I Paesi comunisti promettono volontari ad Hanoi ma non decidono alcun piano concreto di aiuti di Massimo Conti

I Paesi comunisti promettono volontari ad Hanoi ma non decidono alcun piano concreto di aiuti Si è concluso a Bucarest il "vertice,, rosso I Paesi comunisti promettono volontari ad Hanoi ma non decidono alcun piano concreto di aiuti Pubblicata una « dichiarazione » comune dell'Urss e dei suoi alleati - Il documento è di tono molto duro contro gli S. U. ma non lascia trasparire iniziative in favore del Nord Vietnam -1 volontari (come già minacciato in altre occasioni) saranno inviati solo se Io chiederà Ho Ci-min - La « dichiarazione » rinnova generiche promesse di aiuto, minaccia gli S. U. per tutte « le imprevedibili conseguenze che possono derivare» dalla loro politica, e si chiude con una vaga proclamazione di unità degli Stati socialisti iniziativa indiana per riportare la pace nel Vietnam (Dal nostro inviato speciale) Bucarest, 7 luglio. L'escalation nel Vietnam resta nonostante tutto un rischio calcolato. La dichiarazione sul Vietnam dei sette Paesi aderenti al Patto di Varsavia pubblicata oggi a Bucarest contiene giudizi roventi sul conto degli americani, definiti «banditi ed emuli dei criminali di guerra hitleriani », e altresì una rinnovata solenne promessa di aiuti al governo di Hanoi, compreso l'invio di « volontari »; ma nella sostanza il documento non preannuncia ritorsioni alle bombe che continuano a cadere sui centri strategici dell'Indocina. Si può constatare che le minacce all'indirizzo dei nemici e le promesse agli amici formulate finora dai singoli Paesi comunisti hanno trovato adesso convalida solenne' in un documento che è stato approvato all'unanimità. E' nell'ipotetico intervento cinese nel Vietnam che va ravvisato semmai il pericolo di complicazioni. Ma finora neanche i cinesi hanno reagito: il governo di Hanoi è sempre alieno dal sollecitare la presenza di soldati cinesi sul suo territorio; e la<< tigre di carta », cioè l'atomica americana, fa paura agli stessi cinesi più di quanto essi non siano disposti ad ammettere. ' iVon si può però sottovalutare il tono estremamente duro e minaccioso della dichiarazione di Bucarest. I sette Paesi del Patto di Varsavia (l'Albania resta assente ) assicurano che prima o poi « gli americani e i loro complici pagheranno le loro azioni ; è che gravi conseguenze possono derivare agli stessi Stati Uniti dalla guerra in Indocina ». « Noi esprimiamo un fermo moni-1 to al governo dej#i Stati Uniti per tutte le responsabilità che esso si assume continuando ed estendendo la guerra, come anche per tutte le imprevedibili conseguenze che possono derivarne, anche per la stessa America ». / sette Paesi comunisti a questo punto ripetono il vecchio invito alla capitolalo ne incondizionata. Gli americani in sostanza devono andarsene subito dall'Indocina, riconoscendo nel Vietcong l'unico autentico rappresentante del popolo del Sud Vietnam. « In Indocina — sempre secondo il documento — deve venire ristabilita la situazione prevista dagli accordi di Ginevra». 8* tratta con tutta evidenza d'un pretesto legalitario in contrasto con la realtà delle cose, dal momento che i comunisti del Nord hanno ingaggiato una lotta armata per impadronirsi del Sud della penisola. Se non preannuncia una risposta all'escalation, il documento non lascia neanche intravvedere la volontà di ricercare una soluzione politica del conflitto. Anzi, esso indica il proposito di sostenere fino in fondo il tentativo avviato dai comunisti indocinesi per impadronirsi della penisola. «Noi — citiamo ancora dal testo ufficiale — diamo e daremo alla repubblica democratica del Vietnam (cioè ad Hanoi) crescente e multilaterale aiuto, morale e politico, compresa l'assistenza economica e militare : quindi materiali, mezzi tecnici ed esperti, tutte cose necessarie per respingere vittoriosamente l'aggressione americana, in vista delle necessità imposte dalla nuova fase della guerra nel Vietnam. A richiesta del governo di Hanoi, noi siamo anche pronti ad offrire (ai membri del Patto) la possibilità di inviare i loro volontari nel Vietnam...». La minaccia di inviare volontari in Indocina non è nuova. Adesso s'è voluto esprimerla con maggior vigore e in forma collegiale. Ma trattandosi di « volontari » dei singoli Paesi comunisti, che significato può avere un impegno comune del Patto di Varsavia? E' come se la Nato si impegnasse a mandare « volontari » italiani o tedeschi a sostenere il governo di Saigon. C'è dunque una incongruenza palese che non trova spiegazione. A meno che le misure indicate dal documento non debbano venir considerate come un'e lencazione di possibili iniziative dei singoli Paesi, ^ tuttavia non coinvoi. *^ fl pat>Q di Varsavia come tale. E' questa l'ambiguità del documento, che poco più sotto aggiunge: « I partiti e i governi dei nostri Paesi reputano necessaria l'unità d'azione degli Stati socialisti per assicurare la.vitto ria al popolo vietnamita ». E' un passo anche questo che suona più che altro come affermazione di princi'pio. Con tutta la sua iena eia Breznev è quindi riuscito a far compendiare in un documento comune la presa di posizione dei singoli Sta ti in favore del Vietnam, del resto pressoché identica. Siamo però lontani dal le precise e ripetute propo ste russe per l'unità d'azione in favore del Vietnam e il coordinamento degli aiuti, che hanno urtato con tro le resistenze degli alleati, sempre diffidenti verso le iniziative comuni patrocinate da Mosca. Il successo di Breznev è stato quindi parziale. Resta da vedere in-che modo egli potrà servirsene per isolare ulteriormente' la Cina. Massimo Conti Una malinconica Jotagjrafia: ammanettati, tra le urla della folla, alcuni.piloti americani fatti prigionieri passano di notte pi una, vietai Hanoi. La foto è stata diramata dalle autorità comuniste del Nord Vietnam (Tel. A.P.)

Persone citate: Breznev