Divi e registi non si sono presentati al processo per il film «Le bambole» di Guido Guidi

Divi e registi non si sono presentati al processo per il film «Le bambole» Divi e registi non si sono presentati al processo per il film «Le bambole» Il dibattito di Viterbo è stato rinviato al 4 ottobre - Nell'udienza di ieri gli avvocati di Gina Lollobrigida, Virna Lisi, Nino Manfredi e Jean Sorel hanno sostenuto che vi è contrasto fra,la commissione di censura e l'autorità giudiziaria (Dal nostro inviato speciale) Viterbo, 19 luglio. Assenti in aula Gina Lollobrigida, Virna Lisi, Nino Manfredi, Jean Sorel, Dino Risi, Mauro Bolognini, Gianni Hecht Lucari: né attrici, né attori, né registi, né produttore si sono presentati ai giudici del Tribunale per difendersi dall'accusa di avere organizzato uno spettacolo osceno in talune scene di due episodi del film Le bambole. Ma il processo è cominciato anche in loro assenza. Per il momento si è risolto soltanto in alcune battute preliminari che, comunque, hanno impegnato i magistrati per l'intera mattinata sino alle prime ore del pomeriggio. E' stato rinviato all'udienza del 4 ottobre prossimo, quando il Tribunale, do¬ po avere dato appuntamento agli avvocati e al Pubblico Ministero (e se lo ritengono anche agli imputati) in un ci nema di Viterbo per vedere in che cosa consiste il film e soprattutto le scene incrimi nate, tornerà nell'aula del Pa lazzo di Giustizia per discutere il problema di fondo e risolverlo. Delusione, ovviamente, nel pubblico, quando si è reso conto che nessuno dei protagoni sti di questa storia si sareb be presentato stamane: ma era anche prevedìbile. E dopo dieci minuti nell'aula sono rimasti i sette avvocati — Guido Parlatore, Osvaldo Fassari, Ivo Reina, Ferdinando Giovannini, Emanuele Golino, Carlo D'Agostino e Raffaele Valenzìse — tre carabinieri, due agenti di P. S. e venti curiosi oltre ai giornalisti e ai giudici. D'altro canto, nessuno tra gli attori, le attrici, i registi e il produttore avrebbe avuto da dare grandi spiegazioni oltre a quelle fornite in istruttoria. E così Gina Lollobrigida ha scritto al Tribunale una lettera su carta intestata avver tendo che, pur rimanendo a completa disposizione dei giù dici, preferiva non presentarsi; Virna Lisi, invece, ha spie gato di essere impegnata ad Udine nel film La ragazza e il generale; Nino Manfredi, che è a Napoli per girare Operazione San Gennaro con Dino Risi e Jean Sorel, che è a Roma per un impegno presso a poco identico, hanno spiegato ai giudici con due telegrammi che preferivano sottrarsi a tanta pubblicità pur non avendo alcuna intenzione di mancare dì rispetto al Tribunale; Mauro Bolognini ha fatto sapere che è a Montecarlo per girare Le streghe e il produttore Gianni Hecht Lucari infine ha comunicato di essere malato. Niente protagonisti, tutto si è ridotto alla discussione. O meglio all'inizio della discussione di questo processo che ha origine allorché qualche settimana dopo il gennaio 1965, quando cioè il film Le bambole venne proiettato per la prima volta a Valentano (un paesino a qualche chilometro da Viterbo), fu presentata una denuncia perché ad uno spettatore talune scene apparvero troppo scabrose. In particolare due, relative a due episodi: quello interpretato da Nino Manfredi e Virna Lisi dal titolo < La . telefonata », quello Interpretato da Gina Lollobrigida e Jean Sorel dal titolo « Monsignor Cupido ». Nel primo si racconta la storia di un marito che non riesce a rimanere solo con la moglie e quando crede di essere sul punto di riuscirvi arriva là telefonata della suocera che gli manda all'aria ogni programma: li gesto compiuto da Nino Manfredi di slacciarsi i pantaloni e il conseguente atteggiamento di Virna Lisi hanno attirato l'attenzione dell'accusa. Nel secondo, Gina Lollobrigida, moglie di un albergatore romano, si propone di sedurre il segretario di un Pa'dre conciliare e per gli àc cusatori , l'oscenità consiste rebbe nell'essersi lasciata riprendere sdraiata sul letto in modo discinto. Discussione preliminare. Il tema lo hanno impostato i difensori: l'accusa è generica, gli imputati non sanno con precisione da cosa debbono difendersi; !a norma che punisce gli spettacoli osceni è in contrasto con la norma della Costituzione per cui la legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire le manifestazioni contrarie al buon costume. Infatti, esiste una commissione di censura la quale, nel caso specifico, avendo preso visione del film esattamen¬ te dal punto di vista del « buon costume » non ha trovato nulla da rilevare. E' un antico problema giuridico che ossessiona il mondo del cinema Osservano i produttori di non essere mai sicuri se un film possa circolare liberamente perché quello che stabilisce l'autorità amministrativa (commissione di censura) può non essere considerato valido dall'autorità giudiziaria. Mentre l'avv. Golino, difensore di Gina Lollobrigida, ha sostenuto, con l'avv. Valenzlse, la genericità della imputazione, l'avv. Reina e l'avv. Fassari hanno osservato che se l'assenso della commissione di censura, presieduta da un consigliere di Cassazione, può non essere valido sotto il profilo penale, qualora l'autorità giudiziaria dovesse ravvisare nel film gli estremi di un reato dovrebbe incriminare oltre che i registi, i produttori, gli attori, anche i componenti della stessa commissione. Due ore i giudici sono rimasti in Camera di consiglio, poi hanno deciso che ogni questione prospettata dalla difesa è infondata. Processo rinviato alla mattina del 4 ottobre: previste un paio di udienze per discutere, poi la sentenza. Ma neanche ad ottobre attrici, attori e registi si presenteranno. Guido Guidi

Luoghi citati: Montecarlo, Napoli, Roma, Udine, Valentano, Viterbo