La campagna delle pesche

La campagna delle pesche La campagna delle pesche Grandi magazzini ed empori accettano l'invito del Comune: da domani pesche e pere di ottima qualità a 100 lire il chilo - I negozianti si adegueranno Montagne di pesche e pere sul mercato all'ingrosso ortofrutticolo di via Giordano Bruno, e conseguente, immediato crollo dei prezzi. Nei giorni scorsi le quotazioni delle pesche di polpa bianca oscillavano intorno alle 130-210 lire il chilo per le qualità « extra ». tra le 70 e 100 lire per la prima qualità: quel le di polpa gialla tra le 120 e le 240 lire 11 chilo. A cominciare dall'altro giorno (11 fenomeno si è ripetuto puntualmente ieri all'apertura delle contrattazioni) le pesche bianche sono scese a 50-60 lire il chilo: le extra non hanno superato le 120-130 lire. Quanto alle pesche di polpa gialla, nessuna qualità ha superato le 150 lire. Grossi quantitativi di merce, appena toccata dalla grandine, sono stati offerti per 30 lire 11 chilo. E' diminuito anche il prezzo delle pere « William ». Lo più pregiate sul mercato all'ingrosso sono ribassate da 110-200 lire il chilo a 50-100 11 chilo. Preso atto della situazione, e della diminuita richiesta a causa dell'esodo dei torinesi, l'assessore all'annona rag. Costamagna, d'intesa con il direttore del mercato all'ingrosso dott. Godino, ha deciso di rinnovare il felice esperimento delle precedenti campagne che avevano interessato via via le mele, i carciofi ecc. Domani si apre In città la « settimana della pesca»; il lancio dell'operazione è un invito alle massaie rimaste in città: «Approfittate dell'occasione e confezionate le conserve per l'inverno ». L'Alleanza Cooperativa, i grandi magazzini, gli empori si sono tutti impegnati con l'assessorato Annona a vendere per sei giorni pesche e pere di prima qualità al prezzo unico di 100 lire. Il direttore dell'Alleanza dott. Mazzoli ci ha detto: «I nostri negozi hanno venduto fino a sabato sera le pesche a 120 lire il chilo e le pere William a 180 Si tratta di un vero crollo; siamo certi che le massaie rimaste a Torino si interesseranno vivamente all'operazione promossa dal municipio e da noi caldamente appoggiata ». I negozianti al minuto cosa far-anno? Fino a ieri vendevano le pesche da 200 a 350 lire, a seconda della qualità, e le pere da 180 a 230 lire. Il presidente del sindacato di categoria, Slgnetti, ha assicurato all'assessore: «Benché le nostre condizioni di operatori siano molto diverse e assai più gravose di quelle dei grandi magazzini, anche noi cercheremo di adeguarci alle condizioni del mercato ». Non è ancora un impegno, ma una promessa. La gente si chiede perché i negozianti al minuto mantengano prezzi sostenuti anche in tempo di buon raccolto, di abbondanza di arrivi e di richiesta in fase di flessione. Il motivo è sempre il solito e molto semplice: il sistema. Ad Amsterdam, per esempio, ci sono 100 grossisti e 1500 dettaglianti: a Torino i grossisti sono il doppio e i dettaglianti (tra commercio fìsso e ambulante) circa 18 mila. Su ogni esercizio gravano spese forti dì conduzione; c'è il trasporto, l'alta percentuale di scarto, una clientela difficile. « Ma faremo quello che ci sarà possibile — ha detto Signetti in municipio — per agevolare I torinesi rimasti in città ».

Persone citate: Costamagna, Godino, Signetti

Luoghi citati: Amsterdam, Torino