Due anni e otto mesi al giovane accusato di sfruttare la pettinatrice di Mondovì di Alberto Nicolello

Due anni e otto mesi al giovane accusato di sfruttare la pettinatrice di Mondovì T^a sentenza al processo dei convegni amorosi Due anni e otto mesi al giovane accusato di sfruttare la pettinatrice di Mondovì E' l'unico ancora detenuto ma ha avuto il condono e presto tornerà libero - Degli altri 11 imputati, 8 assolti (con formula piena o per amnistia) e 3 condannati a 16 mesi ciascuno - Il presidente, dopo il verdetto, dice: «Vi auguro di trovarvi un onesto lavoro e delle donne oneste» - II pubblico ha applaudito (Dal nostro Inviato speciale) Mondovì, 8 luglio. Ecco la sentenza del processo ai giovani accusati di avere sfruttato la pettinatrice diciassettenne Margherita Aimar di Mondovì; Bruno Porasso è stato condannato a due anni e otto mesi di reclusione e ad un anno di casa di lavoro; Mario Muratore, Secondo Ferreri e Silvano Peirano ad un anno e quattro mesi ciascuno. Tutti gli altri imputati sono stati assolti per non aver commesso il fatto, o perché il reato di cui erano accusati è coperto da amnistia. , Ai condannati, è stato applicato il recente condono: cosi Muratore e Ferreri — ohe erano in stato di arresto — tor¬ nano subito in libertà. Porasso rimarrà in carcere ancora due mesi, poi dovrà andare nella casa di lavoro. E' una « sentenza mite », dirà lo stesso presidente, quella che ha concluso questo processo dai dodici imputati, dal contenuto piccante, e ohe aveva assunto sin dall'inizio l'aspetto di un « caso Montesi ■> in miniatura, di provincia. Si è parlato di droga, di convegni notturni di parecchi uomini con una sola donna, anzi una ragazza strana di 16 anni; vi sono stati spogliarelli nei prati alla luce dei falò, si è gridato allo scandalo, all'organizzazione del vizio. E tutto era imperniato sulla figura di Margherita Aimar, la pet-\ tinatrice di Mondovì: -con le sue accuse ha messo in allarme una cittadina ed i suoi tranquilli dintorni. La giornata di ieri si è chiù sa con l'arrivo improvviso a Mondovì della « postino della droga », Marina Marenco, la bella ventenne che a Cuneo ha accusato parecchie persone di traffico di stupefacenti. Era andata nello studio del suo avvocato, Raffaele Costa, chiedendo consiglio: doveva essere interrogata come tèste (conosceva la Aimar), ma non aveva fatto in tempo ad arri vare al dibattimento. Ed oggi pomeriggio, quando si è riaperta l'udienza, non è stato più possibile sentirla: già ieri avevano incominciato a parla- re i difensori. La Marenco non si è neanche presentata nell'aula, affollata fin dalle 15. Interviene per primo l'avvocato Costa, in difesa del Porasso: nega lo sfruttamento. «Esso si regge — afferma — soltanto sulle accuse della Aimar: ma questa ragazza odia il suo ex fidanzato; ha sempre fatto di tutto per nascondere 1 suoi rapporti con uomini; per mostrare alla gente che è innocente si inventa la storia della droga: così si crea una scusa. '.' Mi drogavano — dice — non capivo più niente ". Ma manca la minima prova dell'esistenza di questa droga». Insieme all'avv. Volpe, il difensore analizza il principale episodio che costituisce la base dell'accusa: il ritrovo nel negozio del barbiere Peirano, a Monchiero. «Il -reato di lenocinlo non sussiste — sostengono. — Il negozio non era un luogo pubblico; in quel momento era chiuso. I ragazzi stavano nel negozio vero e proprio. Uno per volta si recavano nella retrobottega dove sul letto del Peirano aspettava !a Aimar ». L'aw. Prette difende Raimondo Beccaria, il fotografo di Mondovì accusato' di commercio di foto immorali: è forse la figura più strana del processo, stona con i suol 50 an ni tra tutti quei giovani. E' saltato fuori per caso, non c'entra con la « vicenda Aimar»; durante le indagini si è saputo che aveva conosciuto la pettinatrice, ed i carabi m'eri perquisendoci un cassetto nello studio fotografico hanno trovato un rotolo di negative che ritraevano una donna in pose immorali, A testimoniare a favore del fotografo ieri è venuto il custode del cimitero di Mondovì, Claudio Cuniberti, di 68 an ni: «Gliele ho portate io le negative da sviluppare, le avevo trovate in un cassetto: volevo vedere di che cosa si trattava ». L'aw. Prette quindi conclude per l'inesistenza del reato. Gli altri difensori (avvocati Capotorto, Golinelli, Cuniberti, Jemina, Veglia, Zappino) illustrano le posizioni dei singoli difesi, e ricordano le inesattézze d'elle accuse' della Aimar, definita più volte « una ragazza perversa, una prostituta per: Indole, una <ninfo: matte ». • . L'aw. Jemina parla del Muratore: « Si doveva sposare nell'aprile dello scorso anno; poi la fidanzata si è ammalata ed è finita in sanatorio. Il colpo per lui è stato troppo forte ». Muratore piange silenzioso, chino sul banco, con quel suo ciuffo bianco nei capelli scuri. Il Tribunale sta in camera di consiglio per un'ora e mezzo. Porasso è condannato per favoreggiamento e sfruttamento; Muratore, Ferreri e Peirano per-; favoreggiamento^ Li assolvono tutti dall'accusa di lenocinlo. Grimaldi, Dematteis. e Pansari sono assolti con formula piena dall'accusa di favoreg giamento: avevano accompagnato la Aimar a Cuneo, non sapendo che qui la ragazza andava a prostituirsi. Il Beccaria è assolto perché il fatto non costituisce reato. Presidente: « Muratore e Ferreri, siete liberi. Lei Poras so rimarrà in carcere ancora due mesi: mi pare che la condanna possa essere sopportata cun rassegnazione, visto che lei stesso ha ammesso di avere sbagliato. La sentenza è stata mite nei confronti di tutti. Auguro a voi di trovare la via di un onesto lavoro, che è il solo vero lavoro. E fatevi una famiglia con donne oneste e non con quelle fasulle ». Hanno applaudito tutti, a lungo. Alberto Nicolello r Gli imputati Ferreri, da sin., Muratore e Por asso ascoltano la sentenza a Mondovì