Questi introvabili spiccioli
Questi introvabili spiccioli Questi introvabili spiccioli Scarseggiano anche le monete da 100 lire, ingoiate dalle macchinette e dai « juke-box » - Parecchi negozianti danno il resto di 500 lire in assegni (cosa lecita) o in dischetti d'argento (e questo invece non è lecito) E' sempre più difficile ottenere il resto di mille lire dal tabac caio, dal giornalaio, nei negozi, sui tram. Le monete da 500 lire sono quasi una rarità, ma anche quelle di taglia inferiore sono insufficienti al necessario. Come si spiega il fenomeno? La colpa è della Zecca, che ha messo in circolazione un quantitativo di monete inferiore al fabbisogno, o dei consumatori che le « tesaurizzano > convinti che il loro valore aumenti, come succede per certi francobolli? Abbiamo rivolto queste domande ai competenti. Risposta: dal '58 ad oggi, la Zecca ha distribuito nella sola Torino 5 milioni di « pezzi > d'argento da 500 lire, per un valore di 2 miliardi e mezzo. Poiché un dischetto d'argento non si scioglie in tasca come una caramella, questi 5 milioni dì «pezzi» dovrebbero logicamente continuare a circolare. Invece, sono quasi scomparsi. Vengono « imboscati », insomma. Forse tutti si sentono dei numismatici e ritengono che quel- le monete rappresentino un in vestimento fruttìfero, sia perché l'argento in teoria vale più della carta, sìa perché l'emissione con l'effige di Dante — sì dice — è ricercata dai collezionisti, tant'è vero che questi esemplari sono addirittura scomparsi e si parla di quotazioni « a borsa nera » sulle 10001500 lire. Certo, la Zecca ha commesso un errore ritirando 1 vecchi biglietti da 500 prima di emettere quelli nuovi. Ma le altre monete? Per quelle da 100 e da 50 lire, ci può essere una spiegazione: sono indispensabili ai gestori di macchinette automatiche che distribuiscono sigarette, dolciumi o bibite, servono per alimentare i juke-bo::, ecc. Naturale che se ne faccia incetta, a danno della collettività. Senza contare che In mancanza di 500 lire, 1 commercianti sono costretti a dare il resto in moneta spicciola. Da qualche tempo, i negozianti aggirano l'ostacolo consegnando come « resto » assegni circolari da 500 lire (il sistema si va diffondendo sempre più malgrado le iniziali titubanze) o addirittura dischetti argento di eguale importo, ma di maggior valore intrinseco perché di peso in argento superiore alle monete (com'è noto le 500 lire della zecca pesano 9 grammi, di cui 7 d'argento e 2 di rame; valore 256 lire). Sono leciti questi sistemi? Gli esperti precisano: gli assegni circolari sono in regpla con la legge, perché sono emessi dalle Banche. Illecita, invece, la distribuzione di monete metalliche diverse da quelle dello Stato (o di « flchea », come si verifica nelle città dove funzionano case da gioco). Nel pieno diritto è anche il negoziante che « accredita » al cliente abituale il resto che non può consegnargli. Risulta che gli istituti di credito cominciano ad esitare di fronte alle pressanti richieste di piccoli assegni da trasformare in « resto > nel negozi. Quando decideranno di non più rilasciarne, cosa succederà? Dovremo fare gli acquisti a credito, fino all'importo di 5 o 10 mila lire o tornare indietro di secoli, quando gli scambi si effettuavano in natura? Pare che non dovremo arrivare a tanto. Entro agosto, assicura la Banca d'Italia, dovrebbero essere in circolazione i nuovi biglietti da 500 lire; quelli vecchi a cui ormai è difficile riconoscere l'aspetto di carta moneta avranno valóre legale sino al 30 settembre.
Luoghi citati: Torino
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