Utopia gollista e realismo inglese di Alberto Ronchey

Utopia gollista e realismo inglese Utopia gollista e realismo inglese Nessun premier francese, da sette anni, era stato in Inghilterra. Ora Georges Pompidou è a Londra. Gollismo e wilsonismo sono a confronto su numerose questioni: il Mec, la'Nato, il Vietnam, il tunnel sotto la Manica, l'aereo supersonico Concorde. Esistono alcuni interessi comuni, o dovrebbero esistere ; ma vi è un radicale divario di metodi e concezioni. Secondo i francesi, l'Inghilterra dovrebbe prima entrare nel Mec accettandone in blocco gli statuti (che in realtà la stessa Francia non accetta) e poi affidarsi a D«- Gaulle per fronteggiare ogni difficoltà. Invece Wilson vuole ' sapere che cosa accadrà dell'agricoltura inglese e della sterlina. De Gaulle pone la condizione che l'Inghilterra si distacchi dall'America; Wilson giudica astratta ogni idea di questo genere. Tale contrasto di atteggiamenti verso i dati reali è costante. De Gaulle e appena tornato da un lungo viaggio di prestigio nell'Urss, Wilson, si appresta a partire per Mosca, ma per fini determinati é pratici: visitare una mostra commerciale e chiedere a Kossighin la riconvocazione della conferenza di Ginevra sul Vietnam. De Gaulle contesta la intera politica americana in Asia, mentre Wilson ne critica alcuni aspetti. In generale il gollismo appare volontaristico, ispirato a vasti disegni senza calcolare se le risorse francesi siano proporzionate allo scopo; mentre la politica wilsoniana misura i problemi, le possibilità concrete e le forze militari, scientifiche, finanziai'ie, industriali. H presidente francese, ha osservato il JVew York Times, passa di successo in successo senza che nulla realmente succeda. La sua forza atomica, il suo viaggio trionfale in Germania, il suo patto franco-tedesco, le sue aperture alla Cina, la sua maratona attraverso l'America Latina non hanno approdato a nulla. E che cosa è nato dal viaggio nell'Urss? La Germania è il problema chiave per i russi in Europa; ma su tale argomento lo stesso De Gaulle ha riconosciuto: «Io ho messo il mio disco, ed essi hanno messo il loro ». Certo si può osservare che la visita in Russia non poteva avere effetti immediati; ma è tipico della diplomazia gollista di affidarsi a gesti che non hanno effetti immediati. E' stata annunciata una « linea calda » fra Mosca e Parigi, a somiglianza di quella che lega il Cremlino alla Casa Bianca. Ma si trat ta d'uno status symbol, come osservano gli anglosas soni, ossia d'un puro simbolo di prestigio, rivolto a simulare ciò che avviene fra le grandi potenze. Si può simulare una politica di potenza senza potenza? E' sempre più arduo nel mondo d'oggi, anche se è esagerato dire, come certi antigollisti, che la Francia è « un paese in cui la vita industriale si fermerebbe se la società Ibm ritirasse i suoi 1500 calcolatori elet tronici ». Il metodo, lo stile dei wilsoniani è agli antipodi. Es si sanno che l'Inghilterra è debole, mentre il gollismo ignora o sembra non tener conto che la Francia è de bole. In questa doppia cor sa verso il realismo più rigoroso da parte inglese e verso le apparenze più illu sorie da parte francese, non è facile che nasca un'intesa fra le due sponde della Ma nica. E senza una simile intesa, non nasce l'Europa co me « terzo gigante » nel mondo. Nella disputa sulla Nato, è semplice osservare che l'Europa del 1966 non è quella del 1948. Più difficile è dire che cosa precisamente si debba fare: e il governo francese, come te stimonia il belga Spaak, non l'ha mai detto. La Fran eia s'è limitata a ritirarsi dalla Nato, convalidando in vece l'adesione di principio al trattato atlantico. Ma è una fuga verso le apparenze. Che cosa accadrebbe se gli Stati Uniti seguissero l'esempio francese? In teoria, sarebbe il successo della politica gollista. In pratica la Gran Bretagna ripiegherebbe anch'essa, la Germania di Bonn resterebbe la massima o la sola potenza del continente a diretto confronto con l'Urss: e non perderebbe tempo per avere armi atomiche. Che cosa accade, all'opposto, se gli Stati Uniti restano in Europa? Ancora un conflitto fra realtà e apparenza. In verità la Francia non offre più il suo contributo, ma resta sotto P« ombrello » americano traendo vantaggio dalla circostanza che non si può garantire l'Europa senza ga¬ rantire anche la Francia. E cambia per questo la so stanza delle cose? E' auto noma la condizione della Francia? E inoltre, se con una fir ma si possono chiudere alcune basi militari alleate in Francia, come osserva L'Express, la Francia può forse fare a meno della General Electric e della Libby's, del la Chrysler e della General Motors, della Boeing e della Ibm? Il problema della po tenza, e dei rapporti di po tenza, è di gran lunga più complesso oggi che nel passato. Il wilsonismo analiz za questa complessità; il gollismo la elude con Telo quenza di scuola antica, che ignora il presente anche se guarda al futuro. Alberto Ronchey

Persone citate: De Gaulle, Gaulle, Georges Pompidou, Kossighin, Spaak