Il più grande sindacato inglese rifiuta di collaborare con Wilson di Mario Ciriello

Il più grande sindacato inglese rifiuta di collaborare con Wilson Le misure economiche annunciate dal primo ministro Il più grande sindacato inglese rifiuta di collaborare con Wilson L'ex ministro Frank Cousins, segretario del sindacato dei trasporti, e due altre «unions» respingono la pausa salariale ordinata dal Premier - Il ministro dell'economia ha ritirato le dimissioni ma si sa che avversa il «piano di deflazione»: le misure compromettono lo sviluppo economico (Dal nostro corrispondente) Londra, 21 luglio. Con il severo programma deflazionistico annunciato ieri dal primo ministro Wilson, è cominciato per l'Inghilterra un periodo di rinunce, difficoltà e incertezze. E' chiaro ormai — ammettono apertamente esperti e funzionari — che il Paese è diretto ad un periodo più o meno lungo di recessione, con un declino nei consumi e nella produzione; verso un inverno con almeno 500 mila o 600 mila disoccupati; verso aspri conflitti sindacali. Ma basteranno questi sacrifici a risanare la situazione? ivfolte autorevoli voci rispondono negativamente. A loro giudizio, Wilson doveva incidere più a fondo. Si teme che le misure guariscano la bilancia dei pagamenti ma non l'economia, riesponendo così fra qualche mese la sterlina — risalita a 2 dollari, 79 cents e 1/16 di cent, con un guadagno di 5/32 di cent — a nuovi pericoli. E' questo più o meno il parere della stampa, che riconosce la necessità di drastici provvedimenti e approva in linea di massima la condotta di Wilson: ma non risparmia le critiche. Quasi tutti i gior nali considerano troppo mode sto il taglio (100 milioni di sterline) alle spese governative, militari e civili, all'estero taglio che — s'è precisato oggi — includerà anche la spe rata riduzione nel costo delle truppe britanniche in Germania. Giornali e City sostengono inoltre che Wilson si è preoccupato del presente ma non del futuro. « Il Primo ministro — dice il "Guardian" di Manchester — ha messo all'economia un nuovo potente freno ma non un nuovo motore ». Sono questi dubbi, questi timori che indussero ieri il vicepremier, George Brown, ministro degli Affari economici, a presentare le dimissioni. Come è noto, a mezzanotte, dopo un lungo e drammatico colloquio con Wilson, decideva di restare nel governo. George Brown — il cui ritiro avrebbe aperto una profonda crisi nel partito laburista — non condivide la strategia di Wilson, anche se ha accettato di appoggiarla per evitare più gravi conseguenze. Non è un mistero che egli preferiva una svalutazione della sterlina .ac¬ | compagnata da una vigorosa espansione industriale. Adesso invece la sua « creatura », il « piano nazionale » 1965-1970, dovrà essere accantonato per almeno liti anno. Secondo gli esperti, sarà un miracolo se i suoi obiettivi saranno conseguiti per il 1972. Se vorrà disperdere queste apprensioni, Wilson dovrà integrare il programma di. ieri con costruttivi provvedimenti miranti a sfruttare la recessione per un graduale rinnovamento industriale. Occorreranno dunque iniziative — insistono i competenti — « per incoraggiare le esportazioni, per accelerare il rammodernamento, per agevolare lo sviluppo tecnologico, per eliminare le pratiche restrittive dei sindacati». Il Times non ha dubbi sull'efficacia della «formidabile deflazione» proclamata ieri, ma aggiunge; tWHson ha affrontato soltanto una parte del problema. L'altra, Quella vitale, consiste nella trasformazione dell'industria in un complesso capace di gareggiare sui mercati nazionale e internazionale». L'Inghilterra è dunque tornata ai tempi dell'* austerity» . Il governo s'è proposto, con le sue misure, di alleggerire la domanda interna di circa 600 milioni di sterline. S'è pertanto deciso di « congelare » salari, prezzi e dividendi per sei mesi con un successivo semestre di «semi-blocco». Alcuni sindacati hanno espresso riserve sulla possi¬ bilità di rispettare la pausa salariale: due grandi «unions» hanno già detto che non la osserveranno. L'ex - ministro Frank Cousins. segretario generale della più potente « union » britannica, quella dei « transport and general workers » ha subito dichiarato che non coopererà con il governo. E' difficile dunque prevedere che cosa avverrà in questi sei mesi e nella successiva «semipàusa». E' però motivo di fiducia il fatto che Wilson abbia finalmente deciso d'agire con risolutezza, pur sapendo che il « blocco » distrugge quasi del tutto ogni speranza di ottenere l'appoggio dei sindacati alla « politica dei redditi ». Mario Ciriello iiiiiiiititiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiifiiiiisifiiiii

Persone citate: Frank Cousins, George Brown

Luoghi citati: Germania, Inghilterra, Londra, Manchester