Soragat e Moro fra le tende dei 10 ad Agrigento mila senzatetto di Fausto De Luca

Soragat e Moro fra le tende dei 10 ad Agrigento mila senzatetto JL« frana che Ha sconvolto un quinta detta citta Soragat e Moro fra le tende dei 10 ad Agrigento mila senzatetto Il Presidente della Repubblica si trattiene con le famiglie accampate - Alle loro domande («Ma queste tende dureranno decenni, come quelle del terremoto di Messina?». «Cosa accadrà appena comincerà a piovere?») il Capo dello Stato dà risposte affettuose e rassicuranti - Moro garantisce interventi del governo entro la settimana - Occorre fare in fretta: Agrigento è la provincia siciliana più povera, isolata e senza risorse, ed ora, dopo lo sgombero di centinaia di case, gli affitti crescono in modo vertiginoso (Dal nostro inviato speciale) Agrigento, 25 luglio. Sole, anche troppo sole, e cielo azzurro senza una nu vola oggi ad Agrigento quan do il presidente della Repubblica Saragat, accompagnato dal presidente del Consiglio Moro, ha visitato le zone del la città colpite dalla frana di martedì scorso (un sesto o un quinto del totale delle costruzioni) e le tendopoli e la setto la in cui sono alloggiati i senzatetto. Ma domani, o quando fra dieci giorni o un mese cadrà la prima pioggia, e altre seguiranno con l'autunno che cosa succederà? Se ci saranno ancora le tendopoli, il letto di polvere su cui sono rizzate e ohe oggi era bene annaffiato per la visita delle autorità, diventerà fango, una coltre di melma. Si potrà allora chiedere, come oggi, di pazientare, di attendere la co struzione delle case, quando la Sicilia ha avuto per decen ni le baracche « provvisorie » del terremoto di Messina del principio del secolo e quando già i giornali siciliani scrivono che bisogna evitare ad Agrigento il dramma, purtroppo recente, dei terremotati dell'Irpinia che nonostante le più solenni promesse le case non le hanno riavute o ne hanno avuto troppo poche? Come sempre,, nelle aree depresse del Mezzogiorno, una calamità ha messo a nudo più antichi dolori, più vecchie insufficienze di civiltà. Adesso ad Agrigento, su 47 mila abitanti, ben 9970 sono senza casa, quasi un quarto del totale. E' un colpo grave per qualsiasi collettività. Ma ad Agrigento è un vero disastro. Qui s; raggiunge il più basso reddito medio individuale della Sicilia: 214 mila lire annue per abitante. Non ci sono risorse: qui di cono « economia chiusa » e in tendono una città dove il vero e solo denaro fresco viene dal l'esterno, con gli stipendi de gli impiegati degli uffici peri ferici statali e di quelli, anche periferici, dell'amministrazione regionale siciliana. L'agricol tura ha carattere estensivo, e le poche colture pregiate, quel le primaticce (pomodori, fra gole, carciofi) rendono poco perché le comunicazioni con il rèsto della Sicilia sono difficili. Le industrie sono pochissime (nei dintorni qualche mi niera di zolfo o di sali potas sici che saranno sfruttati in altre zone) mentre il commer ciò si riduce agli spacci di generi alimentari e a qualche negozio di elettrodomestici. La frana ha-rotto anche il precario equilibrio di questa miseria. Molte piccole attività artigianali sono state abbandonate, una parte dei cantieri edili ha dovuto chiudere. Il costo degli affitti cresce vertiginosamente, né è certo che lo smottamento non continuerà a progredire. Saragat ha avuto per tutti gli/ agrigentini una parola di conforto e ha cercato di comunicare' ' un po' di fiducia; Talvolta il suo compito appariva facile, tanto era l'entusiasmo della gente nel vederlo avvicinare, parlare con loro, chiedere dei loro bambini. « E aui — domandava Saragat entrando in una tenda — non ci sono bambini! ». Ma ce n'erano sempre: almeno tre, o quattro, sei. Più spesso il compito del Presidente era difficile, dinanzi all'ansia delle persone che avvicinava. « Quello che posso dirvi », egli ripeteva, « è c/te questa è mio sistemazione provvisoria ». «Afa quando pioverà!*. « Vedrete che sotto la tenda ci starete meno che i soldati*. Arrivato a Gela in aeroplano e ad Agrigento in elicottero, Saragat è stato accolto da Moro e dalle autorità al campo sportivo « Esseneto >. Di qui in prefettura per una breve presentazione con i rappresentanti cittadini, poi la visita. Prima ai quartieri Addolorata, Macello, Duomo, sulla parte alta della città, dove le lesioni corrono in senso longitudinale in quasi tutte le costruzioni, dal duomo al museo diocesano e alla biblioteca laurenziana. Dietro l'auto che recava Saragat e Moro il grande strepito del corteo, e intorno il desolante vuoto degli edifici, qualche nuova costruzione assurdamente venuta giù come per un malore improvviso e la folla delle modeste case color biscotto, le case di tufo, la pietra locale di cui sono fatti anche i famosi templi greci che costellano la valle verso il mare. Ci sono, stranamente, zone intatte nell'insieme del territorio che si è messo in movimento. Alle tendopoli confusione, polvere, applausi festosi e invocazioni di soccorso. Una singolare situazione psicologica: l'entusiasmo per Saragat copriva a momenti, soprattutto nei giovani e nelle donne, il disagio e l'angoscia della loro difficile condizione. Il presidente l'ha notato dicendo a un uomo che piangeva: « Abbiate forza, prendete esempio dalle vostre dorme che sono fortissime ». La visita è durata tre ore. Nell'ultima mezz'ora c'è stata una l,reve riunione pubblica nella sala del Consiglio provinciale. E' stato fatto il punto della situazione: 9970 senzatetto; 3050 hanno fatto richiesta di alloggio; sistemati in scuole o in tende 2900; il vitto è assicurato dalle autorità (abolito il sussidio in denaro dei primi giorni) ; la situazione sanitaria è buona (molte vaccinazioni antitetaniche e antitifiche); un miliardo è stato stanziato dalla Re- gione siciliana per 250 alloggi prefabbricati (ma ci vorranno almeno sei mesi per farli abitare); attrezzature di vario genere per l'assistenza vengono garantite dagli uffici statali. Il sindaco Ginex è stato rapido ed eloquente: «.Non è il momento di fare discorsi: avete visto personalmente qual è la nostra situazione. I problemi sono: la costruzione delle case, la ricostruzione della rete idrica e di queUt0^e.Ue fognature che per la :1§?o decrepitezza e le molte' perdite sono certamente tra le. cause del disastro. Noi siamo certi che il governo provvederà*. Ha risposto Moro. « Sono sicuro d'interpretare il pensiero del Presidente della Repubblica, manifestandovi la commozione che abbiamo provato visitando la città. Il governo ha piena consapevolezza dei problemi di Agrigento. Mercoledì ci sarà una riunione di ministri con i rappresentanti del governo regionale, in vista della successiva riunione del Consiglio dei ministri che dovrà adottare i provvedimenti necessari. Non posso fare anticipazioni perché debbo consultare il ministro dei Lavori Pubblici e i ministri finanziari. Posso dirvi che il governo interverrà ». Fuori della prefettura, quando Saragat è uscito, un nuovo grande applauso è partito dalla folla in attesa. Il Presidente ha salutato a lungo sorridendo, poi in macchina è tornato al campo spriKivo. L'elicottero ha decollato subito per l'aeroporto di Gela. Fausto De Luca Saragat attraversa ad Agrigento una delle zone più danneggiate (Telefoto A.P.)