Abiti che «fanno colpo» ma non durano una stagione

Abiti che «fanno colpo» ma non durano una stagione I nuovi orientamenti della moda parigina Abiti che «fanno colpo» ma non durano una stagione La ricerca del sorprendente sembra sostituirsi alle creazioni, apparentemente più semplici, del buongusto e dell'eleganza - E la ragione è soprattutto commerciale: i modelli stravaganti esauriscono in un attimo i loro motivi di richiamo, e allora bisogna cambiare Le scarpe italiane da donna, siano di lusso o di serie, dominano sempre il mercato mondiale. Ma l'unico big internazionale, attualmente, è francese. Sembra quasi che solo le sue scarpe sian più e meglio che scarpe, e che solo avendole ai piedi le donne si sentano più e meglio che donne. C'è poco da ridere. Questi sono i misteri della moda. E' una solida usanza parigina — sin da quando questo creatore di calzature era da Dior, e ancor più da quando si è -nesso in proprio — fare una capatina da lui, scarpe a parte. Ci si va per posare temporaneamente un pacchetto, per sostare tra due appuntamenti, per sentirsi chez soi. Si è certi d'incontrare gente interessante, signore in vista per eleganza, mondanità, talento o anche solo ricchezza; e di cogliere a volo la € frase del giorno », l'ultimissima notizia di moda, in quel gergo volante ed esclamativo ch'è il dialetto mondano di Parigi. Qui si pratica il culto di Saint-Laurent, oltre a creare le calzature per le sue collezioni. Non voglio dire che le signore che si vestono altrove non siano am¬ messe. Assolutamente no. Ricevono anche sinceri complimenti per la loro eleganza. Ma ecco: Yves è un'altra cosa. E se non si adoperano, a suo riguardo, aggettivi come « utiico, sublime, divino» è solo perché sono completamente out, fuori moda. Misteri, anche questi: e c'è poco da ridere. Com'è noto, Yves SaintLaurent, per elezione, è il beniamino della stampa di moda americana, che da alcuni anni, puntualmente (salvo al momento dell'effimera ma disastrosa fiammata Courrèges), gli decreta un trionfo, cui docilmente si accodano le opinioni degli altri. La scorsa stagione Yves aveva fatto gli abiti baby-doll, le brevi camiciole trasparenti con fasce di lustrini, tutta una specie di alta moda yé-yé. Ma ai primi di giugno sconfessò questa tendenza, preannunciando un ritorno alle nonne del buon gusto e della distinzione. Ai primi di luglio (misteri! misteri.'!, cambiamento a visto. A distanza di tre settimane scarse dalle collezioni, Saint-Laurent dichiarava, allo stesso quotidiano di moda americano, che « l'eleganza, c'est fini » e che €un altro modo di essere» l'ha sostituita. Il giovane creatore aggiungeva inoltre che, un mese prima. doveva essere depresso, ma da allora aveva cambiato idea. Ha cambiato idea, e ha avuto, puntualmente, il suo trionfo per gli abiti sui quali si stagliano, prendendo tutta una parte del corpo, disegni pop di enormi gambe e di teste dalle labbra in rilievo. Conoscendo il talento dell'amico Yves, non dubito che siano modelli divertenti, non privi di gusto, persino geniali. Ma non è il genere che le signore portano volentieri. Le signore Cnon solo quelle della suprema mondanità cosmopolita, che in definitiva costituiscono un gruppo numericamente limitato, ma anche l'enorme massa delle signore che amano la raffinatezza, la distinzione), le signore continuano a preferire il genere d'alta moda che. si coltiva, per esempio, da Givencliy. E' interessante notare con quanto fervore quest'ultimo viene denigrato dai sostenitori di Saint-Laurent. C'è poco da ridere, perché questi misteri della moda non sono poi tanto misteriosi. Basta tener presente che. anche in questo regno della frivolezza è in atto una guerra. Una « guerra di classe», s'è detto: o anche, in modo più attendibile, una «guerra di generazioni». Sciocchezze. E' una guerra in fondo alla quale sta un mucchio di quattrini, e quindi serissima. Come il mondo dei giovadi arrabbiati (capelloni e no) si è rivelato fonte di enormi guadagni nel ramo abbigliamento, così pure un certo ambiente sociale, febbrile e, festaiolo, costituisce un magnifico mercato, disposto ad accettare, in luogo dell'eleganza, il < sorprendente ». Quest'ultimo si esaurisce all'istante, deve essere subito sostituito. E affinchè il ricambio circoli rapidamente, e senza intoppi, non debbono esserci remore morali o estetiche. In tanta confusione dei valori, non fa meraviglia che anche il brioso dialetto della mondanità parigina — così capace, un tempo, di sublimare in una battuta la realtà di fatti, versone, cose. — sia diventato meccanico e inconsistente. L'ultima volta ch'io vidi Parigi... era una città diversa da quella che ora ritrovo ad ogni nuova visita. La moda parigina non si aggrappava a un genere da striptease, la stagione delle sfilate di moda, aureolata di mondanità, era un avvenimento dell'intelligenza. Le strade non erano invase di sciatteria (non solo giovanile). Si respirava un'aria frizzante, sollecitante. Tutto poteva, tuffo doveva cambiare. Ma perché proprio questo? Biki

Persone citate: Yves Saintlaurent

Luoghi citati: Parigi