I giudici di Milano meritano tanta sfiducia?

I giudici di Milano meritano tanta sfiducia? I giudici di Milano meritano tanta sfiducia? Dunque, nonostante le tante voci levatesi a disapprovare la richiesta di rimessione avanzata dal Procuratore Generale presso la Corte d'appello di Milano (ultima in ordine di tempo, ma prima in ordine di importanza, quella del Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione, pronunciatosi drasticamente due giorni fa per il rigetto della domanda), la Corte Suprema non ha ritenuto che il Preside e 1 tre studenti del Liceo Parini, assolti dal Tribunale di Milano, debbano fruire della laranzia del giudice naturale precostituito per legge: infatti, anziché dalla Corte d'appello di Milano, essi saranno giudicati da un'altra Corte d'appello liberamente designata dalla stessa Cassazione. Prima che-il lettore, Inevitabilmente' curioso, si domandi perché mai tra le ventitré Corti d'appello italiane, la scelta sia caduta su Genova e non, ad esempio, su Torino o su Brescia, altrettanto se non più vicine a Milano, alcuni aspetii di portata preliminare meritano una sia pur breve puntualizzazione, a cominciare dal fatto che per gli imputati e 1 loro difensori la rimessione a una nuova sede non può non comportare maggiori spese e più forti disagi. Non è, tuttavia, questo il vero motivo per cui il provvedimento suscita sconcerto ed imbarazzo. Vi sono ragioni specifiche di più intenso disappunto, sia sul piano sociale sia sul piano giuridico. Anzitutto, la Corte di Cassazione, invece di sdrammatizzare un caso che, -sin dall'inizio, è stato purtroppo dilatato al di là di ogni misura e di ogni opportunità, gli ha fatto credito di una carica di tensione più forte ancora: ed invero l'essere giunti sino al punto di dubitare dell' indipendenza e dell'imparzialità di un intero organismo giudiziario — questa è la situazione che, secondo le definizioni tradizionali, deve essere alla base della rimessione — significa aver attribuito ad una piccola pubblicazione scolastica una forza d'urto capace di far vacillare tutti i componenti della Corte d'appello di Milano. Altro che riportare il «caso » nell'ambito delta scuola! Gli si aggiunge nuovo clamore, lo si circonda di nuove polemiche. Senza contare che la rimessione comporta inevitabilmente ulteriori ritardi, prolungando a dismisura durata e costo del processo. Ma la nota più dolorosa, drammatica addirittura, è quella che involge la Corte milanese. Chiara dimostrazione di mancanza di fiducia da parte della Cassazione, la presente rimessione non Per uno sciopero nazionale dei poligrafici, i giornali non usciranno nel pomeriggio di oggi, nella giornata di domani, né domenica mattina. Le pubblicazioni riprenderanno lunedi mattina con « Stampa Sera ». può non ferire crudamente il presidente e i consiglieri di una Corte che è all'avanguardia per entità e qualità d'impegno. Sul piano giuridico emerge il disagio di veder applicato un istituto del tutto eccezionale (persino in epoca fascista si era raccomandato un uso « rigorosamente ristretto » della rimessione) in un'ipotesi per cui non si ritrovano che precedenti inversi o contrari. Le anomalie sono addirittura due. L'una riguarda il momento scelto per la rimessione: era prassi costante che questa venisse richiesta e disposta durante e non dopo il procedimento di primo grado, fase assai più delicata che npn quella d'appello. L'altra anomalia, anche se non è àncora dato di sapere con sicurezza se la rimessione sia stata disposta per gravi motivi d'ordine pubblico o per legittima suspicione, riguarda, comunque, la causale della rimessione: tanto i gravi motivi d'ordine pubblico quanto la legittima suspicione vengono, infatti, solitamente ravvisati in . fattori d'ordine esclusivamente ambientale, cioè locale. Forse la Cassazione ha creduto di cogliere un fattore ambientale negativo nelle polemiche di stampa, nelle agitazioni studentesche, nei dibattiti che a Milano hanno accompagnato il giudizio di primo grado e che potrebbero ripetersi in occasione del giudizio d'appello. Dato e non concesso che tali manifestazioni siano sufficienti a legittimare la rimessione (durante l'infuocato dibattimento davanti al Tribunale di Milano, nessuno ne fece richiesta alla Cassazione) biso¬ gnerebbe, però, dimostrare — già lo abbiamo scritto — che esse si siano verificate soltanto a Milano e che non si verificherebbero in altre città. Se Genova fosse stata scelta nella convinzione che i fatti della «Zanzara» non vi abbiano suscitato né possano suscitarvi discussioni appassionate, ebbene non si sarebbe reso omaggio alla sensibilità dei suoi cittadini per i problemi che toccano da vicino 1 giovani. Diremmo, anzi, che a Genova l'interesse per iì « caso > sia sempre stato particolarmente intenso, perché in quella città aveva operato come sostituto Procuratore della Repubblica proprio il magistrato'che, come procuratore aggiunto, ebbe a sostenere con foga veemente le ragioni dell'accusa nel corso del processo di primo grado. Che se, poi, 1 motivi del provvedimento dovessero risultare altri, se ne potrà riparlare quando saranno stati ■«resi noti. Giovanni Conso (Vedere a pag. 5 i servizi sull' ordinanza della Cassazione e sull'amara sorpresa dei milanesi). L'appello della "Zanzara,, assegnato a Genova

Persone citate: Giovanni Conso, Parini