Tre western e un film di spionaggio

Tre western e un film di spionaggio SULLO SCHERMO Tre western e un film di spionaggio « El Cjorro »: la salvezza di un forte affidato a un gruppo di ragazze - « Starblack »: un erede di Zorro - «Il magnifico straniero»: due episodi con Clint Eastwood - «Agente Jo Walker: operazione Estremo Oriente»: un nuovo 007 e uno scienziato umanitario (Vittoria) - Erotica e guerriglia combinate insieme nello scope a colori El Cjorro, diretto, con scialacquamento di cieli nuvolosi, dal regista argentino Hugo Fregonese. Pampa 1877. Il forte El Cjorro soffre di una emorragia di soldati (reclutati tra il fecciume delle patrie galere), che tenuti da troppo tempo a digiuno di donne, corrono là dove è fatto loro balenare il femmineo sesso, cioè sotto le tende di un ex disertore che usando di quello zimbello va ingrossando le sue file di rinnegati, a danno dell'esercito regolare. Il capitano del forte, tuttoché aspro e nemico di ogni debolezza, si rende conto che il soldato non è di legno, e perciò, volendo combattere il disertore con le sue stesse armi, dispone che un carico di donzelle (galeotte anch'esse) sia avviato al forte, per turarvi le falle. Ma si tratta di andarle a prendere alio scalo ferroviario: e il viaggio è lungo, e i ribelli, mescolati con gli indiani, vigilano in armi. Di qui tante mischie e avventure, finché, affrontando in duello il suo nemico, li capitano, coi sacrificio della propria vita, non avrà ricondotta la pace fra quei torbidi soldatacci. (Ma bonari nel fondo, se, di quelle donne che avevano ghermito a scopi gastronomici, faranno poi, conoscendole meglio, altrettante fidanzate e spose). Con tutto il male che si può dire del « western all'italiana » se ne desidera qui la tagliente stringatezza. Eccettuata la scena in cui soldati e ragazze si incontrano alla stazione, il regista Fregonese non ha sapu- to dare il necessario morden te alla vicenda, che spesso ridonda e stagna. Con l'invecchiato e incupito Robert Taylor (il capitano), sono nel diffuso grigiore Ron Randell, Marc Lawrence, Ty Hardin e Rosenda Monteros. 1. p. * * (Ambrosio) — Ritorna in Starblack, western a colori italo-tedesco, la classica figura del vendicatore generoso che ebbe, in anni lontani, il migliore campione nel leggendario Zorro di Douglas Fairbanks. Anche Starblack, che naturalmente firma le sue gesta con una stella nera, è un giovane di ricca estrazione, da tutti creduto pusillanime, e beffato come tale, mentre, solo che si vesta di nero e celi il volto con una fitta calza d'ugual colore, diventa un leone, terrore dei potenti e dei cialtroni, protettore dei miseri e degli oppressi. Rientrato nella propria città e visto che in essa c'è del marcio, Starblack s'adopera col massimo fervore per eliminarlo, scoprendo le losche manovre d'un branco d'avventurieri, il cui capo oc culto è proprio il rispettabile zio del nostro eroe. Diretto da Gianni Grimaldi, il film s'adegua a puntino ai moduli purtroppo in voga, sciorinando brutalità e violenze, zuffe e sparatorie a getto continuo. Robert Woods, protagonista, emerge da un cast nel quale, via via, compaiono attori italiani e stranieri chiamati a raffigurare, in serie completa, i tipici personaggi del western, dal bieco fellone al vecchietto scemo. * * (Corso) — Nel bianco e nero per schermo normale II magnifico straniero sadismo e violenza sono quasi assenti: il che non è piccolo merito per un film il cui protagonista è Clint Eastwood, durissimo e spietato eroe dei western all'italiana di Sergio Leone. Ma questo è un Eastwood avanti lettera, vale a dire americano, dell'epoca in cui l'attore, alla tv d'oltre oceano, era protagonista di medi-metraggi dedicati a Rowdy Yates, un altro raddrizzatore di torti e vendicatore dì iniquità. Il magnifico straniero è firmato da due registi, Herchel Daugherty e Justus Addis, e questo si spiega col fatto che la pellicola è composta di due filmetti distinti, riuniti, non senza scaltrezza spettacolare, in uno solo. Nel secondo c'è un non spregevole pezzo di suspense alla « Mezzogiorno di fuoco », e vi riappare, in ruolo di cattivo, l'ex divo romantico degli anni '40 Louis Hayward * * (Ideal) — Inutile dire che Agente Jo Walker: operazione Estremo Oriente, una produzione italiana a colori su grande schermo, è un modesto ricalco delle avventure di James Bond. Gli ingredienti del genere ci sono tutti: la formula di un laser per cui si battono forze dell'ordine e organizzazioni spionistiche, audaci poliziotti privati e federali ora traditi ora salvati da belle donne, zuffe e fughe, colpi di scena discretamente orchestrati sino al finale di prammatica con la distruzione dei cattivi. L'unica nota originale è costituita dalla presenza di uno scienziato umanitario che, invece di sognare il dominio o la. distruzione . del mondo, rinuncia a proseguire i suoi stu- do perché teme che le Invenzioni vadano a finire nelle mani di criminali. < Sono vecchio » questi si scusa Ironicamente dopo il trionfo finale dello scanzonato Walker (interpretato da Tony Kendall) e del suo amico capitano Rowland (Brad Harris). La pellicola, Interamente girata a Singapore, non ha sollecitato né il fotografo Francesco Izzarelli, né il regista Frank Kramer; buone le musiche di Bobby Gutesha. vice

Luoghi citati: Estremo Oriente, Singapore