Lo sviluppo degli scarnili mondiali richiede nuovi mezzi di palamento di Sandro Volta

Lo sviluppo degli scarnili mondiali richiede nuovi mezzi di palamento Il rapporto sarà discusso dai ministri alla conferenza dell'Aia Lo sviluppo degli scarnili mondiali richiede nuovi mezzi di palamento Il comitato dei «Dieci» (ridotti a nove per l'assenza della Francia) ritiene per il momento sufficienti le attuali fonti di riserve (oro, dollaro, sterlina) Sollecita, però, la creazione di « liquidità complementari » per le future esigenze del commercio internazionale - Un comunicato di Parigi definisce « molto ambigua» la procedura proposta per la riforma del sistema monetario (Dal nostro corrispondente) Parigi, 25 agosto. H « Comitato dei dieci » per la riforma del sistema monetario internazionale, composto dai sostituti dei ministri delle Finanze dei Paesi economicamente più sviluppati dell ' Occidente (Italia, Francia, Germania, Olanda, Belgio, Svezia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada, Giappone), ha pubblicato oggi il rapporto, redatto dal professore tedesco Ofmar Emminger, che verrà discusso fra un mese alla conferenza ministeriale dell'Aia. Il documento, d'una cinquantina di pagine, è un complemento di quello presentato l'anno scorso dal dott. Ossola, però questa volta non si può più parlare di rapporto dei dieci, ma dei nove, perché la Francia, ostile sul fondo del problema, aveva rifiutato di partecipare ai lavori del comitato. Era stato chiesto ai dieci di cercare « su quale base sarebbe possibile arrivare ad un accordo sui miglioramenti da portare al sistema monetario internazionale, comprese le ìnisure da prendere per la creazione di strumenti di riserva, onde coprire in maniera appropriata il bisogno di riserve del mondo» e la loro risposta, che Le Monde definisce « chiara e leale », è rivolta soprattutto a stabilire un inventario dei punti su cui esiste accordo o contrasto fra i dieci. Nella dichiarazione preliminare, il rapporto afferma che « la stabilità e il funzionamento armonioso del sistema monetario internazionale dipendono essenzialmente e direttamente dal mantenimento d'un equilibrio soddisfacente della bilancia dei pagamenti dei Paesi più importanti. Attribuiamo dunque il più grande valore all'adozione di politiche economiche interne che abbiano per effetto di portar rimedio allo squilibrio delle bilance dei pagamenti ». I nove sono concordi sulla necessità di organizzare meglio il sistema monetario: nessuno mette in dubbio il compito dell'oro e tutti riconoscono che il deficit americano dei pagamenti non è un mezzo adeguato per compensare la penuria delle riserve monetarie. Ammettono perciò la necessita di completare il siste ma. Si tratta però di mettersi d'accordo sull'opportu nità di preparare subito le misure che dovranno venir prese più tardi, tenuto conto che il commercio mondiale non soffre attualmente d'una penuria dei mezzi di pagamento, ma che « le fon ti di riserva oggi esistenti non sembra possano fornire, in un futuro più lontano, una base adeguata per il commercio e i pagamenti mondiali ». I nove ritengono, insom ma, che non bisogna aspet tare il fuoco per prepara re la pompa contro l'incen dio. Il governo francese so stiene che la preparazione prematura di un dispositivo di intervento porterebbe paesi deficitari e, in parti colare, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ad una facilità monetaria che contrasterebbe col rigore indispensabile al risanamento. A questo proposito, un comunicato ufficiale del governo francese afferma, infatti, la propria inquietudine se dovesse « funzionare in maniera prematura un dispositivo di creazione di riserve che sarebbe pericoloso per l'equilibrio economico e monetario mondiale » e dichiara perciò di accogliere « con molta reticenza una procedura che lascia sussistere la più grande ambiguità sullo svolgimento dei lavori ulteriori e sul modo in cui verrà scelto l'eventuale dispositivo e determinato il momento della sua messa in applicazione ». Sembrerebbe, dunque, che Placsdctecevvntddceusr■ Parigi mettesse in dubbio la « chiarezza e lealtà » di cui parla Le Monde, ossia che giudicasse la procedura adottata dal comitato come tendente essenzialmente ad assecondare la politica monetaria di Washington e di Londra. In realtà, i nove considerano che le nuove unità monetarie dovranno essere create secondo criteri obbiettivi, ossia secondo i bisogni monetari mondiali e non secondo il deficit di questo o quel Paese, e dovranno venir ripartite e utilizzate nell'interesse non soltanto dei grandi Paesi ricchi, ma anche degli al¬ tri; Ogni legame troppo stretto con l'oro dovrebbe venire perciò evitato e la chiave di distribuzione delle nuove riserve dovrebbe mantenersi quella delle quote di appartenenza al fondo monetario. • Anche fra di loro, i nove non sono d'accordo su tutti i punti. I loro contrasti riguardano principalmente la procedura del voto sulla messa in esecuzione del nuovo sistema e sull'opportunità che « il sistema delle liquidità complementari» venga applicato soltanto per i Paesi ricchi o anche per gli altri. Sandro Volta