Il romantico sport del pallone elastico sta tramontando anche per colpa del calcio

Il romantico sport del pallone elastico sta tramontando anche per colpa del calcio Il romantico sport del pallone elastico sta tramontando anche per colpa del calcio io di Alba è aperto a tutti. Il entro offre la sua attrezzatua a chiunque voglia provare. Al pomeriggio è il turno dei iovani, i « pulcini » della pala elastica. Ascoltano attenti e spiegazioni di Manzo e Coino, poi cominciano i pallegi, si formano le squadre. I agazzi sono emozionati: stano giocando a spalla a spalla on i campioni. Qualcuno chiue gli occhi, sogna il pubblico he applaude, quando arrivala fera la colpisce con tutta la orza, vorrebbe vederla scomarire in cielo. Pietro Squillerò M1111111M1111111111111 i 1111! I ( IM111111111111 ! I II I MI I ! La lettera di un gruppo di appassionati a «Specchio dei tempi» - Il nuovo gioco ha portato via, prima i tifosi, poi il nome al vecchio sport - Il caso di Manzo: abbandonò il football per il pallone e fu campione d'Italia per otto anni - Iniziative per organizzare tornei nei centri dell'Albese (Dal nostro inviato speciale) Alba, 12 agosto. In un articolo sugli sport più popolari tra i giovani, apparso giovedì ne <La Stampa», non erano citati pallone elastico e tamburello. La notizia ha amareggiato molti lettori: sono giunte telefonate, qualcuno si è rivolto a «Specchio dei tempi»: «E' triste che giochi così belli stiano scomparendo», « Se i giovani potessero vedere una partita, di pallone clastico... ». Un gruppo di appassionati di Alba ha scritto per segnalare che nelle Langhe «entrambe le specialità, sia il pallone elastico' alle cacce sia il tamburello al cordino, sono ancora praticate, in specie dal vero popolo ». K la lettera prosegue: «Sono sport assai antichi e ancora molto amati da chi ne conosce la tecnica. Sempre vi furono eccellenti campioni: nei tempi andati li giocarono De Amicis e Giovanni Giolitti; ne era entusiasta il grande Leopardi». E conclude con malinconia: «E' un peccato che il calcio lì abbia soppiantati nel cuore della folla ». Perché il declino del pallone elastico e del tamburello cominciò proprio con l'affermarsi del calcio. Il nuovo gio co si portò via prima i tifosi e poi addirittura il nome del vecchio sport. Ora le folle accorrono negli stadi per vedere le partite al pallone e il vero « pallone » è rimasto soltanto in qualche cittadina di provincia, ad Alba, Acqui, Cairo Montenotte. I suoi appassiona ti vivono dì ricordi. Raccontano con commozione di quando nel '600 il Chiabrera cele brava i campioni della palla elastica: «gente quadrata, che nervoso ha il braccio - I pie quasi di piume». Tempi felici: ecco il ritratto di un giocatore : « Cintio, ha passi gravi e forti - corre, incalza, s'arretra, incuora, finge - per vincer nell'arringo il doppio segno - E mentre usa la forza, opra l'ingegno » Davvero, non si potè va pretendere di più. E nell'Ottocento il pallone elastico continuò a furoreggiare: Leopardi scrisse una poe sia «A un vincitore nel pallone », De Amicis addirittura un libro: «Gli azzurri e i ros si ». Queste le regole, che si sono conservate fino a oggi: il campo ha le dimensioni di un rettangolo lungo circa ottanta metri: nei paesi delle Langhe è di solito la piazza principale; in città sono stati costruiti gli sferisteri. Le due squadre sono composte da un battitore che deve lanciare la sfera nel campo avver sario, una «spalla» che lo aiuta e due terzini che rimandano i tiri corti. Per colpire la palla che è durissima i battitori si proteggono l'avambraccio con dieci metri di benda, un pezzo di cuoio e uno L'ex-campione Manzo, tra i suoi giovani allievi, osserva un lancio del giocatore di pallone elastico Oprino strato di corda (in Toscana si' usa un bmcciale di cuoio). Quando 11 gioco comincia nello sferisterio si fa silenzio. Tutti osservano il battitore che, alzata la palla, la colpisce con violenza: si sente uno schianto secco, come di bastone, e la sfera va via fischiando per 60, 70 metri. Dall'altra parte ■ la squadra avversaria si prepara. Se risponde il battitore è un'altra legnata, altri 60 metri di volo. E avanti, finché i terzini riescono ad afferrare la sfera nel campo avversario conquistando una caccia. La partita non ha pause, è accanita, rabbiosa. Ben presto i giocatori sono in un bagno dì sudore. Il pubblico li incita a gran voce. Nelle pause qualcuno si ristora con uova, zucchero, un bicchiere di vino. Intanto piovono le scommesse, le «traverse». E il gioco continua, tre, quattro ore: vince la squadra che raggiunge prima gli 11 punti. Il merito è sempre del battitore che con la sua personalità può risolvere qualsiasi situazione. I più famosi sono ricordati a distanza di anni: Barlottini di Bagnocavallo, il Mancia d'ia Spineta, Caramagna, Mimo Laura che a Nizza Marittima nel '909 lanciò la palla a 85 metri, Panizzi, record assoluto a 97: nello sferisterio c'è una lapide a ricordo; sembra impossibile che il pallone si ìa schiantato lassù, sulla parete di fondo, oltre gli spettatori. E nomi più recenti: Augusto Manzo, di Santo Stefano Belbo, campione italiano per 8 anni. Nelle Langhe è più famoso della nazionale di calcio: si è ritirato nel '62. Ora la sua squadra, la Cento Torri di Alba è affidata a Beppe Corino, 36 anni, che fu la sua «spalla» in tante partite. Corino è stato campione nel '62; quest'anno è secondo a un punto da Balestra. Dicono gli intenditori: « Una finale tra loro due sarà uno spettacolo indimenticabile, il campione anziano contro quello giovane, che sta nascendo ». II campionato: otto squadre n Piemonte e Liguria. A ogni partita i giocatori ricevono trentamila lire da dividere in quattro. I campioni del pallone elastico non sanno cosa voglia dire professionismo. E nella vita svolgono tutti un'altra attività: Manzo lavora alla Martini e Rossi, Corino ha un negozio. Il pallone per loro è divertimento, passione, ma non lo cambierebbero con nessun altro sport. Racconta Manzo: «Nel 'SI ero centromediano nell'Albese. Ho lasciato il football per il pallone elastico e sono contento di averlo fatto ». Secondo Manzo il pallone elastico tornerà popolare. Da quando ha abbandonato lo sport attivo è presidente del Centro zonale di Alba: «Con l'aiuto di altri appassionati abbiamo riportato il gioco in tut- ri 1 paesi. Prima combinando partite fra gli anziani, in modo elle i giovani potessero impararlo, poi abbiamo diviso i giocatori in categorie. Ecco i risultati: nel '63, 10 squadre ragazzi e 18 di anziani (liberi); quest'anno le squadre sono 70. In tutte le Langhe si svolgono di nuovo tornei. Abbiamo avuto bisogno di arbitri e abbiamo subito organizzato i corsi: il primo anno su 18 iscritti 7 sono stati abilitati — è sempre meglio esser severi —, il secondo anno i promossi sono stati 20 ». Altra iniziativa: lo sferiste¬ « Onore al gioco di De Amicis, Giolitti e del grande Leopardi