Vendite dall'estero deprimono il mercato di Renato Cantoni

Vendite dall'estero deprimono il mercato Vendite dall'estero deprimono il mercato Anche le incertezze sulla cedolare contribuiscono a disorientare operatori e clientela Milano, 23 agosto. I pesanti ribassi di Wall Street e la delicata situazione monetaria internazionale sono all'origine dell'accentuata debolezza dei corsi azionari in Italia. Già all'apertura di lunedì diversi ordini di vendita dall'estero hanno neutralizzato in breve tempo le poche iniziative differenziali che, accennate venerdì scorso a Borsa chiusa, avevano cercato di consolidare i van¬ taggi precedenti. Ieri 1 realizzi dall'estero si sono fatti più insistenti, e la caduta dell'indice Dow Jones a Wall Street al di sotto di « quota 800 » non ha mancato di influenzare anche i nostri operatori e la clientela più sensibile. Dinanzi al fuoco concentrico di vendite le quotazioni hanno progressivamente ceduto, trascinando pure quei valori, come i mercuriferi, le Fibre tessili e la Finsider, che durante le ferie erano stati oggetto di un interessamento effettivo,' L'indice di 24 Ore è retrocesso di un punto, pari all'I,3 per cento, passando da 76,51 a 75,51. Al pari di lunedì, il quantitativo dei titoli scambiati è alquanto modesto. Ieri sono state trattate 1.117.000 azioni, per 2 miliardi 827 milioni di lire. Nei due primi giorni di Borsa aperta le perdite hanno annullato i guadagni conseguiti nella prima settimana di agosto, Oltre agli avvenimenti internazionali, che non possono non influenzare, sia pure di riflesso, i nostri mercati mobiliari, permane l'incertezza in merito all'imposta cedolare. Nel periodo di Borsa chiusa vi sono state delle dichiarazioni del ministro delle Finanze, largamente riportate dalla stampa, che hanno indotto operatori e clientela a ponderate riflessioni. Non è improbabile che alla riapertura una certa prudenza sia stata consigliata anche dai difformi pareri in vista del 23 febbraio 1967, giorno in cui — salvo interventi governativi — si ritornerà automaticamente al vecchio sistema della cedolare di acconto del 15 per cento. Discreta attività e corsi stabili per il reddito fisso, che risente favorevolmente della aumentata liquidità bancaria. Esattamente il contrario di quanto avviene sui mercati internazionali, dove si assiste a un progressivo aumento dei tassi d'interesse per invogliare gli investitori a sottoscrivere le nuove emissioni. Renato Cantoni

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