L'America vista da un italiano

L'America vista da un italiano SULLO SCHERMO m L'America vista da un italiano « L'uomo di Casablanca »: un bandito che odia il sangue - « / due sanculotti»: Franchi e Ingrassia nella Rivoluzione francese (Dorili) — Il regista Luigi Vanzi ha compiuto un lungo vagabondaggio con la macchina da presa in molte parti degli Stati Uniti: risultato dell'esplorazione visiva il film Americo, paese ài Dio. L'obiettivo è puntato su vari aspetti d'un immenso paese senZa l'ambizione di darne un quadro completo, impossibile in un documentario di soli 105 minuti. Tuttavia c». n'è abbastanza per farsi un'idea degli Stati Uniti d'oggi, visti in maniera, giustamente imparziale, sia che si osservi la parte ricca dell'America o quella povera, sia che le lenti del techniscope a colori frughino fra le brutture inevitabili, anche se sconcertanti, di un mondo cosi vasto e complessò, sia che la « camera > còlga ' aspetti contraddittori, e nel sottinteso polemici, di una società indubbiamente assai diversa da quella europea. Il film tende alla sintesi, non s'attarda mai su di un tema più di qualche minuto. Croriisticamente. il, regista mostra ogni còsa senza indugiare, senza cercare (anche quando ci potevano essere) agganci polemici, dettagli a sensazione. Il < paradiso tecnologico » che condiziona la vita americana (e che è, come dice Italo Calvino nel suo commento, •t a portata di mano come l'inferno della distruzione atomica »), è visto con occhio distaccato, ma attraverso particolari indicativi atti ad indurre alla riflessione: posto che lo spettatore ne abbia il tempo, dato che i passaggi rapidi, serrati, incalzanti fra un argomento e. l'altro limitano la possibilità di trarre immediate conclusioni. Poiché, sia pure fra scorie e cose già nete.molte parti del film restano acutamente nella pupilla e nella memoria, l'impressione che se ne ricava è notevole: specie- quando sullo schermo vengono mostrati i patetici anziani isolati in una sorta di loro città, o il disperato squallore della zona d'egli Appalachians, o le sinistre croci fiammeggianti dei fanatici razzisti. Certi brani sui riegri hanno pasticciare risalto. • *„ * jfNapionale) - Il cólpo impossibile che riesce per una tecnica raffinata, 1 complici della banda che si eliminano a vicenda, un finale amaro e sanguinoso: L'uomo di Casablanca segue scrupolosamente i momenti essenziali del film tipo Riflfl. In più il regista Jacques Deray ha voluto darci un ritratto non convenzionale del giovane protagonista ivalm interpretato' con ' scarsa convinzione dal sornione George Hamilton. Costui è un bandito di una specie particolare, che odia il sangue e sogna l'amore vero. Tutto comincia con la rapina ai danni di un furgone blindato carico di 130 chili d'oro; l'impresa più difficile per Hamilton e Claudine Auger, i superstiti, consiste nel poter disporre tranquillamente dei preziosi lingotti. Lui si ritira a tempo, disgustato dalia violenza che l'oro scatena in tutti. Lei, che sognava una vita principésca, si busca una pallottola nella schiena. La pellicola dimostra — come un compito svolto con diligenza — che il delitto non paga. * * (Colosseo, Hollywood, La Perla, Principe) - Inquadrati decorosamente dal regista Simonelli, Franchi e Ingrassia movimentano a dovere il farsesco film I due sanculotti, in scope a colori. Siciliani emigrati a Parigi poco prima della Rivoluzione, i due storditi devono fingersi aristocratici per assecondare un certo giuoco politico, mentre poi, travolti dagli avvenimenti posteriori al 14 luglio, rischiano addirittura la pelle in avventure che portano entrambi sul palco della ghigliottina. Il lavoretto non ha pretese di satira: mira soltanto a offrire ai protagonisti eroi della tremarella in un ambiente per essi insolito, l'oc casiòne di facili situazioni ridanciane, vice

Persone citate: Americo, Claudine Auger, George Hamilton, Ingrassia, Italo Calvino, Jacques Deray, Luigi Vanzi, Simonelli

Luoghi citati: America, Hollywood, Parigi, Stati Uniti