"Solenne dichiarazione,, sulla sicurezza europea firmata a Bucarest dall'Urss e dai suoi alleati di Massimo Conti

"Solenne dichiarazione,, sulla sicurezza europea firmata a Bucarest dall'Urss e dai suoi alleati Prima iniziativa comunista Verso l'Occidente dopo la caduta di Kruscev "Solenne dichiarazione,, sulla sicurezza europea firmata a Bucarest dall'Urss e dai suoi alleati E' stata sottoscritta dai sette Paesi dell'Alleanza militare dell'Est (l'Albania non partecipa al «vertice») - Il documento è ancora segreto: sarà pubblicato nei prossimi giorni - La Romania sarebbe riuscita a far prevalere la tesi che tutti i Paesi comunisti (e non solo Mosca) dovranno avere voce in capatolo in una trattativa Est-Ovest - Accolto con favore dai delegati il piano rumeno di una zona disatomizzata nel cuore dell'Europa (Dal nostro inviato speciale) Bucarest, 5 luglio. / sette Paesi aderenti al Patto di Varsavia (l'Albania resta assente) hanno firmato oggi una solenne dichiarazione in materia di sicurezza europea, che rappresenta la prima concreta iniziativa del mondo comunista nei confronti dell'Occidente dopo la caduta di Kruscev. Sulla dichiarazione, che verrà pubblicata nei prossimi giorni, si sono avute poche indicazioni per il momento. Si sa che è un lungo documento fatto per illustrare il punto di vista degli Stati comunisti sulla sicurezza del continente e che tiene conto naturalmente delle particolari opinioni dei Paesi aderenti al Patto, a cominciare da quelle dei russi e dei romeni. Il documento è stato firmato nel pomeriggio nel salone del palazzo reale di Bucarest, prescelto per gl'incontri. I rap¬ presentanti dei sette Paesi che sedevano lungo un enorme quadrilatero di tavoli, hanno firmato l'uno dopo l'altro senza criteri di priorità, in base cioè all'ordine alfabetico delle delegazioni, predisposto dai romeni per sottolineare l'assoluta parità dei membri del Patto. Per l'Unione Sovietica hanno, firmato Breznev e Kossighin, che fanno parte entrambi del Consiglio politico consultivo del Patto di Varsavia. L'elaborazione del documento ha richiesto molti sforzi: le quattro ore di segreti colloqui fra Breznev e Ceausescu nella tarda serata di ieri sono servite appunto a chiarire i punti controversi fra Mosca e Bucarest. Il punto di vista di Ceausescu è che tutte le nazioni europee abbiano diritto ad un posto nelle future trattative con l'Occidente e non soltanto le Grandi Potenze. Come è stato possibile con¬ ciliare queste aspirazioni con la tendenza di Mosca a restare la più autorevole rappresentante del blocco comunista nei futuri negoziati con l'Occidente? E' un interrogativo che ha avuto certamente il suo peso dopo che Breznev e De Gaulle hanno stabilito che alla Russia e alla Francia compete un ruolo di primo piano nel dialogo fra gli europei. Meno difficile deve essere stato per Breznev e Ceausescu trovare una base di intesa per quello che riguarda i problemi « tecnici » della sicurezza europea. La zona disatomizzata nel cuore dell'Europa è una idea che piace a tutti i membri dell'alleanza, a cominciare dai tedeschi orientali e dai cecoslovacchi, che temono più degli altri il riarmo atomico della Germania di Bonn. Anzi, si può dire che l'atteggiamento di Ceausescu su questa materia può offrire qualche motivo di soddisfazione per Mosca Per Ceausescu il presupposto della zona disatomizzata è che le potenze atomiche. Quindi in primo luogo la Russia e la Francia, s'impegnino a rinunciare aK'uso delle terribili armi «offrendo garanzie a quei paesi che non le possiedono ». Queste garanzie, secondo il leader rumeno, serviranno certamente a frenare la diffusione dei mezzi atomici e a svuotare d'ogni pretesto gli appetiti nucleari tedeschi. Questi doverosi riconoscimenti delle responsabilità che competono alla Russia come potenza atomica servono certamente a controbilanciare le pretese di parità fra le nazioni comuniste avanzate dai umeni. Un altro motivo di soddisfazione per Breznev è i.he per la prima volta, dopo un notevole lasso di tempo, paesi del blocco comunista sono riusciti a mettersi tutti d'accordo su una questione di fondamentale importanza quale la sicurezza europea; una questione, cioè, che nei prossimi mesi sarà fra i principali strumenti delle iniziative di Mosca nei confronti dell'Occidente. La dichiarazione odierna a l a l o i n seladlenemsbilssccsptimcnUi l'mmlpsnsgVppugmlltrappresenta un atto di volontà comune tanto più apprez- dzabile se contrapposto ai profondi contrasti che dividono il mondo comunista. Per Ceausescu il successo appare considerevole. Nei due anni passati Bucarest si era opposta sistematicamente ad ogni incontro fra i paesi comunisti proposto da Mosca, essendo vivo il timore che i russi potessero profittarne per ristabilire l'antica egemonia sugli allea mspbti. Adesso però i tempi sembra-[cno cambiati. Nel primo incontro fra i capi dell'Europa Orientale nella capitale romena si è resa possibile una manifestazione di volontà comune, anche se non sappiamo ancora quali fragili compromessi si celino sotto questa unità di propositi. Così Bucarest si impone per la prima volta come capitale del « terzo mondo comunista », centro del difficile equilibrio fra i paesi dell'Europa Orientale. Stasera abbiamo visto Ceau- a sescu ad uno spettacolo di gala dato nel Teatro dell'Opera di Bucarest in onore delle delegazioni straniere. L'uomo che nessuno ha mai visto sorridere mostrava stasera il volto disteso. Ha parlato per lui in un breve incontro con i giornalisti il ministro degli Esteri, Mane scu (che visiterà l'Italia nel settembre prossimo): «La dichiarazione firmata oggi — ha confermato il ministro — rispecchia gli orientamenti e le posizioni di tutti 1 partecipanti, naturalmente anche dei ro meni. E' auspicabile che ai contatti per la pace partecipino tutti 1 Paesi dell'Europa. Un grande incontro fra tutti i popoli europei dell'Est e dell'Ovest è fra le nostre massime aspirazioni ». Accanto al ministro, assediato dai giornalisti, si è visto il largo sorriso propiziatorio di Breznev, vestito di. blu. E, accanto a Breznev, il volto pensieroso di Kossighin. Stasera i rappresentanti degli Stati membri del Patto di Varsavia hanno cominciato a parlare del Vietnam. Anche per l'Indocina è in programma una dichiarazione comune. Seguiranno colloqui sui problemi economici del Comecon, con la partecipazione della Mongolia, entrata a far parte già da tempo del Mercato Comune de' Paesi comunisti. Il capo mongolo Zedenball è arrivato stasera a Bucarest. Massimo Conti