Stanco di sopportare i tradimenti della uccide il cognato che voleva fuggire moglie con lei

Stanco di sopportare i tradimenti della uccide il cognato che voleva fuggire moglie con lei Il delitto di notte in une villa a Bollate presso Milano Stanco di sopportare i tradimenti della uccide il cognato che voleva fuggire moglie con lei Poi si costituisce agli agenti: «Dovevo vendicarmi. Me l'aveva portata via» - L'assassino ha 26 anni ed è operaio; la vittima, ventiseienne, da tempo insidiava la donna (25 anni) - L'omicida ha atteso per tutto il pomeriggio che il cognato rincasasse - Ha forzato la serratura della porta e, dopo una furibonda colluttazione, l'ha tramortito con un bastone - Poi lo ha finito con un coltello che lui stesso si era preparato affilando una lima (Dal nostro corrispondente) Milano, 1 agosto. Un operaio veneto ha ucciso a bastonate e con tre colpi di coltello il cognato, amante di sua moglie. Il delitto è avvenuto la scorsa notte in una villa di Bollate, presso Milano. Poco dopo l'uccisione, l'omi¬ cida sì è costituito alla polizia stradale. A un agente ha detto: «Dovevo vendicarmi». L'assassino si chiama Giancarlo Albiero, 26 anni, padre di due figli, sposato con Adele Toffanello, venticinquenne. La vittima si chiamava Angelo Occhipinti, 26 anni, anch'egli coniugato con due figli residente a Bollate in via Marmolada, 10. Si era sposato cinque anni or sono con Rosina Albiero, di 24 anni. Ecco gli antefatti del delitto. Giancarlo Albiero e la moglie Adele erano andati ad abitare a Bollate circa un anno fa e si erano sistemati in una villetta in via Marmolada. Nella stessa casa abitava una sorella dell'Albiero, Rosina moglie della vittima. Fra l'Occhipinti e Adele Toffanello nacque una relazione, che fu scoperta dal marito. Questi denunciò ai carabinieri la moglie ed il cognato. I due, interrogati dal maresciallo comandante la stazione di Bollate, non ebbero difficoltà ad ammettere il loro legame. Giancarlo Albiero, nel tentativo di salvare il suo matrimonio, si trasferì con la moglie a Paullo e nella villetta di via Marmolada rimase solo l'Occhipinti che la moglie tradita aveva abbandonato. La relazione fra l'Occhipinti e la Toffanello continuò. L'Albiero allora riportò la moglie presso i genitori di lei, che abitano a Bollate in via Battisti, e parve quasi rassegnato alla parte del marito tradito. Pochi giorni or sono c'era stata una nuova lite. Sembra che Angelo Occhipinti avesse progettato un piano di « rapimento ». Lui e la cognata sarebbero fuggiti insieme abbandonando le loro famiglie. Qualcuno ha riferito questo fatto a Giancarlo Albiero che ha deciso di vendicarsi. Ieri pomeriggio, preso un acu minato coltello da lui stesso costruito affilando una lima, è giunto in motoretta per affrontare il cognato. Ma Angelo Occhipinti non era in casa e invano il marito tradito lo ha cercato per tutto il giorno nella zona. L'Albiero è rimasto appostato per un po' di tempo davanti alla villetta di via Mar- molada; poi è andato al cinema dell'oratorio tornando a mettersi in agguato dopo circa due ore. Il cognato è rientrato solo nella sua abitazione. L'assassino, con un bastone trovato nell'orto vicino, ha cercato di forzare la tapparella di una finestra per entrare nell'appartamento. Non vi è riuscito E' ritornato sui suoi passi e dal bauletto della motoretta ha preso l'acuminato coltello. Quindi è riuscito a scassinare la serratura delia porta d'ingresso ed è entrato. L'Occhipinti che si trovava nella camera da letto pronto a coricarsi aveva sentito 1 rumori: quando Giancarlo Albiero si è introdotto nella stanza e ha acceso la luce, sperando di trovare il rivale a letto addormentato, se lo è visto invece di fronte, pronto a difendersi. Fra i due è nata un» violenta colluttazione, nella quale il marito tradito ha avuto il sopravvento; egli ha calato più volte il bastone sul capo del cognato che è caduto a terra privo di sensi. Fuori di sé l'Albiero si è buttato sul corpo dell'Occhipinti. Ha impugnato il coltello che aveva messo alla cintola: per tre volte ha alzato la lama colpendo al petto e al fianco il rivale. Ansante, sporco e insanguinato, l'assassino si è sollevato; barcollando è uscito dall'appartamento. Per strada ha gettato il coltello nella fognatura dove successi vamente è stato trovato. Quindi si è diretto verso la caserma dei carabinieri ed ha suonato il campanello. Poi ha cambiato idea. Prima che il piantone avesse il tempo di aprire l'uscio l'assassino se ne è andato scomparendo nella notte. E' venuto a piedi a Mi lano, meditando se gli convenisse costituirsi o cercare un sicuro nascondiglio. Ha compreso che non avrebbe potuto fuggire. Poco dopo le due fermata una pattuglia della polizia stradale, ha detto agli agenti. «Ho ucciso mio co unato. perché mi aveva portato via la moglie». Sono stati subito avvertiti il nucleo di polizia criminale e la squadra mobile. Due « pantere » hanno pre levato Giancarlo Albiero alla caserma della stradale e lo hanno accompagnato nell'appartamento dì via Marmolada, a Bollate: l'uomo ha mostrato loro il corpo della vittima, riverso nel sangue. Dopo il sopralluogo l'assassino è stato condotto in questura e interrogato. Anche Adele Toffanello si trova in via Fatebenefratelli: «E' vero, tradivo mio marito — ha ammesso piangendo — ma non era tutta colpa mia. Angelo la prima volta mi aveva costretto con la forza e dopo non avevo più trovato il coraggio di ribellarmi! ». g. m. Olll[llllll!l!!IIIIIIIÌIIllllllllllllllillllllinillllllllllllll!IIIIIIMIHinillMlllllllllllll!lllMlllllllll!MIIIAdele Toffanello, di 25 anni, il marito della quale ha ucciso il cognato a Bollate presso Milano (Telefoto) Da sinistra, la vittima Angelo Occhipinti, 26 anni, ed il cognato Giancarlo Albiero che l'ha ucciso (Telef.)