I sindacati chiedono ai mutualisti di riprendere l'assistenza diretta

I sindacati chiedono ai mutualisti di riprendere l'assistenza diretta In una riunione nella sede dell'Ordine I sindacati chiedono ai mutualisti di riprendere l'assistenza diretta Per porre fine al disagio dei mutuati - I medici sollecitano l'appoggio delle organizzazioni dei lavoratori alle loro richieste: nelle grandi città un forfait di 6500 lire annue per mutuato La difficile situazione dell'assistenza mutualistica è stata oggetto ieri di un'animata riunione tra I rappresentanti dei lavoratori e dei medici presso la sede dell'Ordine. VI hanno partecipato il rag. Federici per la Uil. Bardesono e Da vico per la Cisl, l'on. Sulotto e Carli per la Cgil, il vice presidente dell'Ordine dott. Gaito e il dottor Olivetti per 11 sindacato muralisti. Gli esponenti dei lavoratori hanno fatto presente al medici la situazione di disagio sopportata ormai da quattro mesi dai mutuati (che non hanno alcuna responsabilità nella vertenza In corso) : hanno detto di rendersi conto delle buone ragioni che hanno ispirato i mutualisti nella loro lotta e di comprenderne lo scontento dinanzi all'accordo che delude le loro speranze. Ma pur auspicando che la definitiva conclusione dell'intesa soddisfi lo rivendicazioni del medici, hanno' sollecitato che nel frattempo sia ristabilita la normalità: cioè che si torni all'assistenza diretta. Il dott. Gaito e 1 suoi colle ghi hanno tenuto a precisare che è fermo intendimento della categoria « tornare all'assistenza diretta a vertenza conclu sa », ■ ma hanno affermato « Noi non siamo dei "ribelli", e questo per due motivi. Anzi- tutto il consiglio d'amministrazione dell'Inani non ha ancora ratificato l'accordo stipulato giorni fa, in secondo luogo la Federazione degli Ordini non ha, a tutt'oggi, dato disposizione agli Ordini provinciali per la ripresa dell'assistenza diretta». In questo stato d'attesa, nelle more dell'approvazione dei paragrafi riguardanti l'assistenza specialistica e ospedaliera, « i medici di Torino e di Milano hanno avanzato rivendicazioni alla direzione Inam che ne ha preso atto, ma non ha ancora dato risposta ». Quali sono queste rivendicazioni su cui 1 responsabili della categoria medica e dell'Inani non hanno voluto dare chiari menti? E' possibile che siano accolte e si ponga fine cosi al disagio dei mutuati che in prò vincia di Torino sono un milione e mezzo? Il comunicato congiunto della Cisl, UH e Cgil dice che i sanitari torinesi hanno chiesto all'Inani « l'applica zionc del compenso a quota capitaria opportunamente corretta in relazione al maggior one re determinato dall'esercizio della professione medica nelle grandi città industriali». L'accordo di Roma prevede una quota capitaria baso (che a Torino, città industriale, tenendo conto anello dei pensionati ò di 2950 lire annue) più una quota aggiuntiva dì 190 lire. Prevede inoltre 3 visite annue domiciliari per ogni assistibile a 1030 lire Tutto sommato, 6200 lire. Considerando che nel passaggio dai sistema della notula alla quota capitaria ci sarà un ridimensio namento del numero delle scelte, i medici avrebbero chiesto che nelle città con oltre un milione dì mutuati, o con più del 60 per cento di occupati nell'industria sia istituita una quota forfettaria annua di 6500 lire. L'Inam accetterà? La questione è allo studio. Sulle nuove-proposte 1 medici hanno chiesto la solidarietà del sindacati, la cui azione di difesa dei lavoratori dovrebbe prendere in esame la necessità di garantire a ciascuno un'assistenza il più possibile accurata e dignitosa. I rappresentanti dei lavoratori si riuniranno oggi per decidere una linea comune; non è improbabile che sollecitino la riunione del Comitato provinciale Inam, presieduto dall'onorevole Borra. Il direttore dell'Inani di Torino, dott. Bianchi, ci ha comunicato che « il ritardo nei rimborsi, dovuto esclusivamente a difficoltà tecniche della banca incaricata, è in via di riassorbimento ».

Persone citate: Bardesono, Carli, Federici, Gaito, Inam, Olivetti, Sulotto

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino