Partigiani da tutto il Piemonte per i venf anni della Repubblica

Partigiani da tutto il Piemonte per i venf anni della Repubblica Si ritrovano a Palazzo Madama i protagonisti della Resistenza Partigiani da tutto il Piemonte per i venf anni della Repubblica I discorsi dei comandanti delle diverse formazioni - Un documento conclusivo chiede l'applicazione completa della Costituzione ed una lotta a fondo contro ogni forma di fascismo La Costituzione dev'essere attuata interamente; occorre vigilare per stroncare il fascismo anche nelle forme più larvate; il compito della Resistenza non è ancora finito: questi i temi dominanti all'assise dei partigiani del Piemonte, riuniti ieri per celebrare i vent'anni della Repubblica. Hanno aderito tutte le associazioni: Anpi, Fiap, Fivl, QU, Matteotti; più che una celebrazione, è stato un bilancio e un esame di coscienza. La grande sala di Palazzo Madama era gremita. Spiccavano i gonfaloni di Torino e Alba decorati di medaglia d'oro della Resistenza, tra una selva di vessilli di comuni, provincie, associazioni. S'erano raccolti esponenti del Cln, partigiani con i fazzoletti annodati al collo, familiari di caduti, parlamentari, sindaci e amministratori del Piemonte e della Val d'Aosta. Una testimonianza — ha rilevato il prof. Quazza che presiedeva la riunione — del legame stretto tra Resistenza e Repubblica, e una occasione per sottolineare i motivi che uniscoyio tutti coloro che hanno partecipato alla lotta antifascista. Tra le autorità c'erano anche il prefetto dott. Caso e rappresentanze consolari. E' stato letto un telegramma di adesione del Presidente Saragat. Il sindaco prof. Grosso ha ricordato che la Costituzione è nata dalla volontà popolare in «quello stato di grazia che era lo spirito della Resistenza». Una carta, ha aggiunto, che non riafferma solo « i diritti di libertà nel loro significato giuridico e politico, ma il diritto degli uomini alla vita secondo lo spirito sociale del nostro tempo». Il presidente della Provincia avv. Oberto ha detto che queste riunioni non sono retoriche manil'estazioni, ma rappresentano un impegno verso i morti e un ammonimento per i giovani: « Il rilassamento delle coscienze, la rinuncia a vigilare significherebbero la perdita della libertà e della democrazia ». A nome di tutti i sindacati ha parlato il segretario provinciale della UH, Rajfo: «Attendiamo — ha dichiarato — che attraverso le leggi la Costituzione sia completamente attuata affinché i lavoratori possano pienamente comprendere I valori di libertà, democrazia e giustizia sociale per i quali la Resistenza si è battuta». / comandanti partigiani si sono poi avvicendati al microfono, rievocando la nascita della Repubblica democratica e mettendone in luce accanto ai meriti, le esigenze non ancora soddisfatte. « Occorre lottare — Ila detto Andrea Camia delle formazioni Matteotti — perché la Costituzione repubblicana tenga fede a tutti gli impegni assunti: dia le autonomie locali, le regioni, il decentramento. Ritrovi, insomma, lo spirito datole dalla Costituente, a nome della Resistenza». Un esame critico ha fatto anche il comandante Enrico Martini Mauri, delle formazioni Autonome. Ha accennato agli avvenimenti del '60, « quel tentativo subdolo delle forze fasciste di scalare il potere», ed ha lamentato la «mancata attuazione della Costituzione in talune sue parti essenziali e, In primo luogo, nella condanna alla rinascita del fascismo sotto qualunque forma o metodo». Argomenti sui quali ha in¬ sistito anche il sen. Scotti ( Brigate Garibaldi), rilevando inoltre l'esigenza di una completa pace mondiale. Il prof. Viano (Gl) ha riconosciuto che il nostro Paese in questi vent'anni « ha raggiunto uno stadio di sviluppo economico ed un'apertura politica e culturale che il fascismo non si era neppure sognato». «Nondimeno — ha soggiunto — l'azione democratica e innovatrice non è compiuta e deve ancora toccare molte strutture tradizionali ». La riunione s'è conclusa con l'approvazione di un documento che sarà consegnato al Presidente Saragat. Riafferma il proposito di continuare a lottare a fondo contro il fascismo « non ancor definitivamente debellato»; rileva che una piena vittoria in questo senso non si avrà se non quando sarà, profondamente rinnovato l'apparato dello Stato in. tutti quei congegni che risentono « di una realtà oligarchica ereditata dal passato»; chiede un nuovo sforzo per contribuire al raggiungimento della pace nel mondo. I partigiani sono infine sfilati per via Roma, preceduti dai gonfaloni, per rendere omaggio alla lapide che ricorda il sacrificio di Renato Martorelli. Giovane avvocato, combattente della Resistenza, fu preso e condotto all'albergo Nazionale, sotto i portici, dove aveva sede il comando nazista: di lui non si seppe mai più nulla.

Luoghi citati: Alba, Piemonte, Torino, Val D'aosta