In salvo sette dei nove alpinisti bloccati da domenica per la tormenta sul Rosa di Giorgio Lunt

In salvo sette dei nove alpinisti bloccati da domenica per la tormenta sul Rosa Grande «operazione soccorso»» delle guide di Alagna. Macugnaga e Gressoney In salvo sette dei nove alpinisti bloccati da domenica per la tormenta sul Rosa Sono i cinque giovani di Busto Arsizio, un ingegnere (32 anni) di Torino e una sua collega trentenne di Vicenza • Poche speranze di trovare ancora in vita i due scalatori di Malnate (Varese) - II difficile salvataggio degli arrampicatori di Busto incrodati in parete - Ieri nel tardo pomeriggio sono stati prelevati dal rifugio Margherita dall'elicottero di Geiger e trasportati a Zermatt (Dal nostro inviato speciale) Alagna, 20 luglio. .Dei nove alpinisti bloccati du domenica sul Monte Rosa sette sono salvi. Si tratta dei cinque giovani di Busto Arsizio^— • fratelli Ivo e Andrea Crosta, Gianfranco Defilippi, Ugo Casula e Mario Peroni — e dell'ingegner Raffaello Levi. 32 anni torinese, e della signorina Adriana Valdo, ingegnere, 30 anni, di Vicenza. La terza cordata, composta da Claudio Campi e Carlo Antoniazza, entrambi di ti) anni di Malnate (Varese), non è stata rintracciata e le guide nutrono poche speranze di poterli ritrovare ancora vivi. Stamane il dott. Ovidio Raiteri, capo zona del Soccorso alpino della Valsesia, e il direttore della sezione di Alagna, Giacomo Gazza, già hanno fatto il punto sulla situazione. Ricordiamo brevemente la drammatica avventura dei dispersi e dei loro soccorritori. Lunedi era giunto a Macugnaga il primo allarme sulla sorte dei cinque alpinisti di Busto Arsizio. Da Macugnaga le guide non potevano salire verso la zona delle ricerche a causa della neve e delle condizioni meteorologiche. Hanno trasmesso la segnalazione ad Alagna, e contempo rancamente la loro squadra si è spostata in quest'ultima lo calitài con il compito di oc certare l'eventuale presenza degli alpinisti nella Capanna Resegotti. Nel frattempo si era messa in cammino una squadra di Alagna, per controllare se i dispersi si /ossero rifugiati nelle capanne Gnifetti o Margherita, rispet tivamente a quota 3600 e quo ta 1)560. Entrambe le capanne hanno un custode, ma sono prive di allacciamento tele fonico. Quasi alla stessa ora, le guide di Gressoney erano messe in allarme per la scomparsa dei due alpinisti, l'ing Levi e la signorina Valdo astcddacNscdlIslrsgnltalnGflGpsf—uindccpdlCtfcdgUno squadra partiva da Gressoneyìper cercarli; ma era costretta\ a rientrare e si dirigeva verso Alagna, dove si erano portati alcuni loro compagni, secondo le direttive impartite dal loro capo Toni Gobbi. Martedì all'alba una squadra partita da Alagna non aveva potuto proseguire perché travolta da una slavina. Nella notte su oggi si è mossa un'altra squadra di Alagna, che si è congiunta con quella di Macugnaga, bloccata sull'Alpe Flua, a quota duemila. Insieme hanno proseguito verso la capanna Resegotti. Dalla capanna Gnifetti, invece, riprendono la marcia le due squadre di Gressoney, che sugli sci raggiungono la capanna Regina Margherita. Sono le 9 del mattino. Nel rifugio trovano il Levi e la Valdo: appaiono in ottime condizioni, la neve e la tormenta li hanno impediti di rientrare a Gressoney, ma non hanno sofferto in nessun modo. Era con loro il custode del rifugio, Guido Marcoronco. Gli uomini del soccorso alpino di Gressoney si portano sulla parete della Punta Gnifetti, intuiscono la presenza — sulla cresta Signal — di un gruppo di alpinisti. Sono i cinque di Busto Arsizio. Hanno trascorso tre notti incrodati, ma sono in discrete condizioni. Nessuno è ferito, soltanto due di loro hanno bisogno di aiuto. Li raggiungono calandosi per circa k°9 metri con la « teleferica alpina » di citi è dotato il rifugio. Preparano la delicata operazione del ricupero. I giovani di Busto Arsizio li informano di aver trascorso la notte di domenica sulla Cresta Signal, insieme all'Antoniazza e al Campi I due, forse nel timore di non essere rintracciati in tempo, o perché ritenevano di poter salire da soli fino al rifugio Margherita, hanno tentato una sortita verso l'alto. Da quel momento, cioè da domenica mattina, sono scomparsi. Non tati trovati in nes- essendo sun rifugio dello zona, è purtroppo da escludere, salvo cir¬ costanze fortuite, che siano ancora vivi, bloccati su una cengia. Gli esperti propendo no per l'eventualità più tragica: che i due siano precipitati in un crepaccio o in un canalone. La prima notizia del salva faggio dell'ingegnere torinese con la sua compagna e dei cinque lombardi è giunta per radio-telefono stamane ad Ala gna. Erano presenti il padre flIIIIIIIIIIIIMlllllIllllllllllIlSIIl lllllllitlllltll dei Crosta e quello del Defilippi, il loro volto si è rischiarato. Nel pomeriggio sono giunti i familiari di altri scom- \ parsi, per attendere la conclusione della vicenda. I cinque erano ormai al sicuro nella capanna Margherita, confortati dalle guide e dai volontari del Soccorso alpino. Le due squadre, una di Alagna l'altra di Macugnaga, guidate rispettivamente da Felice Giordano e Felice Jachino, che avrebbero dovuto raggiungere la capanna Resegotti, sono state riclti'am'ate alla base. Inutile cercare in quella località gli alpinisti di Malnate, perché se avessero deciso di ridiscendere sarebbero stati scorti dai cinque che bivaccavano lungo il paesaggio obbligato. L'ultimo segno di vita dei due sventurati è stato*captato ieri mattina. Le loro voci provenivano da lontano, si pensa che i due si siano spostati dall'itinerario consueto verso il versante valsesiano. Comunque, nulla si lascerà di intentato per chiarire il mistero. Nel tardo pomeriggio nell'i, operazione soccorso » è intervenuto anche il pilota delle nevi Geiger. E9li è sceso due volte con l'elicottero al rifugio Margherita ed ha preso a bordo i cinque alpinisti di Busto Arsizio, trasportandoli a Zermatt. Uno di essi, Ugo Casula, presenta un principio di congelamento ai piedi. Giorgio Lunt Le guide di Macugnaga e di Alagna ieri al ritorno dalla « Capanna Resegotti »