La Confindustria pronta ad iniziare nuovi incontri per i metalmeccanici

La Confindustria pronta ad iniziare nuovi incontri per i metalmeccanici La Confindustria pronta ad iniziare nuovi incontri per i metalmeccanici In un dibattito a «Tribuna politica», il dott. Costa dichiara che gli industriali sono disposti a discutere le condizioni economiche e normative e che accettano ogni forma di controllo sull'applicazione degli accordi - Ma ritengono non ammissibile la presenza del sindacato nelle fabbriche a fini contrattuali - Le posizioni dei lavoratori spiegate da Lama per la Cgil, Coppo per la Cisl e Corti per la Uil (Nostro servizio particolare) Roma, 7 luglio. La Confindustria è pronta a riprendere le trattative per il rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici purché venga accantonato il proposito di introdurre il sindacato nelle aziende. Lo ha dichiarato stasera alla televisione il presidente della Confederazione Costa nel corso di un dibattito cui hanno partecipato i rappresentanti delle maggiori organizzazioni sindacali e con il quale si è concluso il ciclo di «Tribuna politica ». <Noi, come industriali, — ha precisato il dottor Costa — siamo pronti a discutere sulle condizioni contrattuali, su Quelle normative e accettiamo ogni forma di controllo sulla piena esecuzione del contratti sottoscritti, ma non siamo disposti a fare contratti di lavoro di carattere generale che lascino una porta aperta per un altro tipo di contrattazione a livello aziendale*. Egli ha aggiunto tuttavia di essere convinto che bisognerebbe arrivare ad una definizione del problema, ma non considera una buona procedura quella di cercare di risolvere in sede di singoli contratti collettivi, come ad esempio quello del settore meccanico, « questioni di carattere generale che riguardano tanto i lavoratori di una categoria quanto quelli di altre*. Il dibattito era stato aperto dall'on. Lama, della Cgil, il quale aveva sostenuto che una delle rivendicazioni essenziali dei sindacati in questo momento era'appunto quella delle condizioni degli operai nelle singole fabbriche. Il sen. Cop¬ po, per la Cisl, aveva chiesto anch'egli di studiare il modo di realizzare, di comune Intesa fra le due parti, una maggiore presenza sindacale nell'Industria. Questa esigenza era stata spiegata anche dal dottor Corti, della Uil, con le condizioni di inferiorità dell'operaio e dell'impiegato nell'industria rispetto ad altre categorie di lavoratori (mancanza di sicurezza del posto di lavoro e l'autoritarismo che predominerebbe ancora nell'ambiente industriale). Per la Cisnal, l'on. Roberti aveva sostenuto che una vera collaborazione la si potrebbe ottenere soltanto consentendo una maggiore partecipazione dei lavoratori alle decisioni aziendali relative al¬ l'andamento della produzione. Il dott. Costa, esponendo IL punto di vista della Confindustria sul delicato problema, ha osservato che, se si concludono contratti collettivi e poi In sede aziendale si reclamano altre concessioni, è inutile fare il primo contratto. «Tanto varrebbe allora — ha aggiunto — fare soltanto contratti, aziendali o contratti individuali con ciascun lavoratore. Per'questo la presenza del sindacato nella fabbrica ai fini contrattuali non è ammissibile ». Il, presidente della Confindustria ha poi affermato che gli' Industriali sono favorevoli ad una sempre più effettiva collaborazione nell'azienda «ma i poteri decisionali devono restare nelle mani di chi ha il dovere e la competenza tecnica di esercitarli. Ciò non può essere oggetto di trattativa*. Il rappresentante della Cgil ha ribadito che i contratti nazionali stabiliscono solo norme generali mentre le lndu: strie di un settore non sono uguali e variano quindi le condizioni dei lavoratori all'interno di ogni singola azienda. Anche il sen. Coppo ha detto che le relazioni che esistono oggi fra datori di lavoro e lavoratori non sono .all'altezza dei tempi ed ha lamentato la mancanza di incontri e di rapporti fra sindacati e industriali se non sotto l'urgenza e la pressione degli avvenimenti. Il dott. Costa ha dichiarato di accettare di buon grado l'invito ad instaurare rapporti continuativi al di fuori della contrattazione per 11 rinnovo dei contratti di lavoro. «Tra noi ci possono essere buoni rapporti come ci sano fra compratori e venditori*. Ed aveva spiegato che a dividere l'ini- prenditore dai lavoratori era il 'fattore tempo. Chi dirige deve considerare l'azienda «sub specie aeternitatls», come se non esistesse termine al'suo lavoro. Il lavoratore invece vede l'azienda soltanto In funzione del tempo per il quale è occupato. Di qui la diversità dei giudizi. E non si possono prendere decisioni comuni nella conduzione aziendale « quando c'è contrasto di interessi ». g. fr.

Persone citate: Lama, Roberti

Luoghi citati: Roma