Un artigiano di Ivrea morente dopo una lite

Un artigiano di Ivrea morente dopo una lite LA VIOLENTA RISSA IN UN BAR Un artigiano di Ivrea morente dopo una lite La vittima, 52 anni, colpita da un pugno in fronte Il feritore (venticinque anni, arrestato) aveva invitato il rivale a saldare un debito di cinquemila lire a a e - dal nostro corrispondente Ivrea, lunedì mattina. Un artigiano orologiaio di Ivrea, colpito a pugni nella notte tra il sabato e la domenica nel corso d'una lite, scoppiata per futili motivi, giace in fin di vita all'ospedale. I medici gli hanno riscontrato un trauma cranico con grave stato commotivo, la sospetta frattura del setto nasale e mantengono tuttora la prognosi riservatissima. A Sì, ore di distanza dalla rissa, il ferito non ha ancora ripreso conoscenza. La vittima è Alberto Canicci, 52 anni, residente nella nostra città in via. Palma J,S, dove ha il suo piccalo laboratorio d'orologiaio. L'uomo vive solo: nel retro della bottega, separata da una tramezza in legno, vi è la branda dove egli dorme. I pasti li consuma normalmente in trattoria. Il suo aggressore, Fulvio Scagnolari, di 25 anni, risiede nel nuovo quartiere Bellavista, al n. 23. Originario della zona di Rovigo, lo Scagnolari è sposato dal I960 ed è padre di quattro figli rispettivamente di 5, I,, 8 anni, 6 mesi. Lo Scagnolari, che fino ad alcuni anni fa lavorava in /ab brica, aveva tentato la strada del commercio: due anni fa aveva rilevato a Casale Monferrato un avviato bar, ma dopo alcuni mesi gli affari avevano preso una brutta piega ed egli aveva ceduto il locale. Successivamente aveva ottenuto la gerenza della cooperativa di consumo «La familiare» a S. Martino Canavese. Quindici giorni or sono però il giovane atefa lasciato anche questo lavoro ed ora aveva, in animo dì dedicarsi all'allevamento del bestiame. All'origine della rissa è un episodio avvenuto nel mese di aprile a S. Martino. Il Canicci aveva interpellato lo Scagnolari, chiedendogli di predisporre un localino e cibi e bevande per una diecina di persone, con le quali intendeva festeggiare l'onomastico. La festa era trascorsa allegramente, ma al momento di saldare il conto, poco più di 10 mila lire, il Canicci ne aveva consegnate solo la metà. « Ora non posso darti di più — aveva detto all'amico —, ti salderò il debito nel giro di pochi giorni». Ma da allora erano trascorsi ormai più di due mesi e l'orologiaio non aveva mai saldato il conto nonostante i ripetuti inviti dello Scagnolari. Sabato sera i due si sono recati al bar «Marta» di via Palma, a bere qualcosa. Ad un tratto è riaffiorato nei discorsi il vecchio debito e sono corse parole grosse. Lo Scagnolari ha sollecitato vivacemente l'amico a pagarlo e questi pare che, dileggiandolo, abbia negato di dovergli la somma. In breve, dalle parole i due sono passati ai fatti. Secondo le testimonianze raccolte dagli agenti di P.S., il Canicci avrebbe afferrato una tazzina da caffè, infrangendola sulla fronte dell'amico, il qua¬ Istilla fronte dell'amico, il qua- le avrebbe colpito l'antagonista con un ceffone, buttandolo a terra. Il Canicci, rialzatosi incerto sulle gambe, avrebbe tentato di buttarsi addosso al rivale, e questi allora lo avrebbe colpito d'incontro con un pugno alla fronte, facendolo stramazzare al suolo. I pochi avventori del locale a questo punto se ne sono andati quasi tutti. Accanto al Carucci, che perdeva abbondantemente sangue dal naso, sono rimaste solo due o tre persone, tra le quali lo stesso Scagnolari. Qualcuno ha richiesto l'intervento dell'ambulanza, con la quale l'orologiaio è stato trasportato al vicino ospedale. I medici di guardia hanno al¬ lora avvisato gli agenti di P.S. che, dopo alcune sommarie indagini, si sono messi alla ricerca dello Sagnolari rintracciato alle tre, seduto in un locale pubblico. Il giovane ha risposto all'interrogatorio sòr stenèndo di essere stato colpito per primo e provocato. All'alba lo Scagnolari è stato dichiarato in stato d'arresto e trasferito alle locali carceri (dove nel pomeriggio ha ricevuto la' visita della moglie), sotto l'accusa di lesioni personali gravissime che, nel caso il Canicci non dovesse sopravvivere, diventerebbe automaticamente di omicidio preterintenzionale. r. a.

Luoghi citati: Casale Monferrato, Ivrea, Rovigo