Truman Capote spiega in un'intervista perché ha scritto: «A sangue freddo »

Truman Capote spiega in un'intervista perché ha scritto: «A sangue freddo » Truman Capote spiega in un'intervista perché ha scritto: «A sangue freddo » Il romanzo è la ricostruzione, lucida, della strage d'una famiglia - L'autore ha «vissuto» dall'interno il drammatico contrasto fra una pacifica comunità americana e due giovani travolti da un incontenibile istinto di violenza Il 15 novembre 1959. due giovani appena usciti dal carcere — Perry Smith e Richard Hlckok — sterminarono nel villaggio di Holcomb (Kansas) tutta la famiglia Clutter, padre madre e due figli. Truman Capote, l'autore di Colazione da Ttffany, ha vissuto tre anni a Holcomb ricostruendo la tragedia con una Inchiesta minuziosissima Dalle seimila pagine di appunti, rlelaboratl In altri tre anni di lavoro, lo scrittore ha tratto un romanzo di successo — comparso In Italia con 11 titolo A sangue freddo — che ha suscitato vaste polemiche per il crudo realismo e del quale abbiamo già parlato su « La Stampa » (vedasi l'articolo di Giorgio Zampa In Cronache dei libri del 30 marzo scorso). In questa intervista a Le Monde, Truman Capote Illustra 11 significato della sua eccezionale fatica letteraria. €Che cosa ha voluto fare con II suo libroT Lo studio sociologico di una piccola comunità americana, il ritratto psicologico di due assassini, un saggio sulla giustizia degli Stati Unitif » — Tutti questi elementi si trovano nel romanzo. Ma ci sono arrivato a tappe. Dapprima ho pensato di scrivere ciò che si potrebbe chiamare un « romanzo-verità ». Era un postulato puramente artistico. Da dieci anni io, scrittore, faccio del giornalismo: mescolanza singolare, per lo meno in America. M'era sembrato che, se avessi potuto scrivere un libro in cui combinare la tecnica del giornalismo — un lavoro estremamente preciso, vero nei più piccoli particolari — con la creazione fantastica, avrei ottenuto un prodotto ibrido ed ' affascinante come il racconto di un avvenimento reale, ma elaborato dalla potenza creativa del romanziere. Un giorno scopro che solo una forma qualunque di delitto — non pensavo in particolare all'assassinio — mi avrebbe fornito le basi sulle quali costruire il mio libro. Poco tempo dopo leggo in un giornale di New York una notizia sulla strage di Holcomb e decido di occuparmene. Semplice impulso, perché la storia non aveva nulla di speciale: un « affare » di quasi ordinaria amministrazione negli annali del crimine in America. Parto dunque per il Kansas senza avere la più pallida idea di quello che sarebbe Btato il libro. Nei primi tempi dell'inchiesta, non ho mai saputo con certezza che sarei stato capace di cavarne qualche cosa. Solo quando gli assassini furono arrestati, quando potei parlare con loro, quando infine ebbi interrogato tutte le persone coinvolte In qualche modo nella vicenda, mi fermai e rividi 11 materiale che avevo raccolto: un gigantesco mosaico, tessere sparse da riordinare. E tutto d'un tratto compresi che senso aveva per me quell'immenso campionario... Rimisi insieme ì pezzi di un fantastico enigma. « E ohe cosa le ha rivelato/ » — Da un lato, una famiglia, la tipica famiglia di agricoltori americani: posata, dura nel lavoro, un po' triste... Gente rispettabile, provinciale. Dall' altro, due ragazzi di cui questa famiglia non aveva mal sentito parlare e che essi ignoravano quasi totalmente: degli « anti-eroi », vagabondi, buoni a nulla votati al delitto. L'uno dei due tuttavia era intelligente ed anche sensibile, ma chiuso nei suoi complessi e sprezzante di tutto quanto incarna l'autorità, l'affetto, la sicurezza: in una paróla, di tutto ciò che questa famiglia presentava ai suoi occhi. I Clutter non "capirono chi avevano di fronte: è la loro mancanza di fantasia che li ha uccisi. Se essi avessero potuto «sentire», avrebbero compreso che stavano andando al massacro. Ma non potevano credere che una tal « cosa » esiste e dunque che potesse capitare a loro. E questa totale mancanza di fantasia faceva veramente parte della loro rispettabili- tà, della loro bontà, della loro innocenza... Ci sono nella vita americana questi due aspetti: la volontà di essere buoni, di credere che tutto il mondo vi ami e che tutto il mondo vi debba amare, e la violenza occulta ed esplosiva che induce due giovanotti di 30 anni ad entrare in una casa tagliar la gola alla gente e fargli saltare le cervella, senza un rimorso, né un pensiero... E' ciò che mi è parso interessante e per questo ho scritto il libro. «Come spiega la maggiore responsabilità nella strage che lei attribuisce-ad uno degli assassini, Perry Smitht ». — E' lui il vero massacratore. Se gli ho dato maggior rilievo che al complice Richard Hickok, è perché la personalità di quest'ultimo non presentava grande interesse: era una specie di commesso viaggiatore un po' sporcaccione, pervertito, ma in realtà incapace di uccidere. Perry Smith invece era come una macchina infernale. Se non avesse ucciso 1 Clutter, avrebbe trovato altre vittime, tanto era gonfio di violenza incontrollabile. Era un ragazzo sensibile ed intelligente, ma predestinato al crimine, ed il suo personaggio mi è sembrato più vicino allo scopo del mio libro. C'è Inoltre il fatto che lo ho stabilito con lui del rapporti più profondi. Avevamo parecchie cose in comune, che ci permettevano una comunicazione reale. Ho potuto fare molto per Smith e per una ragione assai semplice: nessuno Ano allora si era curato di lui... Il grande affetto che gli mostravo, Smith lo riconosceva e l'accettava. In verità, non è questo il problema. Mi sono buttato a corpo morto sul libro per ragioni puramente artistiche. Copyright di « Le Monda » • per l'Italia da «La Stampi* Truman Capote durante un recente soggiorno a Portofino. La vera identità del romanziere americano (Truman Capota è uno pseudonimo) non è mai stata rivelata

Luoghi citati: America, Italia, Kansas, New York, Portofino