Motta e Zilioli erano nel gruppo di testa : perché nel finale i due hanno ceduto ?

Motta e Zilioli erano nel gruppo di testa : perché nel finale i due hanno ceduto ? Su un duro tracciato una gara combattuta ad oltre 36 km di media Motta e Zilioli erano nel gruppo di testa : perché nel finale i due hanno ceduto ? Qualcuno parla di una possibile «combine» fra il vincitore del Giro d'Italia e l'asso tedesco, suo compagno di squadra nella «Molteni» - Altig è fuggito ad un chilometro dal traguardo - Anquetil secondo Sfortunata tnga solitaria deli1'italiana Gimondi ADENAU. lunedi mattina. Ancora una volta, la vittoria ci è sfuggita, in un Anale caotico, nell'lnfurlare di cento attacchi e di cento contrattacchi, Altig, il fuoriclasse tedesco, è balzato all'ultima offensiva. Nessuno gli ha resistito. Iluily ha conquistato cinquanta metri di vantaggio, cinquanta metri che gli sono bastati. AlUg, di fronte alla sua gente, ha vinto U titolo mondiale, nella sua scia sono finiti due francesi, Anquetil e f'oiilidor. Quarto Motta, quinto l'anziano Stablinski, sesto Zilioli. Per noi, due piazzamenti onorevoli, che, aggiunti all'undicesimo posto di Gimondi, al tredicesimo di Vicentini ed al quattordicesimo di Dan ce Ili, rendono 11 bilancio discreto. Appena discreto: abbiamo - lavorato molto; ad un certo punto si è avuto l'impressione che gli azzurri avessero la corsa in mano. Poi se la sono lasciata sfuggire: un po' è mancata la forza nel momento risolutivo. Un po' c'è stato (forse) un errore di tattica. La gara, nel complesso, è stata bella ed avvincente, combattuta come difficilmente capita di vedere negli annali dei campionati del mondo. Si sono avute, nei primi dei dodici giri in programma, le solite evasioni .delle mezze figure, quindi,, all'infimi a metà gara, so-1 no balzati di prepotenza alla ribalta due dei favoriti, il belga Planckaert e l'olandese Karstens. La coppia si è Impegnata duramente, ha raggiunto un vantaggio di oltre tre minuti, poi la reazione degli italiani, dei francesi e dei tedeschi ha fatto «fumare il sogno, che è durato un», sessantina di chilometri. Come Planckaert e Karstens sono stati ripresi, 6 venuto di scena Gimondi. S'era al duecentoventesimo chilometro, mancavano cioè cinquanta chilometri all'arrivo. Su nna salita, il bergamasco è scappato insieme con Jimenez. Ha fatto presto a liberarsi deUo spagnolo, è rimasto solo. Non ha avuto un attimo di esitazione, ha deciso di tener duro, ha deciso di tentare il colpo. Giusto o sbagliato, slmile atteggiamento? Giusto, a nostro avviso. Poiché o il colpo riusciva oppure gli avversari sarebbero stati costretti ad un duro e sfibrante lavoro d'inseguimento, naturalmente a vantaggio di Motta e di Zilioli. Un giro, ad occhio e croce, è durata l'azione di Gimondi. Quindi, su di lui, sono piombati i migliori, setacciati da un'implacabile selezione e per gli ultimi quaranta chilometri c'è stata «bagarre» a corpi di spillo, che ha avuto come protagonisti, in particolare, italiani e francesi. Tre italiani (Motta, Zilioli e Gimondi) e tre francesi (Anquetil, Stablinski é Poulidor). «Bagarre» a colpi di spillo, dicevano. Piccoli scatti, che sempre trovavano risposta pronta. C'era un interesse reciproco a tener lontani I velocisti Altig e Merckx, eppure la paura di sprecar inutilmente energie sembrava impedire un vero slancio. Ci furono, ad un certo punto, Motta e Stablinski davanti, Motta invitò II francese a tirare, ma l'anziano Jean gli rispose di no. CI furono (poco dopo) Motta, Zilioli, Stablinski e Poulidor fianco a fianco, sarebbe bastato insistere ed invece l'accordo non venne trovato. Ci furono, di nuovo, una coppia Italiana (Motta e Zilioli) ed una coppia francese (Anquetil e Stablinski) con un vantaggio che avrebbe potuto essere decisivo. Mancò la risolutezza, in ogni occasione. Zilioli e Motta avrebbero magari dovuto gettarsi all' arrembaggio, all' Insegna del « O la va o la spacca ». Irretiti dal francesi, tentennarono. E, intanto, dalle retrovie, Aimar faticava per quattro, collaborando inspiegabilmente con Altig nella caccia ai primi. Altig, così, fra tanti «tira e molla» ebbe U compito ' un tantino facilitato, nel condurre a buon porto la sua caccia. E, quando tornò sul drappeUo di battistrada, non ci fu bisogno di pregarlo troppo perché si scatenasse In avanti. Motta operò un ultimo disperato tentativo, ma venne «contrato» da PouUdor. Ed Altig, preso un boccone di flato, operò lo scatto risolutivo. Scattò ad un chilometro dal traguardo. Fece il vuoto. Cinquanta metri di vantaggio che mantenne quasi sin all'arrivo, cinquanta metri che valevano in pratica la moneta sonante di un titolo mondiale. Successo meritato, senza alcun dubbio, anche se Altig ha dichiarato, dopo 11 trionfo, Che, ieri, era meno forte dell'anno scorso, quando ai «mondiali» fu secondo dietro Simpson, questa volta ritirato. Altig ha detto ad un nostro collega parigino: «Sono rientrato grazie ad Aimar ». E queste parole si inquadrano nel gioco delle polemiche che sem¬ pre si accendono nel campo degli sconfitti. Queste polemiche separano francesi da italiani. Sotengono gU italiani che Anquetil, Poulidor e Stablinski non hanno collaborato con eccessiva buona voglia con Zilioli e con Motta e che il loro atteggiamento ha permesso il ritorno sensazionale di Altig, dovuto anche, naturalmente, alla collaborazione di Aimar, che, messo com'era, proprio non avrebbe dovuto tirar un metro. I francesi, secondo logica, rifiutano tali accuse. Non possono negare l'evidente apporto di Aimar nel confronti di Altig, ma sosten¬ gono che II vincitore del Tour ha agito di testa sua. Non solo, ma ribattono, avanzando l'ipotesi che Motta, allorché Altig sferrò l'attacco decisivo, non abbia reagito con quella prontezza che ci si sarebbe aspettato da un ragazzo apparentemente ancora fresco. Ciascuno, in casi del genere, resta deUa sua Idea, Altig, del resto, non è campione che abbia bisogno di molti aluti per emergere con la sua splendida potenza atletica. Dubbi del genere vagheranno sempre nell'aria, senza che nessuno sia in grado di provar questa o quella tesi. Per noi, il sue- cesso di Altig non fa una grinza, pur se è Innegabile l'aiuto di Aimar in un momento delicato. A noi, tirando 1 conti, rimane la soddisfazione di un battagliero comportamento degU azzurri, unita alla delusione per 10 scarso risultato pratico. Gigi Boccacini Ordine di arrivo: 1. BUDY ALTIG, km. 273,120 In 7,S1'10" (media 36,338); 2. Anquetil, st. t.; 3. PouUdor, st. t.; 4. MOTTA a 8"; 5. Stablinski a 10"; 6. ZILIOLI a 13"; 7. Reybroeck a 41"; 8. De Roo; 9. Aimar; 10. Van Den Bosche; 11. GIMONDI, tutti con 11 tempo di Reybroeck; 12. Merckx a VOI"; 13. VICENTINI a IH"; 14. DANCELLI; 15. Elliot; 16. Bolla;; 17. ThellUere, tutti con 11 tempo di Vicentini; 18. Huysmans a 4'23"; 19. Gròuss., rd a TU"; 20. Foucher st. t,; 21. Haast a 10"; 22. Pererlra Silva, st. tempo. L'arrivo trionfale di Altig che sul traguardo del NUrburgring vince il titolo mondiale davanti al francese Jacques Anquetil (Tel.)

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