Due errori dell'ex-re Umberto sulla politica di Marcello Soleri di Marcello Soleri
Due errori dell'ex-re Umberto sulla politica di Marcello Soleri LETTERE AL DIRETTO RT Due errori dell'ex-re Umberto sulla politica di Marcello Soleri Lo statista piemontese non fu mai candidato nel «fronte» elettorale di Mussolini; e non si ritirò sull'Aventino, ma combatté il fascismo in Parlamento fino all'ultimo Signor Direttore, La storia si forma raccogliendo fatti, testimonianze, documenti. Ogni precisazione è quindi doverosa. Umberto di Savoia, nella intervista apparsa sulla Domenica del Corriere del 3 luglio u. s. (n. 27) afferma: «Alle elezioni del 1921 Mussolini si presentò alle elezioni con un "blocco nazionale" al quale aderirono uomini fra i più eminenti della democrazia parlamentare di allora, da Bonomi a Soleri, da Facto a Salandra ». Per quanto riguarda l'uomo politico piemontese, Marcello Soleri, la citazione è errata. Nelle elezioni politiche del 1921, Marcello Soleri capeggiò la lista che in provincia di Cuneo aveva nome « Partito democratico provinciale » col contrassegno della spiga di grano. Nella provincia di Cuneo, non fu presente, in quelle elezioni, la lista del c blocco nazionale », come si constata consultando 1 giornali politici che allora si stampavano in Cuneo. Nelle Sue Memorie (Einaudi, 1949) Soleri scrive che Giolitti dette a lui l'incarico di presentare il programma giolittiano, incarico che egli assolse pronunciando il discorso al Teatro Toselli di Cuneo. Se dunque, Marcello Soleri, in quelle elezioni, fu incaricato di esporre il pensiero politico di Giovanni Giolitti, evidentemente non faceva parte del « blocco nazionale » capeggiato da Benito Mussolini, come erroneamente afferma Umberto di Savoia. In altra inesattezza, questi è Incorso nella seconda parte dell'intervista comparsa nel numero successivo (10 luglio n. 28). ove elenca 1 liberali tra 1 gruppi dell'opposizione parlamentare che lasciarono i banchi di Montecitorio per dare inizio al cosidetto «Aventino». Marcello Soleri, con Giovanni Giolitti, fu Invece stre¬ nuo sostenitore della tesi che l'opposizione costituzionale dovesse svolgersi dai banchi del Parlamento. Lo ripete a pag. 182 delle Sue, già citate. Afemorie: « Il mio pensiero, era. e rimane, che chi è investito dal mundato parlamentare deve adempierlo e valersi di quella tribuna che non può disertare per nessun motivo ». In proposito, a pag. 143 della mia biografìa su Marcello Soleri (Garzanti, 1948), ricordo l'episodio raccontatomi dal deputato di Mqndovl Egidio Fazio, svoltosi nell'abitazione di Giovanni Giolitti, di via Cavour in Roma. Presente, con lui, Marcello Soleri. Ad un certo punto, Giolitti chiede: €Che cosa si può ancora tentare t ». E Soleri. con irruenza: «Se non potremo altro, grideremo il nostro dissenso. Non è possibile che le istituzioni politiche italiane muoiano, senza che una voce si levi in loro difesa. Ci daremo il turno. Ognuno leverà la sua voce. Sin quando sarà possibile parlare in nome della libertà, noi saremo presenti ». Ad un tratto Giolitti interrompe l'ardore del deputato cuneese: «A't l'as rasun, Soleri, andoitma ». L'opposizione in aula, da parte di quel piccolo gruppo di parlamentali, si svolse con battaglieri interventi, sino alla fine della legislatura (1928). Marcello Soleri conservava con orgoglio il biglietto Inviatogli da Paolo Boselli, che in quell'anno contava 87 anni: «On. Amico, Ella tiene viva l'eloquenza parlamentare. E' questo uno degli uffici sforici dell'opposizione. Ella lo adempie valorosamente. Vivi saluti*. Queste precisazioni, cortese ed egregio direttore, mi paiono opportune perché non venga falsata la figura storica del fiero parlamentare piemontese, Marcello Soleri. Grazie per la pubblicazione. Raimondo Cellino Pausa
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