Una casa crolla di notte e travolge tre famiglie che dormono: 4 morti, un moribondo e 8 feriti

Una casa crolla di notte e travolge tre famiglie che dormono: 4 morti, un moribondo e 8 feriti La sciagura a Venosa (Lucania) a 7Q km da Potenza Una casa crolla di notte e travolge tre famiglie che dormono: 4 morti, un moribondo e 8 feriti Fra le vittime madre e figlio, di 43 e 12 anni - Il vecchio stabile a due piani, con i muri corrosi dall'umidità, ha ceduto di schianto: il tetto, precipitando, ha demolito i pavimenti e l'edificio è rimasto completamente sventrato ■ La gente del vicinato, sorpresa nel sonno, è fuggita terrorizzata nelle strade gridando: «Il terremoto!» - Ancora incerte le cause del sinistro (Nostro servizio particolare) Potenza, 22 agosto. Quattro morti, un moribondo e otto feriti sono il bilancio di una sciagura avvenuta di notte in Lucania, a Venosa, grosso comune agricolo di 13 mila abitanti a 70. chilometri da Potenza: una vecchia casa di due piani è crollata improvvisamente ed ha travolto tre famiglie che dormivano. Le vittime sono Carmela Fabrizio in Zaocagnini di 1,3 anni; suo figlio Rocco Zaccagnini di 12; Maria Rosa Pepe, ottantottenne; Emilia Manieri di 53 anni. Le cause del sinistro sono ancora incerte anche se i tecnici pensano ohe l'edificio, di antichissima costruzione, con i muri corrosi dall'umido, non fosse nelle migliori condizioni di stabilità e avrebbe dovuto essere da tempo puntellato. Teatro del crollo uno stabi- i a d i l e l i a o le di corso Vittorio Emanuele II, proprio di fronte al Municipio, contrassegnato con i numeri civici dal 171, al 186; l'edificio era occupato da tre famiglie per un totale di 15 persone. Alle 1,1,0 di stamane, mentre tutti gli Inquilini dormivano, si è udito un sordo \boato; poi, di colpo, è precipitato il tetto the, a sua volta, ha travolto i pavimenti. In pochi istanti la costruzione è stata sventrata; soltanto i muri perimetrali sono rimasti in piedi. Il primo a dare l'allarme è stato il sessantenne Rocco Oiaculli che si era appena destato per recarsi nei campi a lavorare. Ha udito un assordante fragore e il pavimento ha tremato violentemente. Il contadino, spaventato, è entrato di corsa in camera da letto gridando: «II terremoto! ». Sua moglie, An tonia Maria Castriotti di 58 anni, ha indossato il vestito ed è fuggita con liei — come ha raccontato più tardi «recitando un'Ave Maria». 1 coniugi non hanno fatto in tempo ad abbandonare l'edificio, perché sono stati travolti dalle macerie e feriti alla testa e alle spalle. Dalla casa vicina l'elettri cista Francesco Rollino, destato dal boato, si è precipitato in strada; qui un vecchio gli ha indicato l'edificio dicendogli: «Corri, cerca di salvarli! ». Il Rollino si è arrampicato sulle scale esterne, rimaste intatte, e giunto dinanzi al primo uscio semichiuso l'ha spalancato, ma è precipitato nel vuoto: l'interno dello stabile non esisteva più. Quantunque ferito, l'elettricista è riuscito a portare in salvo dalle macerie i coniugi Rocco Oiaculli e Antonia Castriotti. Subito dopo sono accorsi i vigili del fuoco di Melfi, gli agenti della Polizia Stradale e i carabinieri. Mentre si provvedeva a trasportare d'urgenza all'ospedale i due Giaculli e il Rollino, si iniziava febbrile l'opera di recupero delle vittime, che si presentava difficoltosissima a causa dell'oscurità, del polverone e dell'enorme cumulo di macerie. Una donna che abitava al secondo piano — Maria Rosa Pepe, di 88 anni — veniva estratta ancora in vita ma spirava subito dopo il ricovero per le ferite riportate in seguito a schiacciamento. Contemporaneamente i soccorritori riuscivano ad estrarre dalle macerie il figlio della Pepe, Giuseppe d'Ambrosio di 57 anni, sua moglie. Rosa Pescume, di 37, e il loro bimbo Gino, di 6. I tre venivano portati all'ospedale in condizioni che apparivano gravi: in serata si è appreso che il piccolo Gino ha superato lo stato di choc. Per oltre un'ora proseguiva spasmodica l'opera di rimozione delle macerie. Soltanto verso le J, del mattino venivano recuperati i cadaveri di Emilia Manieri, di 53 anni (moglie del sessantratreenne Donato Tortora, portato in salvo subito dopo e ricoverato con prognosi riservatissima), e di Carmela Fabrizio in Zaccagnini, quarantatreenne. Infine veniva recuperato l'ultimo cadavere, quello del dodicenne Rocco Zaocagnini: aveva avuto la testa fracassata da due grosse travi. Il padre del ragazzo, Vincenzo Zaccagninl, è stato estratto soltanto ferito: trasportato in ospedale, veniva dichiarato guaribile in trenta giorni. L'uomo ignora ancora la morte del figlio e della moglie. Per tutta la giornata è proseguita l'opera di rimozione delle macerie, nel timore che vi fossero ancora feriti o morti. Questa sera i lavori sono stati sospesi quando si è potuto accertare che non vi erano altre vittime. Il primario dell'ospedale di Venosa ha dichiarato che otto feriti sono guaribili tra i quindici e i il nono — Do— versa in fin trenta giorni, nato Tortora di vita. Sul posto si sono recati i tecnici del Genio Civile e le autorità. All'ing. Corona, capo dell'ufficio del Genio Civile di Potenza, è stato affidato l'incarico di condurre l'inchiesta tecnica. Sulle cause del crollo sono in corso accertamenti. Non è da escludere che esso sia stato determinato dalla vetustà dell'edificio, i cui solai avrebbero ceduto in seguito all'umidità. Il sindaco di Venosa ha decretato il lutto cittadino, a. c. Soccorritori tra le macerie della vecchia casa crollata ieri a Venosa (Telefoto)