Musiche dal Settecento a Patrassi annunciate dalla Settimana senese

Musiche dal Settecento a Patrassi annunciate dalla Settimana senese Musiche dal Settecento a Patrassi annunciate dalla Settimana senese L'opera di Guido Chigi Saracini continuata con intelligente energia da Mario Fabbri - Quest'anno sarà presentato un programma di alto valore intrinseco e di precisi richiami storici - Dall'oratorio « Gain » di Alessandro Scarlatti agli «Astrologi immaginari» di Paisiello al concerto dedicato al solo Busoni - Non esclusi lavori di chiara modernità (Dal nostro inviato speciale) Siena, 1 settembre. La Direzione artistica dell'Accademia musicale chigiana e delle congiunte Settimane senesi è da quattro anni affidata al professor Mario Fabbri. E' doveroso lodarne la continua dignità, la dirittura, improntate di competenza e dì amore. Occorreva perseve rare nei proponimenti di colui che ventitré anni or sono istituì l'Accademia; le die il suo nome, la ospitò nella sua trecentesca magione a Siena, la finanzia, molto sacrificando i beni aviti, ne difese l'esistenza spesso aggredita, la volle severa e lieta e propizia agli studi e alla fortuna dei giovani, sempre mirante alla cultura, all'arte, come chiara e spontanea e vigilata espressione sentimentale e lirica specialmente italiana. Non era agevole ai nostri tempi tumultuosi e avventati e perplessi seguire la traccia dei primi consiglieri di Guido Chigi Saracini, pedagoghi, oltre che concertisti valentissimi; e basti perciò ricordare Alfredo Casella e Arrigo Serato e l'attività collegiale per l'iniziale Illuminazione ed il culto della vasta opera di An ionio Vivaldi Non era agevo le E tuttavia la guida del professor Fabbri persevera nel raggiungimento degli scopi; e, com'è pur necessario, li rinnova. Di qua l'Accademia perfeziona gli allievi secondo 1 metodi dei docenti, di là l'annua Settimana riporta alla luce culturale e storica Insigni esemplari di quel che nello spirito e nella forma fu pregio e vanto dell'arte nostrana Il pubblico ignora, è ammissibile, il travaglio della cultura, specialmente di quella musicale. Per molti la musica è non più che un passatempo. Ma ai migliori fra gli amanti dell'arte interesserebbe in più casi sapere quanto lavoro e quanta scienza concorrano alia ricerca e all'attuazione di una composizione Ignota, e, si spera, bella, alla compiuta rivelazione del caratteri d'un grande artista, finora trascurato, appunto, dalla cultura cioè dagli speciali studiosi. Il professor Fabbri, fiorentino, trentacinquenne, che già spicca fra I musicologi, anche gli stranieri, addottorato nel campo della paleografia, della storia degli strumenti antichi, e che insegna storia in istituti a Firenze, a Perugia, a Slena, ed è anche bibliotecario nel Conservatorio Cherubini di Firenze, non trascura persone e opere e momen ti dal Cinque al Settecento (ad esemplo Perti Cherubini. Casini, Giardini, Veracini, Cor¬ teccia, Pescetti), per dar un particolar risalto ad Alessandro Scarlatti, la cui celebrità vuol essere non solo analizzata, ma anche, finalmente, valutata con riguardo estetico in quante partiture siano superstiti. Il Fabbri, che primo ha indagato sulle relazioni artistiche e sociali dello Scarlatti con Ferdinando de' Medici, presenta l'oratorio Cm'H oprerò Il primo omicidio, appunto del Palermitano, di cui la partitura autografa è serbata, (e come giunse?), a San Francisco in California. Fu composto ed eseguito durante la sosta di Alessandro a Venezia nel 1707. In due parti, per sei solisti, (qui i bassi Burchiellaro e Clabassi, le soprano Girones e Marimpietri, il tenore Kozma, la contralto Reynolds), archi e cembalo, (I Virtuosi di Roma) è stato realizzato all'uso moderno dallo stesso Fabbri e dal maestro Rigacci. Dirige l'opera Renato Fasano. Questa, la manifestazione iniziale della XXIII Settimana; avverrà la sera di sabato 3, nella Cripta di San Domenico. Nel pomeriggio dello stesso giorno, e nella Sala del Mappamondo, la (Cerimonia inaugurale consterà della Relazione del maestro Fabbri e d'una corninemorazione busnniana, nel centenario della nascita, del prof. Luigi Rognoni. Seguiranno: domenica, 4, un concerto del «Quartetto italiano», che presenta composizioni del torinese settecentista Felice Giardini; lunedi, 5, un concerto del coro della RAI, diretto da Nino Antonellini, (musiche di Cherubini, Ghedini, Veretti, Petrassi); martedì, 6, la prima esecuzione nei nostri tempi dell'opera comica Gli Astrologi immaginari di Paisiello, (Pietroburgo. 1779), diretta da Bruno Rigacci; mercoledì, 7: un concerto dell'Orchestra del Maggio fiorentino, direttore Piero Bellugi, con musiche soltanto di Busoni, nel centenario della nascita. E giovedì, 8, l'opera di Paisiello sarà ripetuta nel Teatro comunale dei Rinnuovati. Come l'altre volte, questo è un festival tranquillo, istruttivo, senza mondanità. E nello sfondo, niente meno, Siena. A. Della Corte