Breve visita di Saragat ad Antagnod dove in agosto trascorrerà le ferie

Breve visita di Saragat ad Antagnod dove in agosto trascorrerà le ferie ti Week end » del Capo dello Stato in Valle d'Aosta Breve visita di Saragat ad Antagnod dove in agosto trascorrerà le ferie Il Presidente della Repubblica, giunto venerdì scorso, ha accompagnato in villeggiatura la figlia, il genero ed i nipotini (la signora Santacatterina è in attesa d'una nuova maternità) - Stasera il Capo dello Stato è di nuovo a Roma per urgenti impegni di lavoro • Anche quest'anno (quando le Camere sospenderanno l'attività) Saragat sarà ospite della villa Rivetti, nell'alta Val d'Ayas: « E' il più bel posto d'Europa » dice DAL.NOSTRO INVIATO Antagnod, lunedi mattina. Venerdì scorso il presidente Saragat, accompagnato dalla figlia, dal genero e dai nipotini, è arrivato ad Antagnod, una frazioncina di 170 abitanti a circa 1800 metri di altezza, nell'alta Val d'Ayas (una .delle tre, «grandi, traversali» della Val d'Aosta) dove anche quest'anno, come già nel '65. trascorrerà le ferie in un grazioso chalet della famiglia Rivetti. Per la signora Santa Catterina e per i bambini era l'inizio della villeggiatura montana; per il Presidente invece si trattava di un week-end appena più lungo del solito: meno di quattro giorni. Stasera stessa, lunedì, dovrà rientrare a Roma dove l'attendono urgenti Impegni di lavoro. Ma verso la fine di luglio, quando le Camere sospenderanno la loro attività, ritornerà quassù, in questo splendido «belvedere» a mezza costa che domina l'intera vallata, laggiù in fondo il nastro azzurro-anice dell'Evancpn,' tutt'intorno la imponente cerchia delle grandi montagne: il Corno Bussola, il Mont Mery, la Becca Torché, il Monte Zerbio, dominati tutti a loro volta dalla mole regale del Monte Rosa coi suoi sterminati ghiacciai. Ad Antagnod vengono solo gli appassionati della montagna; il paese non ha nessuna di quelle attrattive moderne — funivie, dancing, minigolf ecc. — che col loro confort finiscono spesso per far dimenticare l'esistenza stessa delle grandi vette. Poche case dagli antichi balconi di legno, una grande chiesa famosa in tutta la valle per il suo fastoso altare barocco, in legno dorato, che richiese ai suoi autori ben settantacinque anni di lavoro — dal 1640 al 1715 —, il modesto albergo Lyskamm. Nient'altro. Di « lussuoso » — ma un lusso misurato, compostissimo, che non dà nell'occhio — ci sono soltanto, uno accanto all'altro, poco sopra il paese, i due chalets della famiglia Rivetti, gli industriali tessili di Biella, che Saragat conosce da vecchia data. Una volta ci venivano sempre Giuseppe e Rosetta Rivetti che il parroco, don Alessio Letey, mi descrive come «numi tutelari» del paese; ora che la vecchia generazione è scomparsa ci vengono i loro cinque figli. Venerdì mattina tutti e cinque — Sandro, Pietro, Cesare, Giulio, Giorgio — erano nella piazzetta del paese inondata di sole ad attendere l'illustre ospite; e accanto a loro c'erano il sindaco Giulio Bougeat, il parroco, l'intera popolazione — non è un modo di dire, 1 170 abitanti eran tutti lì, — qualche villeggiante in scarponi chiodati bhe, per vedere il Presidente, aveva rinunciato alla quotidiana escursione. Venti ragazzi e venti ragazze indossavano l'originalissimo costume locale: gli uomini cappello a cilindro, giacca di lana blu-notte a coda di rondine, calzettoni bianchi; le donne ampio cappello nero ad aureola, corsetto attillattissimo, gonne lunghe fino a terra. Tutti poi, uomini e donne, calzavano i caratteristici sabots valdostani, pesanti zoccoli di legno quasi simili a quelli olandesi. Quando Paragat 6 sceso dall'automobile (era arrivato fino a VerrèB col treno presidenziale, poi aveva risalito la vallata in macchina) la piccola folla gli si è stretta attorno, senza soggezione, con evidente affetto, come per il ritorno di un personaggio, illustre sì, ma dopotutto familiare. Per arrivare agli chalets ci sono trecento metri di dura salita prima attraverso le anguste viuzze del paese poi sul fianco della montagna: una strada che solo le jeeps — ce n'erano due — possono affrontare agevolmente. Ma il Presidente, preso per mano il nipotino maggiore, ha preferito andare a piedi. Dopo il lungo viaggio l'aria frizzante, il sole, la splendida vista gli infondevano un senso di evidente euforia. Mentre camminava andava manifestando ai vicini il suo amore e il suo entusiasmo per la Val d'Aosta e le sue « traversali ». « Per me è la più bella valle d'Europa. Vorrei dire addirittura del mondo, ma non conosco l'Hymalaia » ha detto con un sorriso. «E le Dolomiti? » «Le Dolomiti sono stupende ma finiscono a tremila metri cioè proprio al punto dove comincia la mo'Manga vera». «E il mare, Presidentet » «Il mare ha il suo grande fascino, ma io ho sempre preferito la montagna. La montagna è la Natura che si è levata in piedi ». Questi pacati conversari lungo la salita sono interrotti di tanto in tanto dall'intervento di qualche paesano che vuol stringere la mano al Presidente. Prima è un uomo sui sessantacinque, aspetto ruvido, camicia a scacchi. E' Giuseppe Converso, figlio di Teresa Con¬ verso una piemontese di Cambiano che fu la balia di Giuseppe Saragat. In un certo senso dunque Giuseppe Converso si sente quasi fratello del Presidente, quando erano bambini lo chiamava Peppino, ora è difficile, non sa come chiamarlo, ma gli stringe la mano con foga serrandola fra le sue. Così passo passo II piccolo corteo passa sotto un grande arco di fiori di carta preparato per l'occasione, sfiora la Chiesa (« Il Presidente la domenica viene alla Messa cantata delle 10 » mi informa il parorco), attacca la breve erta, arriva agli chalets. Saragat e il nipotino, arrivati per primi, si fermano ad—jaspettare la signora Santacatterina che, con l'altra bambina, è rimasta un po' indietro, seguita da un gruppo di donne del paese che si Informano rispettosamen¬ te sulla sua prossima maternità. I poliziotti in borghese, presi dall'atmosfera familiare, non sanno più che dire, che fare. Gaetano Tumiati Ad Antagnod il presidente Saragat s'incammina per una breve passeggiata insieme coi nipotini (f. Moisio)