Uccide il suocero con una coltellata al cuore durante un litigio con la moglie separata di Giorgio Martinat

Uccide il suocero con una coltellata al cuore durante un litigio con la moglie separata Allucinante tragedia sui monti di Pinerolo Uccide il suocero con una coltellata al cuore durante un litigio con la moglie separata L'assassino è un operaio disoccupato di 24 anni - Quattro mesi dopo il matrimonio, si era diviso - La sposa (22 anni) gli aveva fatto pignorare la piccola proprietà perché non le versava gli alimenti per sé e la bimba - Ieri il marito è andato a cercarla nella casa dei suoceri - Ha aggredito la giovane e si è avventato con un coltello contro i genitori che cercavano di difenderla - Freddato l'uomo di 58 anni - Le due donne, ferite, non sono gravi - L'uccisore arrestato (Dal nostro inviato speciale) Pinerolo, 7 luglio. Un giovane di Villar Porosa ha ucciso con una coltellata il suocero e tentato di uccidere la suocera e la moglie, dalla Quale viveva separato ormai da tre anni. Poi è tornato a casa, ha cambiato gli abiti macchiati di sangue, ha lavato il coltello: i carabinieri l'hanno . arrestato mentre stava per darsi alla fuga. Si chiama Sergio Paolasso, 24 anlllllllllllllllillllllilllllliiiillillliilliiillllilllllll ni, abita in frazione Caserma 12 con il padre Pietro, la matrigna Erminia Grangetto, 44 anni, e una sorella. Cinque anni fa, incontra Elda Sapei, allora diciassettenne. La ragazza è figlia unica, abita a S. Pietro Val Lemina, con il padre Giovanni, 58 anni, la madre Emilia Poliotto, di 52, e la nonna Carolina Resiale, di 86. Vivono in una baita sopra il paese, a 700 metri d'altezza, tra i faggi: una povera costruzione in pietra, con il tetto di lastre d'ardesia, miseramente arredata. Tra i due giovani nasce un idillio: «Allora — racconta Elda Sapei — Sergio era genti le e premuroso. Siamo stati fidanzati per due anni, non è mai venuto a trovarmi a mani vuote: aveva sempre un piccolo regalo ». Si sposano il 25 agosto 1963. Lui ha 21 anni, lei 19. Qualcuno dice che le nozze sono state affrettate dalla madre di Elda, che si è imposta per risolvere questo fidanzamento ormai troppo lungo. Sergio, per il livello di vita di questi contadini di montagna, è un buon partito: « Lavora in fabbrica » E' operaio al cotonificio Val dì Susa: vuol dire un posto sicuro, la mutua, la pensione Possiede anche un po' di terra, ereditata dalla madre: un appezzamento fabbricabile a Villar, un po' di bosco in al to, sulle montagne. Il matrimonio si sfascia nel giro di una settimana, dopo quattro mesi è finito. Racconta Elda: «Siamo andati ad abitare in una casa attigua a quella dei genitori di lui. Fin dal primo giorno, ho dovuto 1 imparare che in quella casa 1 la dieta erano botte e niente Ida mangiare». Fin dal primo mese, Elda si accorge di aspettare un bimbo. Dice al marito che deve nutrirsi, se non per sé, per la creatura che le matura in grembo. La risposta è sempre uguale: botte. Arriva Natale del 1963: «Quel giorno — racconta Elda — ho pranzato con un pezzo di formaggio e un uovo. E' tornato aj casa, s'era portato 11. vino. Ma per me, nulla». Il giórno dopo va dai carabinieri, spiega che vuol tornare dai suole ha ripreso la strada dì S. Pietro Val Lemina. Il dott. Gallo di Villar Perosa e il dott. Milanesi di Pinerolo l'avevano visitata e l'avevano trovata «affetta da deperimento organico e da una grave forma di depressione psichica». Elda è una ragazza di campagna, solida e ben piantata. Era ridotta l'ombra di se stessa. Ai primi di gennaio i due giovani si ritrovano dall'avvocato Franco Borgarelli, di Pinerolo. Sergio s'impegna a versare alla moglie 15 mila lire al mese di alimenti. In questi soldi, e nel timore di dover assumere altri impegni, è la lontana radice del delitto. Non solo Sergio non li paga, ma, nel gennaio 1961,, sul settimanale di Pinerolo, l'Eco del Chisone, compare una diffida del padre del giovane che dichiara « di non voler riconoscere i debiti contratti dalla nuora». Elda lo querela, lo costringe a pubblicare una dichiarazione in cui riconosce « che la nuora non ha mai contratto debiti» e le dà atto della sua «perfetta onorabilità», Ma ormai, la guerra delle carte bollate è incominciata. Il 14 febbraio 1964, Elda, assistita dall'avo. Borgarelli, presenta domanda di separazione per colpa del marito. Tre me si dopo, VII maggio, nasce la piccola Adriana. « Suo padre — dice la giovane — è venuto a vederla all'ospedale tre giorni dopo, ma solo perché aveva l'obbligo di denunciarla. Il cotonificio gli aveva regalato il corredo, se l'è ven duto per bere. L'ho rivisto do po tre mesi: è venuto a casa mia per picchiare mia madre, che aveva chiesto la restitu zione dei miei regali di nozze». La situazione precipita il 26 maggio 1965 il Tribunale pronuncia sentenza di separazione per colpa del marito gli impone di corrispondere 40 mila lire al mese per il mantenimento della moglie e della figlia. Sergio non paga: le mensilità arretrate si accumulano, si sommano alle spese di giustizia, alle parcelle degli avvocati. E' in debito per più di un milione. Alla fine del 1965, l'avv. Borgarelli chiede il pignoramento dei suoi terreni. Nel maggio scorso, vengono messi all'asta: il prezzo base è di 800 mila lire, non viene presentata nessuna offerta. Frattanto, Sergio è stato ricoverato in una clinica psichiatrica: « Ha fatto carte false — dicono la moglie e la suocera — per esimersi dal pagare». Ba perso anche il posto: il Val di Susa è fallito. Anche in questo, però, la famiglia di lei vede una manovra per non corrispondere gli alimenti. In questi giorni, arriva al giovane la liquidazione del cotonificio. Mancano 130 mila li¬ l re, perché anche il quinto dello stipendio è stato pignorato. Inoltre, arriva l'avviso della seconda asta, indetta perla fine dell'anno: il prezzo base è stato diminuito a 640-mila lire. Probabilmente questi due fatti hanno scatenato l'ira incontrollata del giovane. Oggi, salta sulla sua motoleggera e si inerpica sulla strada che sale a Pro Martino. Di qui, a piedi, scende alla casa della moglie: più .di un'ora di cammino, su una mulattiera. Alle 13,30, si presenta sulla soglia. « Era stravolto — racconta Elda — e io l'ho accolto con questa frase: Eccola, questa brava gente ». Ha appena finito di mangiare, ha in braccio la piccola Adriana. Al tavolo ci sono anche il padre e la madre di. lei. Sergio la guarda, dice soltanto: «Cosa? Cosa hai detto?» e le si getta addosso, colpendola con dei pugni. Elda gli sfugge, corre fuori, dà la bimba alla nonna che è sull'aia. Poi rientra. Sergio ha tratto di tasca il coltello, un « Marietti », con cui i montanari affettano il pane. Si è gettato sulla suocera, colpendola al capo. La lama ha urtato contro l'osso, ha aperto una lunga ferita sulla tempia. Giovanni Sapei si alza e si fa incontro al genero, per difendere la moglie. Ma Sergio è come impazzito: lo incalza vibrando coltellate come un pazzo, gli è sopra, lo rovescia a terra contro la stufa. Il col tello si è infitto nel petto del Sapei, ohe geme con voce fioca: «Dategli, dategli, mi. ammazza ». Ha avuto l'aorta tagliata di netto, morirà in pochi minuti per la grave emorragia. Elda, disperata, afferra un attizzatoio e picchia, alla cieca, il marito. Questi si rivolta come una furia: un colpo lo raggiunge alla fronte. Con il viso coperto di sangue, si scaglia sulla moglie, la ferisce con una coltellata alla scapola sinistra Non ha pronunciato una parola: mugola soltanto, gli occhi stralunati. Elda e la madre fuggono, si gettano a rompicollo giù per i prati. Pochi istanti dopo la giovane è alla colonia estiva «Piergiorgio Frassati »: la soccorrati», tamponano il sangue che sgorga dalla ferita, telefonano ai carabinieri di Pinerolo. Un sacerdote sale alla casa dei Sapei e trova, sul pavimento della cucina, il cadavere di Giovanni. Accanto, la nonna con la piccola Adriana in braccio, piange disperata. Scatta il dispositivo per la cattura dell'assassino. I carabinieri di Pinerolo battono i boschi, hanno chiesto la collaborazione di quelli di Villar. Sergio è risalito a Pra Martino, ha inforcato la sua motoleggera, è tornato a casa. Il maresciallo di Villar lo trova mentre lava il coltello, dopo essersi tolto gli abiti insanguinati. Nella caserma di Pinero lo, appare sgomento, disperato: «E' stato un attimo di follia, non so che furia mi ha preso. Non ho capito più nulla ». Racconta la storia degli alimenti, di quel debito di oltre un milione che era diventato come un incubo: « Ero rovinato, mi portavano via la terra per un boccone di pane ». Per questa terra, un uomo è stato ucciso. Per fortuna, Elda e la madre non sono ferite gravemente: la prima, ricoverata all'ospedale del Cottolengo, guarirà in 15 giorni; la seconda In otto. Giorgio Martinat La ventiduenne Elda Sapei, ferita ieri dal marito Giovanni Sapei, 58 anni, è stato ucciso dal genero