. Il sistema dei prezzi è studiato principalmente con l'aiuto di tre indici. I primi due su base 1953. Il terzo, di più recente elaborazione, su base '61. Si tratta dell'indice dei prezzi ingrosso; dell'indice dei prezzi al minuto; infine dell'indice del costo della vita, che rispecchia solo particolari gruppi di prezzi (alimentazione, abbigliamento, risorse energetiche, abitazioni, consumi vari). Sono le quotazioni (e soltanto quelle) che interessano una tipica famiglia di operai ed impiegati, nel suo abituale bilancio mensile. Ecco dunque che si ottiene, a primo sguardo. Durante il primo semestre del '66 (rispetto al primo semestre del '65), l'indice dell'Istituto Centrale di Statistica dei prezzi ingrosso si è accresciuto del 2,3 %. L'indice dei prezzi al consumo, negli stessi raffronti, del 2,7%. Infine, l'indice dei prezzi accolti nel eosto della vita si è accresciuto sulla stessa base, del 2,4 %. Ecco allora qualche riflessione. * * La prima riguarda l'an damento dei prezzi in Italia, nel tempo. Osserviamo l'andamento dell'indice dei prezzi al consumo, raffrontando il primo semestre di ciascun anno con il corrispondente dell'anno precedente. Nel '62, vi fu un incremento del 3,9 % ; nel '63 del 7,6% ; nel '64 del 5,6%. La stretta monetaria iniziata nel secondo semestre del '63 e proseguita nel primo semestre del '64 comincia a mostrare i suoi primi lievi effetti. Proseguiamo, 1965: aumento del 5,2 %. Infine, per il più recente 1966: aumento del 2,7 %. Come si vede, siamo ritornati ad un livello di quasi normalità. Anzi, in posizione vantaggiosa rispetto ad altri paesi, come vedremo. Seconda riflessione. Vi è un notevole parallelismo nell'andamento dei vari indici. Ciò significa non soltanto che il movimento di stabilizzazione si è iniziato già da qualche tempo. Ma che si è chiusa la « forbice dei prezzi ». Può osservarsi, quando i prezzi all'ingrosso sono stabili od in diminuzione; i prezzi al minuto (e, di conseguenza quelli accolti nel costo della vita) sono invece in aumento. Questa situazione, osservata in Italia anni addietro, è di grave danno per le imprese che si trovano spesso con eosti crescenti (essendo dominati dal lavoro) e con ricavi in diminuzione (rispecchiati dai prezzi all'ingrosso). Scendiamo all'analisi. A che attribuire il più modesto incremento, nei vari indici? Per quanto riguarda i prezzi all'ingrosso, hanno attenuato la loro ascesa i prezzi dei prodotti agricoli. Il loro indice settoriale è stato in aumento sino agli inizi del '66. Allora ha raggiunto quota 130. Dopo di allora è sceso lentamente. Oggi è a quota 125. Gli agricoltori se ne lamentano. La economia nazionale ne trae vantaggio non solo per il maggior potere di acquisto dei lavoratori, ma anche perché gli agricoltori sono sospinti a migliorare i loro processi produttivi. Nel quadro dei beni di consumo, il minor incremento si riferisce ai prodot ti alimentari, che risentono, ,,, , 1 j • il dell andamento dei prodottiagricoli. Lo stesso può dirsi per il costo della vitaQuest'ultimo tuttavia risente, in particolar modo, del¬ laumento dei prezzi dei ser vizi di abitazione (a loro volta dominati dalla crisi edilizia), nonché dei servizi in generale. Si tratta, in questo caso, dei servizi di trasporto, che sono offerti spesso da imprese « autonome » ; sotto la sorveglianza di enti locali. Quivi si ebbero, anche recentemente, incrementi tariffari: a parziale risanamento di bilanci dissestati. Come si vede, non vi sono in economia decisioni che abbiano soltanto ripercussioni favorevoli o desiderabili. E' invece la regola, una lunga catena di conseguenze, favorevoli e sfavorevoli. * * Ultima possibile linea di indagine : l'andamento dei prezzi in Italia, rispetto al l'estero. In questo caso, ogni paragone non può essere che grossolano ed approssimato, per le differenze esistenti nei metodi di calcolo dei vari indici; per i divari nei periodi di riferimento, ecc. Comunque, volgendo la attenzione all'indice dei beni di consumo, ecco qualche dato significativo. Questo indice dei prezzi è aumentato di circa il 2,7%, durante l'ultimo anno. Una variazione sostanzialmente analoga si osserva in Norvegia e nella Germania Occidentale. Essa è lievemente più elevata in Francia, che ha seguito tuttavia una politica monetaria non molto dissimile dalla nostra. Così i paesi appartenenti al primo gruppo sono già stati tutti ricordati. Hanno prezzi al minuto in dinamica ascendente più elevata della nostra, la Gran Bretagna (4%), il Belgio (4,8%). In Svezia ed in Svizzera, notoriamente ben amministrate, l'aumento dei prezzi al minuto è stato del 5%, durante l'ultimo anno. In Jugoslavia, economia socialista, del 36%. Il nostro aumento nelle quotazioni è inferiore persino a quello dello Stato guida per l'Occidente: gli Stati Uniti d'America. Ciò spiega, in parte, il forte aumento delle nostre esportazioni ; il miglioramento delle riserve auree; 10 stimolo che viene da ogni parte ad una ripresa degli investimenti, a confermare 11 tono d'una congiuntura, che si direbbe migliorata durante i mesi estivi. Ferdinando di Fenizio