In Sardegna si teme siano stati uccisi due giovani rapiti da quindici giorni di Giuseppe Fiori

In Sardegna si teme siano stati uccisi due giovani rapiti da quindici giorni Massacrati mentre tentavano di Muggire ? In Sardegna si teme siano stati uccisi due giovani rapiti da quindici giorni Sono il distributore di benzina presso Lanusei ed il suo garzone - I carabinieri non si erano mossi per non pregiudicare eventuali contatti tra parenti e banditi - Ma nessuno ha chiesto il riscatto - Da ieri le forze dell'ordine hanno iniziato un vasto rastrellamento - Catturato l'omicida di un pastore che da 4 anni viveva alla macchia (Dal nostro corrispondente) Cagliar], 27 agosto. Sono trascorse esattamente due settimane dalla scomparsa del ventisettenne Giuseppe Aresu,- che gestiva la stazione di servizio' Agip di Tortoli, e del suo garzone Giuliano Tascedda, diciassettenne, senza che ai familiari siano giunte richieste estorsive o notizie di alcun genere. I carabinieri avevano rinunciato in un primo momento ad un'offensiva massiccia per non pregiudicare eventuali collegamenti tra i familiari dell'Aresu e i rapitori. Ma a questo punto hanno deciso di passare all'azione e già da stamane tutte le cam- e a a a . , e . o e pagne intorno a Lanusei. Tortoli e Barisardo, vengono rastrellate in forze. I due giovani scomparvero nella notte tra il 12 e il 13 agosto dalla stazione di servizio Agip di Tortoli, un chilometro e mezzo fuori paese sulla strada per Bari Sardo. Gli Aresu risiedono a Lanusei. Quando Giuseppe, che si occupava del rifornitore di benzina, non poteva tornare a Lanusei, dormiva in un chiosco attiguo al rifornitore. La sera di venerdì 12 agosto, verso le 21,30, il padre passò a ritirare l'incasso della giornata. Ancora alle 2,30 l'Aresu e il suo garzone erano nel chiosco e rifornirono un automobilista di passaggio. L'indomani mattina due giovani aiutanti venuti nella stazione di servizio per il loro turno di lavoro, trovarono tutto chiuso. Bussarono al chiosco: la porta era aperta, dentro non c'era nes suno. Si profilava l'ipotesi del se questro di persona a fin di lu ero e la contemporanea scomparsa del garzone Tascedda (che rientra nello schema tradizionale delle rapine per la realizzazione d'un riscatto) fece sperare in una soluzione della tragica vicenda. Il Ta cedda, si pensava, sarebbe tornato presto in paese con l'incarico di comunicare ai familiari dell'Aresu la cifra del riscatto e le modalità del versamento. A due settimane esatte dalla scomparsa, Tascedda ò ancora prigioniero come l'Aresu e nessuna richiesta è pervenuta al padre dell'Aresu. In queste due settimane il padre di Giuseppe Aresu è ri masto notte e giorno nella stazione di servizio di Tortolisperando che i banditi si facessero vivi. Due fratelli dello scomparso hanno peregrinato a lungo per tutti i paesi della Barbagia e ovunque si sono detti pronti a versare la taglia, purché i banditi sfacessero vivi. E' stato inutile. Si comincia dunque a temere il peggio. Scartata l'ipo tesi della fuga dei due, giacché ìiessuna ragione essi èvevano di fuggire, e in ogni caso non avevano i mezzi peuna fuga avventurosa e di lunga durata, si pensa che qualcosa di drammatico sia avve nuto. Giuseppe Aresu può averreagito, può avere riconosciutuno dei fuorilegge e allora non è improbabile che sia esplosa una tragedia. Certo non era mai accaduto prima d'oggi chdue persone fossero tenute prigioniere per due settimane, Continuano intanto a Santulussurgiu le indagini sull'assassinio di Salvatore Pintus, possidente rapito venerdì 1agosto e ucciso poche ore dopo il sequestro. E' stato resnoto il contenuto della lette ra estorsiva dettata dai banditi a Pietro Paolo Fenu, garzone diciottenne che asssté al rapimento del Pintus, fatta recapitare alla signorNigia, moglie del sequestrat« Cara moglie — dice la letera — «on posso rientrarper qualche tempo a casa peché seguo alcune persone chsono venute a trovarmi e ohvogliono che stia con loro pesistemare alcuni affari. Mi ocorrono trenta milioni in cotanti entro tre giorni) non p tra venire a prenderli e do-\vrai fare di tutto per farmeli avere. Procura il denaro in biglietti da diecimila e da cinquemila, ma stai bene attenta a procurarli da diverse parti senza che nessuno sappia niente. Prepara un pacco avvolgendo i soldi in carta da giornale e affidalo a... (segue il nome dell'emissario), che in motocicletta dovrà portarlo tenendolo appoggiato sul serbatoio. Il motociclista partirà da Santulussurgiu alle ore 5 di martedì, dovrà percorrere la provinciale fino a Sant'Agostino, poi la statale fino al bivio per Norbello, proseguire . per Borore, Sedilo, Ottona, O roteili, tornare indietro e rifare la stessa strada fino a Sant'Agostino per riprendere la strada già fatta in precedenza. Dovrà camminare sempre fino a notte. Qualcuno si presenterà a ritirare i soldi, che mi verranno subito consegnati. Se vuoi rivedermi, se vuoi che Marilena e Giovanni abbiano un padre ancora per lungo tempo, fai come ti dico e non dire niente a nessuno. Tuo Bore ». (Bore è il diminutivo dialettale di Salvatore). La lettera aveva cominciato a scriverla lo stesso Salvatore Pintus, ma, dopo le parole di esordio, « Cara moglie », il possidente si era ribellato lacerando il foglio. Ha dovuto proseguire, sotto dettatura, Pietro Paolo Fenu. In questi giorni il giovane è stato più volte interrogato dai carabinieri. Non si è riavuto ancora dalla terribile avventa- ra e ha deciso di lasciare Santulussurgiu per tornare a Seneghe, suo paese. La signora Nigia Pintus ora non ha più chi badi alle sue tenute e al bestiame. Si trasferirà lontano dopo avere venduto l'intera proprietà. L'offensiva contro i banditi comincia intanto a produrre qualche risultato. I carabinieri hanno catturato nelle campagne di Ala dei Sardi un pericoloso latitante, il quarantaseienne Mario Casu, di Berchidda, ■ datosi alla macchia quattro anni fa dopo l'uccisione, il 3 agosto del '62, d'un pastore di Ozierì, il quarantunenne Gavino Piliu. Sul capo del latitante pendeva la ta glia di un milione. Dopo quattro anni di ricerche, i carabinieri sono riusciti infine a sorprendere il criminale nel corso d'una battuta in località Tandalò, fra Ala dei Sardi e Buddusò. I rami d'un folto macchione coprivano l'imboccatura d'una grotta. Armi alla mano, i carabinieri hanno fatto irruzione nella caverna. Si scorgeva in fondo la sagoma d'un uomo All'intimazione dei carabinieri di farsi avanti, l'individuo è venuto all'ingresso. Era disarmato. I carabinieri, riconosciutolo immediatamente, lo hanno arrestato. In una grotta vicina erano nascosti due moschetti 91 e 350 cartucce calibro 9. Giuseppe Fiori