Una lieta festa popolare sulle spiagge della Liguria

Una lieta festa popolare sulle spiagge della Liguria Una lieta festa popolare sulle spiagge della Liguria (Nostro servizio particolare) Riviera di Ponente, 13 agosto. Si ha la sensazione di vivere uno di quei momenti dell'anno che avvicinano gli uomini; a Ferragosto, come a Natale, la vacanza entra nelle coscienze, con un turbamento collettivo che ha qualche aspetto spiacevole (i confusi rigurgiti di folle, i litigi fra uomini con i nervi troppo tesi), ma soprattutto un fondo rasserenante. Sembra che tutti siano d'accordo nel rispetto di questa pausa; le fabbriche e gli uffici sono chiusi, per una segreta intesa si cerca di pensare soltanto ai modi migliori di godere il sole, di arrostire e nuotare e divertirsi. Gli arenili si sono prodigiosamente allargati, quasi raddoppiando gli spazi; la brezza leggera ha ripulito il mare lungo molti tratti della costa, e si nuota a pochi metri da riva in acque limpide, restituite a un azzurro che sembrava dimenticato. Sono segni propizi, da raccogliere con amore, anche con attenzione; pare che a frotte uomini e donne vadano incontro alla gioia, per almeno due giorni. Impariamo ad essere più sereni e uguali almeno nel momento più alto dell'estate? -Si può crederlo da questa Riviera ligure che ha nel suo repertorio tradizioni dì élites e slanci di masse anonime. I grandi cercatori di luoghi appartati, di angoli smaltati ed esclusivi, irraggiungibili dalle folle, hanno lasciato la costa per rifugiarsi in Corsica e in Sardegna; hanno ceduto agli anonimi la gioia dell'incontro confuso, e però ricco di umanità. Si è fatta tanta strada, dagli anni in cui si scoraggiavano i campeggiatori e i gitanti. Nessuno potrà mai dire quanti siano scesi alle spiagge di Ponente dal Piemonte e dalla Lombardia avendo come abitazione provvisoria il camioncino o la piccola utilitaria; non ci sono registri né statistiche di questi ospiti di due giorni (molti hanno i forti accenti dialettali) che nell'aspetto e nei modi si distinguono Bempre meno da quelli che hanno ville e appartamenti, di lusso, anche dagli stranieri. Una popolazione europea, a Ferragosto; operai di Liverpool, coltivatori di Carmagnola, si imitano istintivamente nel vestiario e nei gusti. Fra gli stranieri c'è una netta evoluzione, che segna un nuovo ciclo di storia locale. Gli inglesi si affermano come protagonisti, sottraendo ai tedeschi la parte dei dominatori estivi. Inglesi della classe media, o della piccola borghesia, continuatori di quelli che crearono la fortuna della Riviera ai tempi della regina Vittoria, dell'albergatore Ritz, dei Lords Carnarvon e Montague, dei Vicknell e degli Hanbury. Allora si passava la Manica in autunno, per svernare a Bordighera, Ospedaletti. Alassio, e si abbandonava la Riviera d'estate per 11 fresco dei laghi svizzeri. Le residenze inglesi del secolo scorso e dei primi del '900 sono rimaste come monumenti di un'età raffinata (la Mortola e la Pergola, degli Hanbury) che dava scarso peso alle attrattive balneari. Sulle spiagge oggi contese a palmo a palmo erano poche tende e pochi capanni, ancora agli inizi del secolo; appartenevano a pochi inglesi, precursori del naturismo e a famiglie della vecchia aristocrazia piemontese, trapiantate in Riviera. Fra i pionieri dei bagni di mare troviamo San Marzano di diversi rami, i Ferrerò di Ventimiglia, i Collegno e Rudinì, i D'Entrèves. La gente del posto teme va il sole e aveva paura del mare, per un senso atavico di difesa. Architetture e impianto urbano dicono chiaramente, del resto, che i nuclei della Riviera furono costruiti a difesa dal mare. Si osservino le lunghe file di case liguri, fortunatamente rimaste nei centri di Finale, di Varazze, di Loano, di Noli, di Alassio e di Laigueglia: le facciate erano rivolte sui vicoli interni, verso nord e nordovest, e sul mare s'affacciavano cucine, scarichi, magazzini. Gli arenili si popolavano soltanto al momento del varo di piccoli velieri, all'arrivo dei più grandi che portavano vino dalla Sardegna. Sembrano ricordi di età lontanissime, e sono di mezzo secolo; fu soltanto fra il '20 e il '30 che i bagni di mare divennero vera e propria industria locale, con la spinta della borghesia lombarda e piemontese (le famiglie aristocratiche comparivano da ottobre a maggio, come gli inglesi). Un confronto quantitativo: le spiagge della sola provincia di Savona hanno oggi un movimento pari a dieci volte quello dell'intera Riviera di Ponente degli anni trenta. Il grande capovolgimento sociale è del dopoguerra: si è perfezionato negli ultimi due o tre anni, con la formazione di una massa estiva internazionale e con un marcato livellamento nei costumi, nei modi di godere il tempo estivo. Oggi fanno i bagni anche i bagnini; i negozianti e venditori, abbandonano almeno un'ora al giorno i loro banchi per nuotare assieme agli ospiti. L'estate è dell'impiegato di banca di Asti e dell'insegnante del Somerset: le loro famiglie sfilano alla sera da un caffè all'altro. Ogni forma di vita è rivolta al mare. I divertimenti notturni occupano i giovanissimi ma su questa Riviera con minore rilievo di un tempo, soltanto il mare è essenziale, insostituibile. E la presenza di tante creature umane, in cerca di solo svago, dà la certezza di partecipare a una gran fèsta popolare, autentica, smisurata (forse non sono trecento o quattrocentomila, ma molti di più). Mario Fazio

Persone citate: Hanbury, Mario Fazio, Mortola, Ponente, Vittoria