Diecimila scienziati lottano contro il cancro fanno progressi, ma la vittoria non è vicina di Enzo Biagi

Diecimila scienziati lottano contro il cancro fanno progressi, ma la vittoria non è vicina L'AMERICA PROGRAMMA L'UOMO DEL DUEMILA Diecimila scienziati lottano contro il cancro fanno progressi, ma la vittoria non è vicina Nel 1930, si salvava solo un quinto degli ammalati; oggi, negli Stati Uniti, un terzo guarisce - Si ottengono notevoli successi nei tumori della placenta, della pelle, della bocca, nella leucemia - I medici sanno che i cibi sofisticati, il fumo, le radiazioni solari, fors'anche la sauna possono provocare il male Ma la causa prima del tumore, forse legata al segreto della vita, resta per ora un mistero - Ci sono fatti sconcertanti: i giapponesi si ammalano soprattutto di cancro allo stomaco, gli americani al polmone; i tumori polmonari sono più frequenti in Inghilterra che nella vicina Irlanda - Le cure, a poco a poco, sì troveranno; ma è molto ottimistico sperare in un unico vaccino, che sconfìgga questo male come la poliomielite (Dal nostro inviato speciale) New York, luglio. La sala d'aspetto della Strang Clinic è affollata. Nei gabinetti di ricerca e nei reparti di radiologia, è già cominciato il lavoro. Studiano i tumori: Quell'ometto dalle orecchie larghe e dall'aria un po' triste, la zitella appena uscita dal casco del parrucchiere, tra poco sapranno. C'è troppo silenzio qui dentro: e mi sembra che la massima di Descartes appesa a una parete sia perlomeno superflua: ricorda, a Questa gente in ansia, che la salute, nel travagliato mondo, conta più di tutto. Nessuno si illude: un americano su quattro sa che la risposta sarà affermativa, e che le funerei homes dovranno sbrigare, per la fine dell'anno, l'ultima toletta di trecentomila cittadini uccisi dal carcinoma. Diecimila scienziati/ nei laboratori e negli ospedali, cercano di sconfiggere « l'assassino numero 2» (tocca al cuore il primo posto nella malinconica classifica) s si spendono milioni di dollari per rispondere a una sola domanda: « Qual è la causa del cancro? ». Ma è un interrogativo che ci cssessiona da epoche remote. Sappiamo che risale a venti secoli prima della nascita: di Cristo, sappiamo come si manifesta: una cellula normale, in un imprevedibile momento, comincia a svilupparsi in modo irregolare e distrugge le sane; conosciamo alcune ragioni: le sigarette, certe sostanze chimiche contenute nei cibi, le radiazioni solari, i fumi della combustione. Ma il segreto della malattia non è stato svelato. Si sono raccolti molti dati per impostare il problema, perà la soluzione appare ancora lontana. Il dottor Moloney, di Bethesda, ha riscontrato, ad esempio, che il cancro polmonare è più frequente in chi nasce da madre anziana; si è scoperto che il giallo artificiale del burro provoca tumori al fegato nel topo, ma. non nella scimmia, e quindi presumibilmente non incide sull'uomo; nel British Journal of Cancer si è letto che le donne che hanno soddisfacenti rapporti sessuali debbono temere di meno le forme che colpiscono gli organi della riproduzione; in Finlandia la sauna è ora guardata con sospetto, perché ritenuta il possibile motivo di lesioni alle vie respiratorie. Le statistiche informano che il cancro alla mammella è più frequente in Israele che in Giappone (hanno maggiori probabilità di evitarlo le mamme che allattano); quello del polmone è al primo posto negli Usa e in Inghilterra, e al dodicesimo in Irlanda; su cento giapponesi ammalati, in cinquanta il neoplasma viene localizzato nello stomacò, mentre in America la percentuale dello stesso morbo discende al dieci. C'è dunque una mappa dell'affezione, che non si manifesta in maniera costante in ogni luogo, il che conferma che, tra i vari influssi, anche l'ambiente ha il suo peso. Negli ultimi venticinque anni si sono fatti enormi progressi nelle indagini sulla cellula (qualcuno parla addirittura di una « esplosione scientifica ■>) e si è cominciato a decifrare il complicato codice con cui una generazione forma la successiva; si sono accumulate prove sui virus considerati come causa dei tumori, senza però raggiungere l'assoluta certezza; ma nonostante le nuove cognizioni e la più larga disponibilità di mezzi terapeutici, la malattia progredisce. Bishop e Davis in New Horizons in Medicine scrivono che oggi un terzo degli infermi può essere curato, mentre nel 1930 la percentuale era solo di un quinto; il professor Jung di Boston prevede entro il 1970 la scomparsa del carcinoma del collo dell'utero, purché tutte le donne si sottopongano a visita preventiva; c'è la speranza di poter disporre entro dieci anni di Un vaccino contro la leucemia, ma il farmaco capace di eliminare il possibile germe, il veleno, è ancora nascosto in chissà quale provetta e dovremo attendere a lungo prima che l'occhio di un virologo o di un biochimico, di un botanico o di. un fisiologo ci riveli la formula prodigiosa. Bisturi, raggi X, betatro ne, iodio radioattivo, cobalto 60 sono tappe importanti, ma ci vorrà molto tempo prima che una iniezione, o due gocce di un liquido la sciate cadere su una zolletta di zuccliero, possano prevenire questa insidia dalle molte facce, come accade adesso, e senza alcun dramma, per la difterite e per la paralisi infantile. Sono mot tpplici i fattori ed è improbabile che si possa trovare un unico rimedio: il sangue, le ossa, i gangli linfatici, le corde vocali sono paralizzati o aggrediti dal cancro, questa brutale realtà che non riusciamo a definire che con delle ipotesi e le cui origini, secondo le più recenti teorie, si identificherebbero addirittura con quelle della vita. Si sono sperimentati oltre 300.000 prodotti chimici e solo poco più di duecento hanno dimostrato effetti positivi. Sono andato a trovare David Karnofshy, che allo Sloan Ketterin Institute cerca ed esperimenta nuovi ritrovati per condurre la grande battaglia; è un pacato conversatore il cui svago preferito, dice, sono { quattro figli e « cui interesse dominante è la medicina. E' capo del reparto oncologico del Memorial Hospital e gode di una reputazione internazionale. Poi ho chiacchierato con Emerson Day, che dirige la Strang Clinic, /or¬ se il maggior centro di esami degli Stati Uniti; un temperamento sereno che accetta le complicazioni del faticoso mestiere con umiltà: ogni mattina prende un treno dalla campagna per venire a N?.u> York, gioca al tennis, coHeziona francobolli, va in giro, nei giorni di festa, in bicicletta. Dice Karnofsky che il suo principale impegno è provare nuove medicine; ce ne sono alcune efficaci ma i risultati, in genere, sono modesti: in pochi casi hanno avuto effetti curativi. Le guarigioni si sono ottenute soprattutto nel tumore della placenta, che insorge durante la gravidanza, e si sono riscontrati effetti benefici anche in uno stadio avanzato. Nel cancro al testicolo dell'uomo i ritrovati chimici hanno agito soltanto in due 0 tre casi su cento. Gli ho domandato se si riscontrano nuove forme: « Certamente — ha spiegato. — Ci sono aspetti insoliti dei diversi tipi già conosciuti e si manifestano in modo differente anche a seconda dei luoghi. Il cancro ai polmoni è aumentato in America di dieci volte negli ultimi trent'anni, quello allo stomaco è diminuito della metà e non sappiamo il perché ». Ho chiesto: « Quali sono 1 casi più facilmente curabili? ». « Quelli che colpiscono la pelle e che il paziente avverte al primo insorgere, o le labbra, la laringe, perché la raucedine può essere un segno, il seno, l'utero. Difficili quelli che invadono i polmoni, il pancreas, i reni e lo stomaco ». Ho chiesto: « Sono più soggetti gli uomini o le donnei». «Considerata come una malattia senile, la percentuale di persone che si ammala di tumore è la stessa per tutti e due i sessi. Certi tipi di cancro, però, sono più sviluppati nei maschi, come quello alla prostata che è tipico degli uomini, nei quali anche il carcinoma alla lingua è sei, otto volte più frequente che nelle donne». L'incontro con Karnofsky non suscita visioni ottimistiche: « Sappiamo parecchio degli animali, sui quali abbiamo studiato come la malattia si sviluppa, e ne aobiamo identificato anche diversi aspetti, ma non sappiamo molto degli uomini ». Neppure l'opinione di Emerson Day induce ad eccessive speranze: «Credo che negli ultimi dieci anni siano state fatte le più rilevanti scoperte, grazie alle esperienze di laboratorio, alle tecniche microscopiche e biologiche, e tutto ciò è molto incoraggiante. Naturalmente l'ideale sarebbe di poter arrivare a prevenire il cancro, invece che curarlo, ma è una mèta ancora lontana, lontana decine di anni. Questa conquista non è, come molti credono, dietro l'angolo; il male sarà debellato non con un'unica vittoria, ma con una serie di piccoli successi. Intanto da noi, ogni anno, i morti aumentano di cinquemila. Guariamo le forme a lento decorso, si tratti dell'epidermide o del collo dell'utero, e curiamo 11 tumore al retto e alla cornea, ma la strada è lunga e difficile. Sappiamo come agisce il virus sui ratti e ne deduciamo che ci vu 'e la più accesa delle immaginazioni per sostenere che non ha niente che fare con gli uomini, ma forse non ne avremo mai la conferma, per la difficoltà di ottenerne la prova. Presto ne sapremo di più, ma chiarisco subito che ciò non significa che il cancro sia una malattia infettiva o contagiosa ». «Sarà possibile, in futuro, ottenere un siero come quello che ha debellato la poliomielite/ ». « Sembra improbabile che un solo vaccino riesca un giorno a proteggerci; d'altra parte si sono fatti già molti progressi nel campo della leucemia ». «Clie importanza hanno i fattnri ereditarie ». c Notevole, c'è anche chi li pone In primo piano. Noi sappiamo che il cancro non si eredita: nessuno potrebbe dire che si ammalerà basandosi sul fatto che 1 suoi ge- | nitori lo hanno avuto. Sappiamo, d'altra parte, che aumenta la percentuale di alcune forme al seno o gastrointestinali che hanno, diciamo così, un carattere familiare. Noi usiamo questa informazione per identificare quello che chiamiamo l'alto rischio, la predisposizione, e desideriamo che chi ha avuto tra i congiunti casi ricorrenti sia sottoposto a controlli più frequenti. La donna, in genere, da noi, è più soggetta al male, ma l'uomo muore più facilmente, perché i tumori femminili sono individuabili e si possono affrontare con un trattamento adeguato ». «Cosa piti dire a proposito della leucemia! ». « E' qui che si sono avuti ì maggiori progressi. Si è parlato di isolare particelle virali negli esseri umani e può darsi che questa sia la direzione da seguire. E' probabile che questa sia la prima forma di cancro che si può combattere con una vaccinazione profilattica». «Esistono cibi che contengono elementi capaci di provocare i tumorit ». « In quelli comuni, naturali, esenti da additivi, no, non mi risulta. Ci sono dei coloranti artificiali dannosi e in Islanda si è riscontrata la pericolosità di alcuni alimenti, ma erano stati sottoposti per la conservazione al fumo, che provocava il fattore cancerogeno ». « Che ne dice dell'influenza del tabacco t ». «Non sono di quelli che credono che qualsiasi uso, anche controllato, sia dannoso, ma so che sono pochi i fumatori capaci di limitarsi a sei sigarette al giorno. Va tenuto presente che la possibilità di contrarre il male aumenta per chi supera le due sigarette, nei confronti dei non fumatori, di 60, 70 volte. Pure l'abuso di alcoolici crediamo abbia una certa incidenza su alcune forme ». « C'è un'età in cui le pro¬ babilità di ammalarsi aumentano f ». « Molti dicono ohe l'epoca della crisi è cinquant'anni per l'uomo e quaranta per la donna, ma noi insistiamo perché l'eventualità venga considerata con dieci anni di anticipo: quaranta e trenta». «Lei ritiene che si debba informare il paziente delle sue condizioni' ». « Penso di sì. E' uno dei compiti importanti del medico; egli conosce la personalità del malato ed è responsabile della sua sorte, di quello che accadrà. Deve scegliere il momento giusto e 11 linguaggio adatto. Ce chi pensa che sia un fardello troppo pesante da portare: ma ognuno di noi comanda la nave della propria esistenza e deve sapere verso quale porto sta navigando. Bisogna chiedere la collaborazione del malato, aiutarlo a vivere, non ingannarlo, fargli capire che può rimettersi in buona salute per molti anni ancora, purché si curi, bisogna spiegargli che cosa si può fare per lui. C'è chi resiste ancora per dieci, quindici anni. Come nascondere la verità a un uomo che ha il cancro ai polmoni e una famiglia, una attività a cui badare, quando si sa che la malattia, diciannove volte su venti, non gli garantisce più di un anno, un anno e mezzo di vita? ». ilfi 7ta mostrato, al microscopio, un vetrino: era un esame, c'era dietro il destino di una creatura umana. Le cellule apparivano colorate di blu, come una porcellana di Meissen, form* graziose, ordinate, e una sola era rossa, di un rosso acceso. Sulla lastrina era scritto: Miss Elizabeth G. 53. t Maligno ». ha detto il dottor Day. E io ho pensato all'anziana signorina seduta accanto all'ometto dalle orecchie larghe, nella troppo silenziosa sala d'aspetto. Enzo Biagi Il professor Emerson Day, direttore della « Strang Clinic », nel suo studio a New York. La « Strang Clinic » è uno dei più importanti istituti medici degli Stati Uniti per la prevenzione e lo studio del cancro (Telef.)

Persone citate: Bishop, David Karnofshy, Emerson Day, Jung, Miss Elizabeth, Sloan