Polemico successo eli Franco Balmamion

Polemico successo eli Franco Balmamion Sul €§r€uito di Maggiora, durissimo per la pioggia Polemico successo eli Franco Balmamion Bella corsa del ciclista canavesano, che ha nettamente battuto gli azzurri selezionati per i mondiali - Zilioli, con un grande finale, al secondo posto - Fischi della folla per Motta, Gimondi e Taccone giunti al traguardo con un ritardo di oltre 4 minuti (Dal nostro inviato speciale) Maggiora, 16 agosto. Tutte le corse ciclistiche dn programma dal giorno della selezione degli azzurri sino al giorno nel Quale si disputano i < mondiali >, sono corse, per cosi dire, maligne. Chi è già sicuro del posto in nazionale, si preoccupa del risultato soltanto in modo relativo ed ha ragione, poiché il suo scopo è soprattutto quello di trovar la forma per la gara iridata; d'altro canto gli esclusi, anche se al momento della scelta non hanno trovato motivi validi per imbastir la litania dello proteste, pensano , alla rivincita. Il commissario tecnico non si è ricordato di lóro? Ebbene, si impegneranno a fondo proprio nelle corse che precedono i « mondiali >. Non per cattivo spirito di vendetta, non per 11 gusto di una vuota polemica: è questione d'orgoglio, piuttosto, un orgo- glio logico, umano, comprensibile. Cosi, sabato, a Legnano, ha vinto Marcoli ed al secondo posto si è piazzato Zandegù. E, a Ferragosto, sul tradizionale circuito di Maggiora, si è imposto Balmamion, che ha sfoggiato una tale « grinta >, un tale desiderio di successo da trascinare all'entusiasmo il foltissimo pubblico. Gli azzurri, ad eccezione di Zilioli e, di Vicentini, si sono limitati ad un'onesta difesa e sono giunti al traguardo con oltre quattro minuti di ritardo. Da cosa nasce cosa: al trionfo del canavesano hanno fatto riscontro 1 fischi che hanno accompagnato, negli ultimi girl, la prova di Motta, di Gimondi, di Taccone, di Bitossi, di Fezzardi. . - Il circuito di Maggiora è un circuito particolare. Gli atleti, per 40 volte, si impegnano su un tracciato durissimo, che non concede un attimo di respiro. C'è una salita dalla pen denza a mozzafiato, c'è una discesa rischiosa, la salita è legata alla discesa da un pas saggio nel paese, la strada a zig-zag tra le case, e il pubblico. Quaranta giri, 120 chilo metri in tutto. Fatica grossa; e, se capita, come è capitato ieri, che sulle spalle dei ciclisti si scateni un uragano, fatica grossissima. Fatalmente, per emergere, occorre un uomo di buona voglia, disposto a quasi drammatico sforzo. Balmamion, per l'occasione. Franco non gustava più 11 successo dal '63. Un lungo momento di sfortuna, di scarsa forma, di morale in ribasso. Il canavesano, di fronte al «suo» pubblico, ha fatto fuoco e fiamme, è stato sempre, fin dall'inizio, l'animatore di ogni fuga, tutti gli episodi di rilievo l'hanno visto alla ribalta. Quaranta giri, dicevamo. Balmamion, alla dodicesima tornata, ha preso 11 largo con Vicentini e con Fezzardi, dopo un paio di giri ha lasciato i due compaghi d'avventura ed è scappato da solo. Pioveva a catinelle, il traguardo era ancora lontano. Balmamion ha deciso di insistere. Ha tenuto duro sino al termine. Mal un attimo di crisi, mai un attimo di flessione di rendimento. Una vittoria con i fiocchi, senza che nulla ci sia da obiettare e la folla, naturalmente, ha offerto a Franco il calore di scroscianti battimani, con qualche urlo indirizzato al commissario tecnico Fiorenzo Magni, ritenuto (moderatamente) responsabile di aver dimenticato Balmamion nella lista degli azzurri. Franco, però, in proposito è stato molto onesto. Ha detto: «Sono felice del successo. Per 1 mondiali, nulla da eccepire; ho perso alla Tre Valli l'occasione di entrare a far parte degli azzurri ». Ma restiamo alla corsa di Maggiora. Nella scia di Balmamion s'è messo Vicentini.Vicentini, però, proprio nel finale, s'è lasciato raggiungere e superare da un ottimo Zilioli. Cosi, allo striscione, Italo ha conquistato 11 secondo posto (a 2'35"). Terzo Vicentini a 3'02". Poi, a 4*34", Gimondi, Taccone, Binggell, Massignan, Motta, De Prà, Fezzardi e Maurer. E proiettiamoci ora sul futuro, guardiamo ai «mondiali» in un piccolo girotondo di interviste. Zilioli è in eccellente forma. « Come mai, nella fase conclusiva, sei uscito dal gruppo? ». Risposta: «Prima ho protetto la fuga di Balmamion, com'era mio stretto dovere. Poi ho sentito 1 primi fischi, ho pensato a Magni. Ho operato uno scatto, per dar spettacolo, senza faticare però più del necessario ». Motta e Gimondi con l'ombra del broncio. Motta: «Urlino, fischino, dicano quel che gli pare: io sono stanco ed ho bisogno di riposo. O si gareggia per vincere giorno per giorno o si pensa ad Adenau. Ed lo penso ad Adenau». Gimondi: « Sono contento lo stesso. Mi accorgo di tornare in forma. Preparo per tutti una grossa sorpresa». Conclusione (filosofica) di Taccone: «Niente paura. I calciatori azzurri hanno vinto le partite amichevoli, poi hanno fatto fiasco. Noi perdiamo le amichevoli, però... », E Magni? Nessun dramma per le bordate di fischi; la folla, sul circuiti, paga ed ha diritto allo spettacolo. Gli azzurri (che incassano un rego lare ingaggio) si trovano a dover conciliare due esigenze, quella di contentar 1 tifosi quella di non eccedere negli sforzi. «Per me — ha detto il commissario — la preparazione continua a ritmo normale. Zilioli attraversa un periodo addirittura eccellente. Motta va bene, Gimondi migliora. Ci restano quattro corse in Italia, venerdì, sabato, domenica e lunedi. Venerdì, a Giussano. in linea di massima, tutti gli azzurri scende- ranno in gara. Poi, forse, qual- cuno resterà a riposo», A Maggiora, mentre — finita la corsa — raccoglievamo le impressioni di Magni, il cielo era tornato sereno. Dalla folla partì un urlo: «Magni, guai se imiti Fabbri! ». Pesa, sullo sport italiano, il ricordo della disavventura inglese. E Magni, con un sorriso, se ne andò, toccando ferro. Gigi Boccacini Balmamion taglia vittorioso il traguardo del circuito di Maggiora. Curioso un particolare: alle sue spalle, Bailetti, staccato di un giro e doppiato dal trionfatore della corsa, saluta con una mano la folla (Moisio)