Arrestati i presunti del pastore sardo e assassini del figlio di Giuseppe Fiori

Arrestati i presunti del pastore sardo e assassini del figlio L'efferato delitto nelle campagne di Nuoro Arrestati i presunti del pastore sardo e assassini del figlio Sono due fratelli di Orgosolo, di 34 e 31 anni - Avrebbero compiuto il crimine per impadronirsi del bestiame delle vittime - Nuovo, misterioso fatto a Tortoli: il gestore del servizio "Agip" e un garzone quindicenne improvvisamente scomparsi DAL NOSTRO INVIATO Nuoro, lunedì mattina. Due giovani di Orgosolo, i fratelli Antonio e Salvatore Mele, sono i presunti amori dell'efferato delitto commesso giovedì notte in località t-Badde Ollisa» (alle pendici del monte Grighine, in territorio di Aliai) dove ù pastore, di Busachi Antonio Giuseppe Caboni, di 1,3 anni, e il figlio quindicenne Salvatore, furono barbaramente uccisi. I carabinieri hanno arrestato i presunti assassini. I fratelli Mele risiedevano ad Aliai da alcuni anni; Antonio, di 31, anni, è pastore; Salvatore, di 31, fa il macellaio. I carabinieri lì sospettavano da tempo come responsabili dei furti di bestiame che, con frequenza, avvengono in questa zona. Dal nulla, in breve tempo i due fratelli di Orgosolo erano riusciti a costituirsi una mandria di centocinquanta bovini che, a giudizio dei carabinieri, sono di provenienza furtiva. Tre mesi addietro Antonio Mele venne arrestato; venne rilasciato un mese fa. Sabato sera i carabinieri hanno convocato in caserma Salvatore, il macellaio di Aliai. Il giovane sarebbe caduto in contraddizioni; ma gli inquirenti hanno calcolato che se l'avessero trattenuto in caserma il fratello Antonio, insospettito, si sarebbe dato alla macchia. Perciò Salvatore Mele è stato rilasciato. In realtà le cose sono andate come i carabinieri immaginavano. Antonio, che se ne stava nascosto fin quando il fratello Salvatore era in caserma, ha lasciato di notte il nascondiglio ed è andato a trovare la fidanzata, Licia Loi, di 35 anni, nella casa di lei, a Samugheo, piccolo paese vicino ad Aliai. I carabinieri, che ne seguivano le mosse, l'hanno arrestato qui, verso le 22,30. Contemporaneamente veniva arrestato anche Salvatore. I due fratelli sono stati interrogati fino all'alba. Gli inquirenti li hanno sottoposti a contestazioni, davanti alle quali i due giovani si sono contraddetti. Tra gli altri elementi a carico ce n'è uno di particolare gravità. Il perito settore ■ dott. Montaldo, dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Cagliari, ha potuto accertare che Antonio Giuseppe Caboni fu ucciso con una pistola calibro 7,65. / carabinieri, subito dopo l'arresto di Antonio Mele, hanno perquisito la casa della fidanzata, trovando una pistola calibro 7,65. Il figlio del Caboni, come si ricorda, fu abbattuto a fucilate e decapitato a colpi di roncola. I carabinieri di Tortoli, in collaborazione con quelli di Lanusei, proseguono le ricerche dei due giovani scomparsi misteriosamente nella notte fra venerdì e sabato dalla stazione di servizio dell'Agip a Tortoli. Il figlio del gestore, Giuseppe Aresu, di 27 anni, e il garzone diciassettenne Giuliano Tascedda dormivano solitamente in un chiosco attiguo alla stazione di servizio. Sabato mattina un altro garzone, il quindicenne Virgilio Comida, recatosi al lavoro, ha trovato che la stazione dell'Agip era ancora chiusa. E' andato quindi a svegliare l'Aresu e il Tascedda, ma nel chiosco non c'era nessuno. L'apparecchio telefonico, anziché sulla scrivania, si trovava sul letto, con il ricevitore poggiato a terra. Nessun segno di colluttazione nel locale. Sono quindi sopraggiunti il padre dell'Aresu e i carabinieri. Secondo le dichiarazioni del padre, dal cassetto della scrivania sono scomparse 60 mila lire, ma una pistola che si trovava in un altro cassetto non è stata toccata. Non è il solo aspetto oscuro della vicenda. Potrebbe trattarsi di un sequestro di persona. Se non che, ciò che stupisce gli inquirenti è il fatto che a trenta ore dalla scomparsa dei due i presunti rapitori non si siano fatti vivi con richieste estorsive. E' diffìcile capire perché, ad esempio, non sia stato. rilasciato il garzone Tascedda, che porrebbe comunicare ai genitori dell'Aresu le richieste dei banditi per il riscatto. A 'Tortoli sono- giunti il comandante della Legione dei carabinieri di Cagliari, colonnello Missori, e il capo del gruppo di Nuoro, maggiore ■Lucchi. Infine, a Mara, le tre guar•die campestri trattenute in statò di fermo per la sparatoria contro due turisti francesi che andavano verso Alghero, sono, state rilasciate. La Procura della Repubblica di Sassari, vagliate le circostanze, ha escluso l'ipotesi, formulata in un primo momento, della tentata rapina e, ridimensionando l'episodio, ha ordinato il rilascio dei tre. In sostanza, non di banditismo si è trattato, ma di un episodio dove largamente entra la psicosi del banditismo. Le guardie campestri hanno ordinato il fermo alla Volkswagen sulla quale viaggiavano l'ispettore delle poste Jurquet Yey e la segretaria d'azienda Beatrice Ruffleux. I due francesi, sospettando la presenza di banditi, non hanno raccolto l'ordine di fermarsi e si sono dati alla fuga. Le guardie, deducendo che sull'auto dovevano trovarsi ladri di bestiame, hanno puntato le armi contro le gomme esplodendo alcune fucilate. E' stata davvero, da una parte e dall'altra, la psicosi del banditismo a influer.s!are i rispet tivi comportan^enti. Giuseppe Fiori