Pompidou ha iniziato a Londra "cordiali,, colloqui con Wilson di Mario Ciriello

Pompidou ha iniziato a Londra "cordiali,, colloqui con Wilson Pompidou ha iniziato a Londra "cordiali,, colloqui con Wilson Il Primo Ministro francese è giunto in Inghilterra accompagnato da Couve de Murville - All'arrivo dichiara: «La storia ci spinge a collaborare, la pace dipende dalla nostra amicizia» - Ha portato un messaggio di De Gaulle per il «premier» inglese? - Oggi si discutono i problemi europei |i nostri due governi, e in par (Dal nostro corrispondente) Londra, 6 luglio. Il Primo ministro francese Georges Pompidou è arrivato oggi a Londra per tre giorni di colloqui con il premier britannico Harold Wilson. La visita è su invito inglese e costituisce senza dubbio uno del più interessanti eventi diplomatici del 1966. Per tre motivi: perché è dal '59 che un capo di governo francese non mette piede in quest'isola; perché 1 rapporti franco-britannici, malgrado qualche progresso, continuano ad essere dominati da mutua freddezza e sfiducia; e, infine, perché tanto Londra che Parigi sembrano voler migliorare quest'atmosfera, se non con intese, perlomeno con un più aperto e frequente dialogo. Dei dissensi non s'è certo vista traccia all'aeroporto. E' stato un arrivo tutto sorrisi e cordialità. Pompidou, accolto dal ministro britannico degli Esteri Michael Stewart, era raggiante. L'altero Couve de Murville era un esempio di simpatica amabilità. Le consultazioni si sono iniziate poco dopo. Pompidou e Wilson hanno avuto un primo incontro, un tète-à-tète, di mezz'ora al numero 10 di Downing Street, al quale è seguita una riunione di oltre un'ora con la partecipazione di vari ministri. I colloqui proseguiranno domattina. All'aeroporto, Pompidou non ha risposto alle domande dei giornalisti ma ha pronunciato un breve ed abile discorso. «E' utile, anzi necessario, per ticolare per i Primi Ministri, incontrarsi periodicamente per esaminare assieme i grandi problemi di comune interesse e avere vasti e franchi scam¬ bi di vedute. Tali conversazioni sono tanto più essenziali in quanto le nostre sono nazioni amiche e alleate, sospinte dalla geografia e dalla sto- ria verso una più stretta cooperazione ». Pompidou ha proseguito: «La posizione dell'Europa nel mondo, l'equilibrio interno del nostro continente, il mantenimento della pace sono dipesi, tutti, e in gran parte ancora dipendono, dalle relazioni tra Francia e Gran Bretagna, dalla volontà di armonizzare le loro politiche e di coordinare le loro azioni. Può darsi che vi sia disaccordo nella scelta dei mezzi ma questi disaccordi non devono oscurare la nostra intésa fondamentale sugli obiettivi. La meta è la creazione di una pace giusta e duratura, conseguita avvicinando tutti i popoli e rispettandone l'individualità e i diritti ». L'o3pite francese — il quale secondo alcune notizie sarebbe latore di un «messaggio personale» di De Gaulle per Wilson, — ha cosi concluso: « Sono persuaso che i nostri schiettissimi colloqtti, naturali fra amici da lunga data, daranno un proficuo contributo, alle relazioni anglo-francesi e alla comprensione internazionale ». Terminato il discorso, Pompidou e Couve de Murville hanno raggiunto il centro di Londra. Poi, Pompidou è andato da Wilson e De Murville da Stewart. Più tardi, si sono ritrovati tutti al numero 10 di Downing Street. Hanno partecipato a questa riunione plenaria anche George Brown e George Thomson. Brown è il « ministro per gli Affari economici », cui sono affidati i rapporti economici con l'Europa; Thomson è il cancelliere del ducato di Lancaster, incaricato dei rapporti politici. L'atmosfera del convegno — riferiscono i portavoce — era < cordiale », e i ministri hanno convenuto senza difficoltà di evitare, nei limiti del possibile, le polemiche e i processi al passato per concentrarsi su < discussioni potenzialmente fruttuose ». Stasera, il dibattito si è limitato a due soli argomenti: rapporti Est-Ovest e Nato. La crisi vietnamita è stata menzionata ma solo brevemente e i problemi europei sono stati rinviati a domani. Sui rapporti Est-Ovest Wilson ha sostenuto che a una vera distensione internazionale si potrà arrivare solo gradualmente, mediante < una serie di colloqui bilaterali » tra i Paesi occidentali, la Russia e le nazioni dell'Europa orientale. Mario Ciriello L'arrivo a Londra di Pompidou con la moglie (Tel.)