La difficile situazione della sterlina di Ferdinando Di Fenizio

La difficile situazione della sterlina IiA CRISI KlOXOmi l E MONETARIA IN UKAX BRETAGNA La difficile situazione della sterlina Da settimane la sterlina è debole rispetto al dollaro ed alle altre valute europee, sul mercato a pronti. E' ancor più debole sui mercati a termine: ciò che è peggìor segno. I titoli statali volgono al ribasso. Le azioni industriali presentano lo stesso andamento. Per contro, come sempre avviene nei periodi di Incertezze monetarie, guadagnano terreno le azioni delle imprese aurifere. La bilancia dei pagamenti inglesi, che si era riassestata dopo il primo trimèstre del '65 (e tra l'agosto dello scorso anno ed il febbraio del '66 aveva permesso un incremento nelle riserve di 400 milioni di sterline ciroa) negli ultimi quattro mesi (dal febbraio al giugno '66) ha perduto la metà di quel cospicuo ammontare. Al livello attuale, mille milioni di sterline in cifra tonda, le riserve in possesso delle Autorità monetarie sono pari all'incirca al debiti Inglesi, a breve od a medio termine, verso l'estero. Con il luglio, poi, la stagionalità volge a danno dei conti con l'estero. La Banca d'Inghilterra deve continuamente intervenire sul mercato, per sostenere la sua moneta. Che fare? Una risposta a questo interrogativo dipende da una più minuta diagnosi. Perché mai, la Gran Bretagna! ha dovuto chiedere al Fondo ed alle grandi banche centrali il rinnovo dei crediti ottenuti nell'autunno '64 (quando i laburisti giunsero al potere) e deve oggi, non solo rinunciare a mettere in equilibrio i conti con l'estero, per la fine del '66; ma addirittura per la fine del '67; rimandando il pareggio, nel migliore dei casi, al '68? La ragione è una sola (ha scritto autorevolmente l'Economist. Perché, dall'ottobre '64, i guadagni medi-orari, per lavoratore inglese, sono aumentati per più del doppio del tasso di aumento della produttività. Pochi sono gli accordi salariali che abbiano legato gli aumenti delle rimunerazioni agli aumenti della produzione per ora lavorata. Codesti contratti non riguardano che poche centinaia di migliaia di lavoratori, su d'una forza di lavoro occupata dell'ordine di 25 milioni. Di conseguenza, la domanda globale è troppo espansa, rispetto al reddito nazionale prodotto. La richiesta eccessiva ha squilibrato, un'altra volta, la bilancia dei pagamenti. Il gravoso sciopero del marittimi; la svalutazione della rupia indiana; taluni stagionali prelevamenti dalla piazza londinese, per le occorrenze bancarie di fine semestre, hanno fatto il resto. Non perdiamo però, di vista, 11 nesso causale principale. La Gran Bretagna ha un tenore di vita che supera le sue possibilità. * * Questa la diagnosi, sembra certo che l'attuale tesi ufficia le governativa (cioè: oggi che lo sciopero dei marittimi è superato, il sistema economico si .rimetterà In sesto, in breve tempo) non può essere accettata. Come, d'altro canto, non può neppure esser accolta la tesi offerta dal lato opposto: svalutiamo la sterlina. Fra l'altro, considerando l'aumento salariale, quale oggi si svolge in Gran Bretagna (e riguarda anche i prezzi all'esportazione), una svalutazione della moneta inglese d'un 10-15% verrebbe assorbita In pochi mesi. E tutti si troverebbero allo stesso punto, in condizio¬ ni generali peggiori. La soluzione, ferma la diagnosi, si ritrova soltanto nel contrarre la domanda globale. * * Orbene, codeste politiche di restrizione della domanda si sogliono realizzare con tutta una serie di provvedimenti, per distribuire i danni inevitabilmente arrecati ai diversi gruppi sociali. Il governo sottoporrà, innanzi tutto, al Parlamento, l'arcinoto progetto per la nuova politica del redditi e del prezzi. Riuscirà però a farlo approvare ràpidamente? Riuscirà ad applicarlo? Prima di rispondere si rifletta che questa politica è almeno vecchia già di due anni. Ottiene l'opposizione aperta dei sindacati. E proprio a motivo di questa opposizione Frank Cousins ha lasciato 11 governo laburista, per tornare a dirigere la sua Transport and General Workers' Union. Se non si può contare sulla politica dei redditi, si deve ricorrere ad altre misure. Un aumento del tasso ufficiale di sconto dal 6 al 7*?. Misure di ristrettezza monetaria, col legate alla nuova imposta dlf ferenzlale sull'occupazione? Si deve rimodellare il bilancio dello Stato rlducendo, come vorrebbe il Fondo, le spese statali correnti? Reintrodurre provvedimenti per frenare le vendite a rate? Il più celebre economista inglese, di oggi, il biografo di Keynes, Roy Harrod, suggerisce di prendere il toro per le corna: revocare ai sindacati il potere contrattuale, determinando le variazioni salariali al centro. Contemporaneamente introdurre drastiche restrizioni alle importazioni. Purtroppo, adottati questi od altri slmili provvedimenti, l'effetto sarà uno solo: una recessione che si manifesterà a fine estate e riguarderà l'autunno e l'inverno. Riprenderà la disoccupazione. I laburisti scadranno nell'opinione pubblica Molte innovazioni (come la nazionalizzazione dell'acciaio) dovranno essere abbandonate. Ed è per questo che essi esitano ad Imboccare questa strada. Ferdinando di Fenizio (Vedere a pagina V-t "Le oscillazioni della sterlina")

Persone citate: Frank Cousins, Keynes, Roy Harrod

Luoghi citati: Gran Bretagna