Gli azzurri battuti dalla sfortuna

Gli azzurri battuti dalla sfortuna Gli azzurri battuti dalla sfortuna (Dal nostro inviato speciale) Colonia, 25 agosto. Per noi, è. cominciata male, i quattro dilettanti azzurri nella gara a cronometro a squadre, che oggi ha aperto i mondiali di ciclismo, sono stati sconfitti. Erano, alla vigilia, i favoriti di tutti, pareva che Denti, Guerra, Benfatto e Dalla Bona non dovessero trovare avversari capaci di batterli. I quattro azzurri, Invece, hanno perso, ma bisogna dir subito che ci si è messa di mezzo la sfortuna; La corsa era appena cominciata da dieci chilometri, quando Benfatto è caduto, urtando contro uno spartitraffico per evitare un motociclista. L'azzurro non è riuscito a tenersi diritto In sella ed è pesantemente ruzzolato sull'asfalto, ferendosi alla spalla sinistra. Un capitombolo, quando si fila a medie superiori al 48 all'ora, può essere determinante. Costringe l'intera compagine a rompere il ritmo, il morale di ragazzi tesi allo spasimo subisce una rude scossa. Parlare di mala sorte, quindi, non vuol dire infilare la comoda strada delle scuse. Benfatto ha perso tempo prezioso a rialzarsi, stordito com'era. La sua bicicletta aveva spezzato una ruota. Quando l'azzurro è risalito in sella e la squadra ha ripreso la gara, era trascorso oltre un minuto. Un minuto prezioso. Ma gli imprevisti ancora non erano finiti. Benfatto avvertiva pericolosi squilibri alla sua bicicletta. Si fermava di nuovo, cambiava mezzo meccanico. La compagine italiana, incitata a gran voce da Rimedio, faticava nell'affanno della riscossa. Trentesimo chilometro, una curva,' con una macchia d'olio. Dalla Bona, a testa china, non la scorgeva, scivolava con un tonfo. Nulla di grave, altri secondi, però, di ritardo. La partita, in sostanza, già era persa. I passaggi, al termine del primo del due girl, erano per noi l'espressione pratica della sconfitta. Al comando transitava la Germania Est, che aveva compiuto la distanza alla sensazionale media di chilometri 48,115. La Germania Occidentale la tallonava a l'14", quindi veniva la Danimarca a l'24". Quarta l'Olanda" a l'29", quinta la Francia (piuttosto deludente nonostante l'apporto di Bernard Guyot); sesta l'Unione Sovietica a 2'05". E l'Italia? L'Italia era in settima posizione, il suo ritardo risultava .di 2'JJL", ,?xn ritardo incolmabile. I distacchi delle altre compagini erano più marcati, parecchie cadute avevano caratterizzato questa fase iniziale della competizione. Erano ruzzolati due belgi, un inglese ed uno svedese. Nessuno degli infortunati lamentava seri guai, soltanto lo svedese zoppicava vistosamente per un colpo al ginocchio destro. La corsa sembrava decisa, con una situazione già ben definita, ma la seconda fase regalava sorprese a piene mani. Crollavano le due Germanie, pagando duramente lo scotto di un avvio troppo veloce, il trionfo toccava alla Danimarca. Al secondo posto, per 24", finiva l'Olandèfe l'Italia, con una commovente prova di volontà, di slancio, di classe, finiva con il piazzarsi in terza posizione, conquistando una medaglia di bronzo, dal notevolissimo valore morale. I nostri quattro atleti, nonostante le cattive condizioni di Benfatto che soffriva per le ferite alla spalla, avevano compiuto un mezzo miracolo. La loro riscossa era stata davvero eccezionale. Il loro tempo veniva cronometrato in 2 ore 10'07": 1 minuto e 4 secondi di svantaggio nel confronti dei danesi, 1 minuto e 4 secondi dovuti solo ed esclusivamente alla sfortuna. Senza le cadute, insomma, gli azzurri sarebbero riusciti una volta di più ad imporsi con la loro tradizionale superiorità. L'Italia ha perso, i pronostici sono stati sovvertiti. Ma Denti, Benfatto, Guerra e Dalla Bona hanno perso bene, a testa alta. Rimedio, come è terminata la gara, ha stretto 1 suoi ragazzi in un caloroso abbraccio. Avevano il volto sporco di fango (era piovuto per la prima ora di corsa), impiastricciato di lacrime amare. Gli azzurri non trattenevano il pianto. Eppure, meritavano soltanto elogi. Una giornata di sfortuna, ecco tutto. Senza la sfortuna, stasera a Colonia, sul pennone più aito sarebbe salito il tricolore bianco, rosso e verde. Con la sorte, ora, abbiamo un conto aperto. E siamo noi, ad essere in credito. Cosi che, sia pur nell'amarezza di un episodio infelice, già ci proiettiamo verso il futuro, senza ammainare la speranza. Divertendoci anzi a far qualche conto cabalistico. Perché, prima di oggi, il quartetto italiano, nella gara a cronometro a squadre, due volte soltanto non ha vinto, una volta ad Herentals, nel '63, l'altra volta a Tokio, alle Olimpiadi: ebbene, nell'una come nell'altra occasione, un azzurro si impose poi nella gara in linea, trionfò Vicentini in Belgio, trionfò Zanin in Giappone. Non c'è il due senza il tre. E la ca baia, stasera, serve di consolazione... Tirando i conti, quando ci si arrende per la sorte, nulla c'è da obiettare, pur se crediamo sia onesto mettere in risalto, per chiudere questa cronaca affrettata, che non siamo stati i soli ad essere vittime della offensiva della sfortuna. Per esempio gli olan desi, secondi classificati, sono scivolati pure loro. Hanno avu to però la possibilità di risalir lesti in sella senza nessun danno, senza ferite, cioè, o senza guasti meccanici. La sorte, in sostanza, oggi ha sorriso soprattutto ai danesi. I loro nomi? Vlaudzun, Hansen, Hojlund e Wisborg. La loro età? Ottantasei anni in quattro. Beati loro! Gigi Boccacini Sintesi della corsa a cronometro « 100 km dilettanti a squadre » : durante la premiazione i danesi sorridono quasi increduli per il successo insperato; sul volto di due azzurri, a destra, i segni evidenti del disappunto (Tel.) La classifica I) Danimarca (Vlaudzun, Hansen, Hojlund, Wisborg) in 2 ore 9*03" alla media oraria di km 46,493. 2 ) Olanda (Beugels, Groen, Steevens, Wagtmans) a 24" (media km 46,849). 3) Italia (Denti, Dalla Bona, Benfatto, Guerra) a 1 '04" (media km 46,120). 4) Francia a 1*19". 5) Urss a 2'04". 6) Svezia a 2'40". 7) Germania Orientale a 3-22". 8) Cecoslovacchia a 3'46". 9) Spagna a 4'03". 10) Polonia a 4'45". II) Germania Occidentale a 5'11". 12) Austria a S'4G .